Chiese e Palazzi storici

Le chiese ed i palazzi storici nel territorio comunale


Villa Torrigiani Malaspina

Villa Torrigiani Malaspina è un antico edificio situato nella frazione di Montecastello. La villa era originariamente di proprietà della famiglia Galletti, per passare poi, nel XVII secolo, ai Franceschi, famiglia del marito di Antonia Galletti. Nel XIX secolo, dopo il matrimonio di Vittoria di Lelio Franceschi con il Marchese Torquato Malaspina, la villa passò ai suoi figli divenendo proprietà Torrigiani-Malaspina assumendo la denominazione attuale. Parte integrante della struttura difensiva del borgo medievale di Montecastello, ha subito innumerevoli modifiche nel corso dei secoli diventando residenza nobiliare e centro di un’ampia tenuta. Le stanze sono caratterizzate da un pavimento settecentesco lavorato a terrazzo veneziano. L’edificio comprende una cappella privata, affrescata a trompe-l’œil, e un’elegante chiostra munita di pozzo. La Villa Torrigiani Malaspina è sede dal 1993 del prestigioso Festival internazionale Sete Sóis Sete Luas, presieduto dal Premio Nobel José Saramago: vi si sono esibiti famosi artisti quali Teresa Salgueiro, Avion Travel, Antonella Ruggiero, Eugenio Finardi, Rodrigo Leão, Cristina Branco, Ottavia Piccolo, Pamela Villoresi, Laura Morante.

Villa Crastan

Si trova in via della Stazione Vecchia, 3. Fu progettata nel 1928, per conto di Manlio Crastan, dall’architetto A. Arrighi. L’edificio neorinascimentale è caratterizzato sulla facciata principale da una scala a doppia rampa e da una loggia tripartita. L’ingresso alla proprietà avviene attraverso un cancello in ferro battuto realizzato su disegno di Luigi Bellincioni. Lo spazio più interessante di tutto il complesso è indubbiamente il parco che circonda la villa. Il giardino è arricchito da elementi architettonici tra i quali si annovera la peschiera mistilinea con balaustra decorata e la grotticina. Attualmente la villa è sede della Biblioteca comunale.

Villa la Cava

La villa, appartenuta nella metà del XVI secolo alla famiglia Riccardi, acquisisce l’aspetto attuale verso la metà del XVIII secolo, quando diventa di proprietà della famiglia Toscanelli. Proprio a questo periodo risale la sistemazione del parco che circonda la villa, ad opera di Giuseppe e Nello Toscanelli, appassionati collezionisti botanici, che trasformarono il confinante bosco di querce. Il parco vanta oggi un vasto repertorio di conifere, con varie qualità di abeti, aceri di monte, cedri dell’Atlante, cipressi americani e comuni, faggi rossi, noci americani, lecci, farnie, sequoie, cipressi dell’Arizona e tigli. Nella progettazione del parco fu rispettata la morfologia del terreno, conservando il bosco quale fondale scenografico della villa. Uno scosceso prato erboso di fronte all’edificio regala un’immagine prospettica congeniale all’epoca romantica e, per questo, più volte rappresentata in dipinti ottocenteschi. La fitta rete di percorsi che attraversa il parco crea una serie di interessanti vedute, alternando radure erbose a cupe macchie di vegetazione arborea dove si incontrano piccoli manufatti rustici. Gli aspetti botanici e pittoreschi del parco furono apprezzati da Giovanni Targioni Tozzetti, capostipite di una famiglia di naturalisti la cui opera fu legata allo sviluppo scientifico ed economico della Toscana, che li celebrò nel suo “Relazioni d’alcuni viaggi”.

Palazzo Ciompi

Costruito nel 1872 da Luigi Bellincioni, possiede finestre con cornicioni sorretti da volute ornamentali. Venne restaurato negli anni Cinquanta dall’ingegnere Gastone Barbi.

