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Sulla manifestazione unitaria alla TMM del 4 settembre

lunedì, settembre 4th, 2017

Questa mattina ho avuto l’onore di intervenire a nome delle istituzioni alla manifestazione unitaria indetta dai sindacati di fronte ai cancelli della #TMM di #Pontedera E’ stata una manifestazione grande, partecipata, pacifica ed ordinata.
Ho voluto ringraziare e rendere merito in primo luogo alle lavoratrici e ai lavoratori della Tmm per quanto fatto sino ad oggi: di fronte a quanto accaduto la loro reazione poteva essere legittimamente più scomposta. Essi hanno invece tenuto un atteggiamento di grande dignità nonostante la grandissima ingiustizia subita. Hanno risposto con la forza delle proprie idee, con la tenacia e la resistenza di chi sa di essere dalla parte giusta dando anche una lezione di stile alla proprietà della loro azienda. Mi hanno e ci hanno accolto in tutti questi giorni di faticoso presidio con rispetto, umanità e grande generosità: a loro va tutta la nostra stima e gratitudine. Condividere questa battaglia insieme a loro ci ha umanamente arricchito. Ho ringraziato tutte le delegazioni delle organizzazioni sindacali per l’invito rivolto alle istituzioni ad essere presenti in occasione di questa grande manifestazione finalmente unitaria per rivendicare i diritti del lavoro e dei lavoratori del comparto della meccanica in provincia di Pisa.
Le parole che abbiamo voluto rimbombassero alte e forti durante la manifestazione sono state rispetto, dignità e lavoro.
Sono anni che la crisi economica colpisce il nostro Paese, la nostra manifattura, le nostre aziende. La gravissima crisi che ha coinvolto il paese e la Toscana ha causato la chiusura di molte fabbriche, la trasformazione di molte altre, la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro con lo scivolamento di tantissime famiglie nella fascia della povertà. Bene hanno fatto lo Stato e la Regione ad occuparsi delle aree industriali in crisi: Piombino e poi Livorno e poi ancora Massa per arginare l’emorragia e le gravi crisi occupazionali. Adesso però è giunto il momento di guardare anche qui, al comparto metalmeccanico che è stato e deve continuar ad essere la spina dorsale del nostro tessuto industriale. Questo territorio esige di poter discutere e pianificare quali siano le prospettive di breve, medio e lungo termine. Occorre, e lo diciamo da anni, un progetto di politica industriale per il nostro Paese, sulla meccanica e sulle due ruote in particolare. Occorre, e lo diciamo da anni, una regola chiara sui contributi pubblici assegnati: per ottenerli occorre un nesso, una funzionalizzazione che assicuri una ricaduta sul alvoro e sulla produzione nul territorio: sviluppo, investimenti e ricerca devono garantire i propri effetti laddove l’impresa è radicata. Occorre un nuovo patto sociale che coinvolga istituzioni, imprese, lavoratori per dare nuovo ossigeno e nuove opportunità alle nostre comunità. Un nuovo patto sociale che si porti dietri una nuova etica del lavoro ed un nuovo modo di fare impresa, che stigmatizzi e dichiari inaccettabile e vergognoso quanto successo alla Tmm: non può più accadere che nei nostri territori si debba assistere, impotentemente, a “serrate” così come successo qui. Questo modo di essere e fare impresa è vergognoso ed irresponsabile: finisce, al solito, per scaricare tutte le proprie responsabilità sulla parte più debole della catena, i lavoratori.
Abbiamo chiesto ed offerto alla proprietà di Tmm di metterci la faccia e di recuperare un minimo di credibilità verso i lavoratori, verso i sindacati, le istituzioni, verso l’intero territorio ritirando immediatamente la procedura aperta di liquidazione e concedendoci più tempo per trovare soluzioni alternative. Un gesto di rispetto verso la città, verso quelle 85 persone licenziate senza nemmeno un preavviso, verso quelle famiglie che sono qui davanti ai cancelli della fabbrica da oltre 20 giorni, notte e giorno. Esiste evidentemente anche una responsabilità sociale a cui non può sottrarsi Piaggio: una responsabilità che pretendiamo da chi molto ha avuto da questo territorio. Una responsabilità sociale che impegni Piaggio a dirci con chiarezza quali siano le sue strategie industriali, quale sia il ruolo dello stabilimento di Pontedera nel contesto delle sue politiche globali e internazionali, affinchè si possa misurare la capacità di risposta del poco di indotto che è rimasto. Il tessuto imprenditoriale locale deve accogliere assieme a Piaggio questa sfida. Io credo che la professionalità della manodopera, l’impegno delle rappresentanze sindacali, gli sforzi che le istituzioni pubbliche, il tanto che questo territorio ha messo al servizio di Piaggio merita di avere queste risposte. Lo dobbiamo in primo luogo a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che hanno combattuto per questo nel passato; lo dobbiamo a tutti quei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro; lo dobbiamo a quelle operaie e quegli operai che oggi stanno combattendo, con orgoglio, dignità e tenacia per mantenere quel posto di lavoro e per salvaguardare, con esso, la dignità propria e di una intera comunità.
Ci sono delle battaglie che non si sa come andranno a finire ma che vanno combattute a prescindere dal risultato finale. Ebbene, questa vertenza è una di quelle: le Istituzioni sono e saranno a fianco dei lavoratori ed i sindacati in questa battaglia. #Pontedera #Lavoro #TMM

Il Sindaco Simone Millozzi

La solidarietà del sindaco Simone Millozzi a Don Armando Zappolini

giovedì, giugno 29th, 2017

Don Armando Zappolini

Apprendo dalla stampa che stamani davanti a casa di Don Armando Zappolini è stato affisso uno striscione di Forza Nuova nel quale si definisce “eretico” il parroco. Voglio esprimere tutta la mia vicinanza e solidarietà a Don Armando rispetto a quella che considero una intimidazione inaccettabile da parte di una forza politica che ormai da anni tristemente testimonia la propria presenza con iniziative ed atteggiamenti di stampo fascista e xenofobo contraddicendo addirittura il suo stesso nome. In primo luogo perchè per fortuna non si tratta di una forza ma di uno sparuto manipolo di nostalgici del periodo più triste della storia d’Italia; in secondo luogo perchè di nuovo non ha veramente nulla. L’attacco becero ed inqualificabile a Don Armando cerca di raccogliere i semi di odio e di intolleranza che tutte le destre stanno spargendo, alla ricerca del frutto avvelenato di un fatuo consenso, sui campi del disagio sociale, economico nonché sulle legittime preoccupazioni dei cittadini. Il rischio è che la coesione e le conquiste sociali del nostro tempo arretrino di fronte all’incertezza del futuro. Possiamo, anzi dobbiamo, richiamare le forze migliori della nostra società, dell’associazionismo, il mondo della cooperazione, del lavoro, dei diritti civili, della politica tutta affinchè l’indifferenza, l’assuefazione e l’inerzia non consentano ad iniziative vigliacche come questa di togliere cittadinanza ai valori di solidarietà, inclusione, accoglienza ed integrazione che sono patrimonio indisponibile della nostra pacifica convivenza: il patto sociale che regge l’intero assetto dei nostri valori democratici. Saremo sempre di supporto ed al fianco di ogni iniziativa che si pone l’obiettivo di combattere discriminazioni e pregiudizi. Un  paese maturo riesce a respingere queste pulsioni schierandosi dalla parte di chi chiede e propone riforme come quelle che riconoscono il diritto di un bambino con la pelle di un altro colore, nato nei nostri ospedali, cresciuto nelle scuole e negli impianti sportivi assieme ai nostri figli, di sentirsi, ed essere, a pieno titolo cittadino italiano. Pontedera e la Valdera non sono, e ci ostineremo con determinazione che non diventino, terre di discriminazione in ragione della provenienza, della religione, dell’etnia, della lingua, della condizione economica;  staremo sempre dalla parte dei principi della costituzione più bella del mondo e di chi, come Don Armando e Papa Francesco, quotidianamente si spendono per “costruire ponti piuttosto che muri”.

Sull’operazione delle forze dell’ordine compiuta a Pontedera

mercoledì, maggio 24th, 2017

Nei giorni scorsi si è compiuta una brillante operazione delle forze dell’ordine conclusasi con l’attivazione delle procedure di espulsione coatta dall’Italia delle stesse persone già individuate come responsabili della rissa alla stazione degli autobus e del clamore che ne è seguito. Si tratta di persone non residenti a Pontedera, senza fissa dimora e pregiudicati per vari reati, non profughi né inseriti in alcun altro progetto di accoglienza. Il mio ringraziamento, a nome della città, va agli operatori che hanno partecipato alle indagini, all’identificazione ed al fermo nonché alle autorità competenti che le hanno disposte. Anche attraverso azioni così efficaci e tempestive passa il faticoso percorso per inquadrare i temi riguardanti la sicurezza urbana nei contesti che gli sono propri. Tali azioni rassicurano i cittadini e le comunità sulla presenza dello Stato nei territori ed iniettano fiducia laddove, invece, lo scontro politico per rincorrere consensi facili e rapidi, avvelena i pozzi che alimentano la convivenza civile piuttosto che costruire percorsi e proposte condivise a supporto dello straordinario lavoro delle forze dell’ordine e delle istituzioni che si occupano della nostra sicurezza.”

*Sindaco di Pontedera

I fatti, le azioni e le parole sulla sicurezza urbana

mercoledì, maggio 17th, 2017

Ieri nei pressi della stazione degli autobus è avvenuta una rissa che ha inevitabilmente sollecitato la pubblica attenzione e la conseguente discussione negli svariati ambienti dove oggi le discussioni avvengono. Mi è stato riferito, e ne ho preso cognizione diretta, che soprattutto nelle piazze virtuali il dibattito è stato aspro nei toni e polemico nei contenuti. L’assetata e scomposta ricerca di capri espiatori, tra cui in primis il sottoscritto e l’amministrazione comunale, è stata poi accompagnata dai soliti esperti che pure stavolta non hanno mancato di dispensare ricette e soluzioni talmente facili e semplici da sembrare quasi efficaci anziché, come invero sono, impossibili, inutili e pure controproducenti.
Ebbene, pur rispettando le opinioni di tutti, credo che fenomeni complessi come quelli della sicurezza urbana, un tema nazionale, un tema né di destra né di sinistra e che solo gli avvoltoi miopi o in malafede della politica locale ritengono presente a Pontedera più che altrove, possa esser affrontato seriamente con tutta la complessità che esso richiede.
Voglio ringraziare, ancora una volta, le forze dell’ordine e la polizia locale che sono prontamente intervenuti per sedare la rissa; la prontezza di intervento è anche il frutto della strada che abbiamo intrapreso per un presidio costante in funzione di controllo di quella zona.
Come già detto in altre occasioni mi rammarica piuttosto che questo lavoro sia stato mortificato dall’incertezza e dall’inefficacia del sistema della pena. I magistrati applicano le leggi e ad essi va il mio massimo rispetto e gratitudine. Evidentemente però il problema è proprio del sistema sanzionatorio se, una volta convalidato l’arresto, i quattro responsabili dell’accaduto sono stati rimessi subito in libertà. Ciò crea nel sentire comune impotenza e sfiducia anche verso le istituzioni; ciò alimenta un senso di insicurezza nei cittadini ed un senso di impunità per i delinquenti. La battaglia politica vera dovremmo farla, per il bene delle nostre comunità, cercando di modificare le leggi perché le pene comminate a chi compie reati, italiano o straniero che sia, siano certe ed efficaci.
Proverò a sperimentare gli strumenti nuovissimi che il decreto “Minniti” ha messo in campo su questa materia con una ordinanza di allontanamento per queste persone che, mi preme chiarire, non sono residenti in città, sono senza fissa dimora, non sono profughi né inseriti in progetti di accoglienza, conosciuti alle forze dell’ordine e con precedenti penali alle spalle per spaccio ed ubriachezza molesta.
Pontedera, la Toscana, l’Italia sono terre di democrazia, di accoglienza, di  integrazione; sono terre dove l’essere umano ed i suoi bisogni sono trattati secondo diritto ed umanità; non sono, e ci ostineremo con determinazione che non diventino, terre di discriminazione in ragione del colore della pelle, della religione, dell’etnia, della lingua, della condizione economica così come ci insegnano la costituzione più bella del mondo e le parole di Papa Francesco.
Pontedera, la Toscana e l’Italia però devono dire senza imbarazzo che non c’è spazio per chiunque delinque e non rispetta i diritti degli altri.
Il problema della sicurezza urbana, del controllo del territorio e del governo dei fenomeni migratori, è un argomento così complesso ed articolato che è prioritario nell’agenda dell’intero occidente.
A chi mi chiede cosa abbiamo fatto a Pontedera rispondo volentieri che su questo tema abbiamo dedicato ogni sforzo possibile, ogni attenzione e azione praticabile. A chi chiede al Sindaco o al comune che cosa si stia facendo sul tema rispondo elencando i fatti, le cose concrete, le attività che nel quadro delle leggi, delle risorse e degli strumenti a disposizione, è possibile mettere in campo.
Abbiamo richiesto la presenza del progetto strade sicure, organizzato una presenza costante ed alternata tra forze dell’ordine e polizia locale nelle zone più critiche; abbiamo ottenuto collaborazione dal Comune di Prato per l’impiego settimanale dell’unità cinofila; abbiamo istituito un controllo quotidiano del territorio attraverso le associazioni di volontariato (che non smetterò mai di ringraziare) con funzione di sensibilizzazione, informazione e segnalazione; abbiamo ampliato la strumentazione di videosorveglianza e potenziato l’illuminazione pubblica; abbiamo riqualificato piazze, arredi e giardini pubblici; abbiamo incentivato ed agevolato la rivitalizzazione dei locali dismessi e pertinenziali delle zone più critiche: in quei luoghi abbiamo sollecitato la permanenza ed il nuovo arrivo di attività commerciali, direzionali, associative e cooperative per garantire servizi ai cittadini ed un presidio civico; abbiamo creato momenti e canali di socializzazione, di aggregazione, di attività sociale, di mediazione culturale e di prevenzione del disagio, con progetti, manifestazioni, eventi, operatori qualificati.
C’è indubbiamente ancora molto da fare, altre energie e risorse da spendere, altre attività da progettare e realizzare.
Accolgo ed accoglierò con maniacale attenzione le legittime preoccupazioni dei cittadini che ci chiedono di fare ancora di più; ci stiamo impegnando e ci impegneremo per dare loro risposte. Non accetto però lezioni da chi millanta la capacità di risolvere problemi di questa portata con le solite tre o quattro frasi xenofobe, fasciste e per di più inutili.
La storia ed il presente Pontedera meritano registri, toni, contenuti, proposte e modi che non possono esaurirsi in strumentali battaglie politiche di retroguardia o dibattiti svolti nell’antro della sofferenza economica e nella pancia del disagio sociale.
Ci batteremo, soprattutto per le generazioni future, affinché il granaio che custodisce il futuro della città non venga bruciato.

Simone Millozzi Sindaco di Pontedera

Intervento in occasione dell’inaugurazione del cantiere del nuovo impianto di compostaggio alla presenza del Ministro dell’ambiente On. Galletti.

martedì, maggio 2nd, 2017

Inaugurazione del cantiere del nuovo impianto di compostaggio alla presenza del Ministro dell’ambiente On. Galletti

“Saluto tutti i colleghi, gli amministratori, gli ospiti che questa mattina hanno deciso di essere con noi in un momento così importante per il nostro territorio.
Rivolgo un saluto particolare al Ministro Gianluca Galletti che oggi ci onora della sua presenza e qualifica l’impegno di tutti coloro che per questa idea e questo progetto hanno speso energie, competenze, professionalità.
Con la “posa della prima pietra” del nuovo impianto di compostaggio si chiude infatti un lungo e articolato percorso iniziato, a livello istruttorio, nel 2010; anche se, occorre sottolinearlo, la città aspettava da circa 15 anni questo momento. Si tratta, dunque, di un risultato atteso da tempo per cui questa amministrazione, lo dico con soddisfazione ed orgoglio, si è battuta ed impegnata fin dall’inizio del suo insediamento, nel lontano 2009.
Oggi è il momento dei ringraziamenti per quanti si sono spesi per raggiungere questo significativo traguardo, a partire innanzitutto dall’ex presidente di Geofor, nonchè mio predecessore, Paolo Marconcini.
A lui, nella veste di Sindaco della città e poi in quella di presidente dell’azienda, va riconosciuto l’impegno e la caparbietà, oltre ad indubbie doti professionali, nell’aver condotto in porto questa nostra traversata che rischiava tanta volte di naufragare in mare aperto.
Un ringraziamento all’ex amministratore delegato, dott. Fabrizio Catarsi, ai vari componenti del cda dell’azienda ed a tutto il personale della medesima che hanno confermato, ritenendolo una priorità, la realizzazione di questo nuovo impianto.
Grazie a tutti i comuni soci ed ai privati presenti sino a poco tempo fa nella compagine sociale dell’azienda che, con grande senso di responsabilità e prova di lungimiranza, hanno per ben 4 anni deciso di rinunciare alla divisione degli utili per destinarli a finanziare il nuovo impianto.
Grazie alla Regione Toscana e all’Ato costa, a Reti Ambiente per aver seguito da vicino questo percorso e per aver attivato linee di finanziamento dedicate alla costruzione di questa infrastruttura.
Grazie, infine, al nuovo presidente di Geofor, Daniele Fortini, per aver accolto il nostro invito a guidare l’azienda in un momento decisivo per il suo futuro e per aver, sin dai primi giorni del suo insediamento, operato per giungere in tempi brevi alla partenza di questi lavori.
Posiamo, dunque, la prima pietra in un momento decisivo per le sorti di questa azienda all’interno di un quadro più ampio di area vasta: proprio poche settimane fa, infatti, abbiamo confermato l’impegno di procedere lungo la strada progettata e costruita nel tempo. Una strada che ci porterà entro l’anno ad individuare un gestore unico, a maggioranza pubblica, per tutto l’ambito di cui facciamo parte, che ricomprende le province di Massa, Lucca, Livorno e Pisa.
Questa città, il nostro territorio intero, vuole avere un ruolo da protagonista nel nuovo assetto aziendale che si verrà a costituire nei prossimi mesi: lo chiediamo non in virtù di orgoglio e mera rivendicazione campanilistica ma con la consapevolezza di aver fatto sempre la nostra parte su un tema così sensibile e delicato quale quello della corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti.
Caro Ministro, cari tutti, oggi ci troviamo all’interno di una azienda che assieme a molte altre presenti in questa zona fa parte del cosiddetto “Polo ambientale” della città, che occupa oltre 600 lavoratori. Un’area pianificata e costruita, nel tempo, con una precisa destinazione urbanistica, concentrata in un contesto specifico e ben definito; un’area che nel corso degli anni ha visto aumentare la presenza di aziende dedicate al trattamento del rifiuto a partire dal recupero, riciclo, riuso e che hanno investito risorse ingenti per dotarsi di impianti tecnologici e all’avanguardia.
Una città, un intero territorio, dunque che si è preso sulle proprie spalle una responsabilità senza demandarla, o peggio ancora, scaricarla ad altri. Era molto più facile seguire un’altra strada: quella riassunta dal detto “non nel mio giardino”. Ancora oggi, purtroppo in molte realtà, l’idea di scaricare altrove la responsabilità della gestione del ciclo integrato dei rifiuti pare addirittura esser riconosciuto come atteggiamento virtuoso. E’ davvero virtuoso scegliere di non scegliere? Può chiamarsi virtuoso l’atteggiamento di chi sacrifica sull’altare del consenso effimero e delega alle generazioni future la responsabilità di gestire per intero un ciclo complesso ed articolato come quello che riguarda i rifiuti? Ebbene io credo che virtuosi siano quei territori, quelle classi dirigenti che, sfidando la facilità con cui oggi va di moda proporre soluzione semplici a problematiche complesse, scelgono di coniugare l’attenzione all’ambiente, la tutela della salute, la filiera produttiva e le occasioni di occupazione dentro il solito circuito: senza scorciatoie, con determinazione e lungimiranza. Questo è quello che anche qui abbiamo fatto.
Lo abbiamo fatto cercando di connettere le potenzialità della ricerca e dell’innovazione con il mondo dell’impresa, quella buona, quella in grado di ottenere soluzioni nuove (cito, solamente a titolo esemplificativo, il Plasmix -che in  Europa va solitamente a recupero energetico e che invece a Pontedera viene riciclato e poi trasformato in granuli adatti allo stampaggio di nuovi oggetti di plastica-, l’idrogeno, le pale eoliche, le energie rinnovabili in generale, l’asset che abbiamo creato nel distretto delle competenze del dente Piaggio attraverso, Pontech, Pontlab, l’Università). La scelta del digestore anaerobico potrebbe ulteriormente ampliare queste opportunità attraverso la produzione di bio-metano, un bio-carburante che può essere impiegato in sostituzione dei carburanti fossili.
Le sirene dei teorici dell’illusione per cui i rifiuti scompaiono magicamente, ci prospettavano modelli da seguire e che poi al cospetto del tempo e della realtà sono miseramente falliti (vedi Vedelago, Gren Fluff) ignorando, al contrario, le eccellenze che si stavano consolidando a due passi dal nostro sguardo; parlo della stessa Geofor ma anche di Revet -perno dell’industria toscana del riciclo-, di Ecofor Service per i rifiuti speciali, di Belvedere per i rifiuti urbani, di Ecoacciai per i rottami metallici ed il fluff e così via…
Oggi possiamo, lo dico con orgoglio, vedere che stavamo e stiamo contribuendo a costruire una “economia circolare”, una “green economy”, un modo nuovo di interpretare gli aspetti socioeconomici su cui l’intero paese si sta interrogando per scoprirne tutte le relative potenzialità. Una vera e propria filiera economica capace di tenere insieme lavoro, ambiente e salute; innovazione tecnologica e occupazione di qualità.
Il nuovo impianto è dunque un ulteriore significativo tassello di questo percorso virtuoso che parte dalla raccolta differenziata spinta ed arriva al trattamento di qualcosa che non può essere azzerato; ma differenziare non vuol dire cancellare, non vuol dire riciclare. Il riciclo è una catena e non un anello. C’è riciclo se c’è “ri-prodotto”; questo vuol dire che se non ci preoccupiamo di cosa fare, di dove conferire il rifiuto differenziato, lo sforzo e il costo elevato per rendere possibile la raccolta differenziata diventa vano.
Non serve a niente raccogliere l’organico se poi non abbiamo un impianto di prossimità dove conferirlo.
L’impianto oggi in costruzione, tra l’altro, è previsto dallo stesso disegno di legge di iniziativa popolare “Rifiuti Zero” che ha tra gli obiettivi quello di ricondurre il ciclo produzione-consumo all’interno dei limiti delle risorse del pianeta, tramite l’eliminazione degli sprechi, massimizzando, nell’ordine, la riduzione dei rifiuti, il riuso dei prodotti e dei componenti di prodotti e il riciclaggio, minimizzando il recupero di materia diverso dal riuso e dal riciclaggio, lo smaltimento e il recupero di energia in modo da tendere a zero nell’anno 2020.
Ancora una volta, dunque, Pontedera, la Valdera e l’intera Provincia di Pisa si collocano nell’area vasta della costa come una realtà strategica per la corretta gestione del ciclo dei rifiuti che investe sempre più, nella prevenzione e riduzione dei rifiuti nonchè in impianti dedicati al riciclo ed al riuso, ritenendo residuale il ricorso a smaltimento in discarica.
La realizzazione del nostro impianto, a regime, permetterà anche una riduzione dei costi oggi necessari per smaltire l’organico fuori città.
Infatti a seguito dell’incremento (virtuoso) delle percentuali di raccolta differenziata (la nostra provincia attualmente si attesta al 55%) con il progressivo ampliamento della raccolta porta a porta su tutto il territorio, stante la vetustà dell’impianto di compostaggio attuale, si è reso necessario, già oggi, il conferimento dell’organico ad altri impianti esistenti in Toscana con conseguente innalzamento dei costi a carico delle nostre comunità.
Con la realizzazione di questa nuova infrastruttura, avviandomi a concludere, avremo dunque la possibilità di trasformare “a chilometri zero” gli scarti organici raccolti con la differenziata “spinta”, rafforzando il posizionamento della nostra città nelle filiere industriali del recupero/riciclo anche nell’ottica di acquisire la progressiva autosufficienza impiantistica del territorio.
Con la realizzazione del nuovo impianto di trattamento dell’organico finalmente ridurremo sensibilmente le maleodoranze che tanto fastidio hanno dato in tutti questi anni alle comunità dei nostri territori.
Tutta la nostra provincia, pertanto, con la predisposizione di questo impianto mette in sicurezza il proprio presente e consegna al proprio futuro non solo uno strumento ma pure, un modo per affrontare le sfide che avrà davanti a sé.
Grazie davvero a tutti”

Simone Millozzi Sindaco di Pontedera

2 maggio 2017

Resistenza e liberazione: gli antidoti ancora attuali alla xenofobia

mercoledì, aprile 26th, 2017
Ieri, il 25 Aprile, la festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, una liberazione non solo fisica ma anche culturale, una emittente locale ha girato un video al quartiere della stazione dove si raccontava di una zona, pur ordinata nel suo complesso e senza fenomeni di degrado comparato ad altre quartieri analoghi di altre realtà, staccata dal resto della città perché veniva registrata in giro soltanto la presenza di uomini e donne di colore.
Il servizio di per sé non aggiunge né toglie nulla alla rappresentazione di Pontedera ma affonda, (volontariamente o meno è questione irrilevante), la sua ragion d’essere nel peggior sottofondo culturale che la profonda crisi socio economica ha radicato nei tempi moderni: la xenofobia nel suo senso letterale (avversione ed odio a ciò che è straniero, diverso, altro).
Il messaggio pubblico che trasuda da quel servizio è che in quel quartiere sembri di stare più in una città del nord Africa giacche in giro le pochissime persone che si aggiravano (in un giorno di festa in cui ovunque si cerca di passare qualche ora altrove) erano per lo più di colore.
Non mi occupo dei commenti usuali dei leoni da tastiera che sulle piazze virtuali dei social non hanno perso l’occasione per rimarcare posizioni intrise di fascismo demagogico. Mi preoccupo invece del fatto che professionisti seri e preparati non abbiano inteso la portata culturalmente devastante di un video che certifica come la xenofobia, l’odio per gli stranieri, ammanti di sé il detto ed il non detto della comunicazione pubblica.
Senza la notizia di un reato, senza che vi sia stata una aggressione, senza che sia stata evidenziata situazione di particolare degrado urbano, in un giorno di festa, soleggiato, in cui chi ne aveva la possibilità è andato in giro a godersi un giorno di festa, la notizia pare sia stata l’aggirarsi pacifico di alcune donne ed uomini di origini straniere per le strade di un quartiere.
Quando Obama divenne Presidente degli Stati Uniti d’America fui preoccupato perché più della sua rivoluzionaria riforma sanitaria in favore dei più poveri la notizia fosse, nel mondo, il colore della sua pelle; pensai che proprio quell’elezione certificasse il contrario di quanto pareva annunciare: il cammino ancoro lungo da fare per convincere l’opinione pubblica, anche quella più progressista, che le persone debbano esser valutate per quello che dicono e per quello che fanno, non per quelle che sono.
La liberazione del 25 Aprile non ha ancora finito di insegnarci che i partigiani italiani, di ogni fede politica e di ogni classe sociale, non stavano liberando l’Italia da un demone straniero dai tratti somatici diversi e che parlava una lingua diversa.
Liberavano prima di tutto il nostro paese dall’idea, indigena, autoctona, tutta fascista e tutta italiana, maggioritaria nell’opinione pubblica per quasi vent’anni, che vi fosse una supremazia di razza, di religione, etnica e culturale da far valere con l’oppressione e la forza, delle armi, della legge, dell’arte e del linguaggio.
Ecco perchè credo che video di quel tipo non facciano altro, pur senza volerlo, che lastricare la strada del ritorno in favore del male assoluto da cui la battaglia partigiana ci liberò.
È indubbio che le istituzioni e le autorità competenti debbono operare e lavorare per garantire ai cittadini una sicura convivenza civile.
Penso tuttavia che dentro il quadro delle soluzioni ad una problematica che sarebbe stupido negare, gli operatori dell’opinione pubblica, nel pieno della libertà con cui esercitano la propria attività, possono davvero aiutare il paese. Come?
Non mancando di evidenziare, nell’impagabile lavoro che quotidianamente compiono, che c’è una differenza abissale tra il pretendere che le persone che compiono reati, tutte, debbano esser perseguite e punite con certezza piuttosto che ammiccare l’idea che persone di altro colore, di altra lingua, di altra religione, di altra provenienza suscitino paure e causino problemi non per quello che dicono e fanno ma semplicemente per come sono.
All’interno del nucleo di questo concetto, che sembrerebbe invero una ovvietà, sta a mio avviso la sfida più grande ed importante che l’occidente, l’Europa, l’Italia ed anche Pontedera hanno di fronte.
La vinceremo perché possiamo ancorare gli sforzi ai valori fondativi della nostra meravigliosa Costituzione, l’eredità più preziosa ed inestimabile che la battaglia partigiana ha consegnato al paese liberato ed alle generazioni successive.
Pontedera, 26.4.2017
Il Sindaco Simone Millozzi

Le congratulazioni a Luca Sardelli per la rielezione a Presidente di Confesercenti Valdera

venerdì, marzo 31st, 2017

Luca Sardelli rieletto Presidente di Confesercenti Valdera

Esprimo a nome mio e dell’Amministrazione Comunale le congratulazioni a Luca Sardelli per la sua rielezione, per il prossimo quadriennio, a Presidente della Confesercenti della Valdera. La riconferma è una dimostrazione che il lavoro svolto è stato proficuo ed apprezzato da una ampia fascia di operatori. In questi anni ho potuto sperimentare e constatare le positive qualità umane e professionali di Sardelli. Sono per questo convinto che la collaborazione tra la nostra amministrazione e la Confesercenti continuerà ad essere forte e preziosa. Sono molti i temi che abbiamo davanti, legati alle problematiche connesse con la crisi economica che attraversa il nostro Paese. Soltanto con l’unità di intenti e con il dialogo costruttivo potremo affrontare queste sfide.

Colgo l’occasione anche per rinnovare la mia stima a Manila Doveri, che continuerà a svolgere il suo ruolo di responsabile di zona e a tutti i rappresentanti eletti negli organi di rappresentanza dell’associazione.

Il tessuto commerciale di Pontedera è importante per il Comune e per il nostro territorio: dobbiamo continuare a mantenerlo forte e competitivo.

Buon lavoro a tutti!”

Pontedera, 30 marzo 2017

“Una Scelta in Comune” sulla donazione degli organi e dei tessuti

giovedì, febbraio 23rd, 2017

Stamani nella Sala Consiliare del Comune di Pontedera si è tenuta la presentazione dell’iniziativa “Una scelta in Comune”. Si tratta di una iniziativa voluta da tutte le forze politiche che prevede che in fase di rinnovo della carta d’identità (ma anche presso i presidi medici) i cittadini saranno invitati ed esprimersi sulla volontà o meno di donare gli organi e i tessuti alla loro morte.

E’ una scelta di civiltà che personalmente invito a fare.

Dobbiamo sostenere la cultura della donazione perchè ci permette di essere più civili e di sostenere i trapianti, sui quali il nostro territorio è particolarmente all’avanguardia.

Da oggi anche il Comune di Pontedera si pone sulla stessa linea delle amministrazioni più avanzate. Ringrazio tutte le forze politiche presenti in Consiglio Comunale per aver voluto condividere questo percorso e questa decisione.

Pontedera,  22 febbraio 2017

Intervento del Sindaco di Pontedera su Congresso PD ed elezioni

lunedì, gennaio 30th, 2017

“SE IL PD VUOLE GUIDARE IL PAESE VERSO IL FUTURO DEVE COSTRUIRE ATTRAVERSO IL  CONGRESSO LA SUA NUOVA PROPOSTA”

“All’indomani del voto sul referendum del 4 dicembre scorso mi soffermai, analizzando “a caldo” l’esito delle urne, sulla necessità di garantire all’epoca l’approvazione della legge di bilancio, cosa poi avvenuta, oltre al fatto di predisporre una legge elettorale condivisa che potesse riequilibrare il rapporto tra governabilità e rappresentanza, auspicando la formazione di un governo che traghettasse il Paese alle prossime elezioni e si occupasse delle urgenze individuate dal Presidente della Repubblica.
Chiesi, da esponente politico, prima ancora delle elezioni, di anticipare il congresso del partito in modo tale da aprire un confronto libero al nostro interno tale da definire e chiarire la linea politica da seguire, a partire da una correzione seria della rotta che per me significava, e significa tutt’oggi, una svolta culturale e politica ed il recupero dell’identità di un centrosinistra di governo.
Fu una voce superata per quantità e tonalità da quella che auspicava e chiedeva elezioni subito.
Oggi, anche alla luce della recente sentenza sull’Italicum, ritengo ancor più valide ed attuali quelle mie riflessioni: aprire, senza ulteriori scorciatoie e tentennamenti, una fase congressuale.
Un congresso che definisca, con chiarezza, il profilo culturale e politico del nostro partito riportandolo ad elaborare un pensiero autonomo in grado di parlare al paese, di ascoltare e dialogare con quelle parti della società duramente colpite dalla crisi.
Un congresso che si interroghi profondamente su cosa vuol dire essere iscritti ad un partito nel 2017 e che consenta ad una comunità politica organizzata di contribuire, di nuovo, ad elaborare, a livello locale e nazionale, l’orizzonte dei propri obiettivi, le idee ed i valori al servizio di un progetto di società.
Il congresso deve esser l’occasione per tornare finalmente ad essere un partito e dismettere le sembianze di un comitato elettorale permanente, l’occasione per immergersi di nuovo, parlando un linguaggio di realismo, nei quartieri e nelle periferie italiane a contatto con il precariato, con le classi operaie, con i giovani che non trovano lavoro, con quella società insomma attraversata da un profondo disagio e che non ci vede oggi più come speranza per un futuro migliore.
Tornare ad essere un partito con una chiara  impronta di sinistra progressista vuol dire  costruire una proposta politica nazionale sui temi del lavoro, delle disuguaglianze, dell’ambiente, della redistribuzione del reddito, che sappia cioè immaginare formule nuove in grado di declinare equità e sviluppo e dimostri consapevolezza ed attenzione alla crisi più grande del nostro tempo: il rapporto tra capitalismo e democrazia.
Tornare ad essere un partito che abbandoni la vocazione maggioritaria che ci ha condotto in questi anni ad un “felice” isolamento ed al contrario possa essere  un protagonista inclusivo capace di rigenerare il campo progressista di una rete di alleanze politiche e sociali capaci di riallacciare connessioni profonde, oggi incrinatesi, con molti strati della società civile, i movimenti e le associazioni del civismo e della legalità.
Tornare ad essere un partito che parli i linguaggi nuovi della politica ma che scelga, con l’ausilio di un bagaglio culturale e valoriale da costruire, da che parte stare sui grandi temi del presente.
Occorre farlo insieme, cambiando prospettiva, lavorando ad una “Rivoluzione Socialista” che metta al centro della propria agenda politica il tema della redistribuzione della ricchezza e di un serio e credibile piano contro la povertà, a partire dal reddito di inclusione.
Nel tempo in cui si insedia Trump alla Casa Bianca, in cui si assiste al protagonismo della Russia di Putin, all’avanzare delle destre e dei populisti, all’uscita della Gran Bretagna dall’Europa, occorre rispondere non con meno ma con più ideologia rivolgendo la nostra proposta politica ad una maggiore giustizia sociale, al lavoro, alle diseguaglianze, ai più deboli, al ceto medio impaurito perché impoverito; per farlo è indispensabile strutturare una cornice riconoscibile di valori e di riferimenti culturali.
Sarebbe a mio avviso un errore presentarsi al paese senza aver prima compiuto questo sforzo progettuale, senza aver compreso la lezione del 4 dicembre, senza saper indicare quali soluzioni, quali speranze e quale futuro prospettare ai drammi ed alle sofferenze dell’Italia che arranca e soffre.
L’unica forza politica che ha il respiro e la visione per affrontare tali sfide è, ancora, il Partito democratico.
Per quanto posso mi impegnerò affinché si possa aprire una stagione politica di rinnovata unità ancorata al profilo di una sinistra moderna ed europea capace di perseguire la sfida del riformismo e di arginare il populismo dilagante.”

Pontedera, 28 gennaio 2017

Simone Millozzi

Dal Comune di Pontedera i complimenti al professor Paolo Dario per il prestigioso riconoscimento internazionale

giovedì, gennaio 19th, 2017

Il professor Paolo Dario

Il professor Paolo Dario è stato insignito di uno dei riconoscimenti più prestigiosi nei settori della robotica e dell’automazione, che premia chi è riuscito nella propria carriera a imprimere importanti svolte sia nel campo della ricerca scientifica che in quello dell’innovazione tecnologica. La Ieee Robotics and automation, società di robotica di gran lunga più importante al mondo, ha attribuito a Paolo Dario, direttore dell’Istituto di biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, il RAS Pioneer Award, per il lavoro pionieristico nel campo della biorobotica.

L’Amministrazione Comunale di Pontedera ha voluto esprimere la propria soddisfazione al professor Dario. “Questo premio è il giusto riconoscimento al ruolo svolto dal professor Paolo Dario nello sviluppo e nell’affermazione dell’ingegneria robotica e delle robotica integrata, divenute da anni settori di punta della ricerca internazionale e punte di diamante per lo studio e lo sviluppo nel nostro territorio. Siamo orgogliosi di avere al lavoro nella nostra città scienziati di tale caratura, ormai riconosciuta anche a livello internazionale. Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione”.

Voglio rivolgere un saluto ed un ringraziamento particolare – ha aggiunto il vicesindaco e assessore allo sviluppo economico, Angela Pirri, che lavora nel mondo della ricerca – al professor Dario. Conosco il mondo della ricerca e mi rendo conto di quanto sia importante il suo lavoro e quanto sia forte la stima negli ambienti internazionali. Il Comune di Pontedera gli ha concesso un riconoscimento ufficiale consegnandogli le chiavi della città: perchè sappiamo bene bene quanto sia importante e strategica la sua attività”.

Pontedera, 19 gennaio 2017