Palazzo Pitschen

Questo palazzo si trova all’angolo tra Via Lotti e Corso Matteotti. Fu costruito nel 1883 da Luigi Bellincioni per i fratelli svizzeri Pitschen, che aprirono al pian terreno un negozio. Si eleva su quattro piani, ha ampie finestre in stile pseudo-rinascimentale con pulvino e timpano a lunetta.

Palazzo Bellincioni

È la prima opera di Luigi Bellincioni, nonché casa paterna progettata nel 1866. Si trova nell’angolo sud-est della piazza Curtatone. Possedeva un portone sormontato da un terrazzo con balaustra a colonnine, rimosso nel secondo dopoguerra per dar spazio ai negozi. Oggi possiamo ammirare ancora la porta-finestra con timpano a lunetta, mentre gli altri timpani delle finestre sono a triangolo, incorniciate da paraste ioniche.

Palazzo Paoletti Zeppini

Sede dell’omonimo pastificio, costruito tra il 1868-1870 da Luigi Bellincioni. L’attuale costruzione non corrisponde al progetto originale.

Palazzo Pretorio

Paolo Morelli in “Le fortificazione medievali di Pontedera” suppone che l’edificio a due piani, a cui allude la lapide posta sotto le logge, possa ritenersi il nucleo originario di Palazzo Pretorio (1384). Dal Quattrocento in poi l’edificio è stato sede della Podesteria, del Vicariato e della Pretura subendo varie modifiche architettoniche ed ampliamenti. Nella seconda metà del ‘600 vennero aggiunte le logge dal Capitano Giuseppe Santini e successivamente sopra quest’ultime furono edificate le stanze del predicatore. Nel 1708 le campane nella torre dell’Orologio vennero trasferite al campanile della chiesa antistante. Nel 1783 fu approvato un progetto di riadattamento dell’ing. Bombicci che per problemi economici non previde estensioni del palazzo. Successivamente venne rialzato di un piano tutto il corpo di fabbrica e si acquistò il palazzo adiacente. Nel 1848 l’edificio ospitò i locali della Pretura e fino al 2013 l’edificio è stato sede della Sezione distaccata del Tribunale di Pisa. I recenti lavori di ristrutturazione e adeguamento alla funzione di centro espositivo hanno reso Palazzo Pretorio uno spazio idoneo per la modernità degli impianti tecnologici e di sicurezza, a ospitare mostre di alto livello e prestigio storico. Al piano terra è a disposizione dei visitatori il servizio di caffetteria e ristorazione. All’esterno è presente un loggiato chiuso con vetrate, tranne due arcate d’angolo rimaste ad uso loggia. Il piano mezzanino è destinato agli uffici dei Giudici di Pace, così come l’intera superficie del piano secondo. Il primo piano si sviluppa su due livelli ed è adibito a spazio espositivo per mostre temporanee. L’archivio dei Giudici di Pace occupa il piano terzo. I locali delle ex carceri, posti anch’essi al piano terzo, sono visitabili e possono ospitare eventi artistici.

Palazzo Stefanelli

Costruito nel primo Ottocento, l’edificio si eleva su quattro piani, con finto bugnato a terreno e grandi finestre con timpano triangolare e triglifi a gocce al 1° piano. All’interno, ristrutturato negli anni Trenta, troviamo un ampio scalone in marmo a tre rampe che dà accesso alla sala consiliare. Sulla facciata, restaurata nel 2001, oltre all’omaggio a Vittorio Emanuele II, una lapide del 1860 ricorda il plebiscito con cui la Toscana votò l’autoannessione alla “monarchia costituzionale” del Regno di Sardegna, in vista dell’Unità d’Italia; un’altra lapide del 1885 ricorda che Pontedera è città natale dello scultore Andrea Pisano; un’altra ancora, apposta nel 1954, ricorda i bombardamenti del gennaio 1944.
Il palazzo è sede del Comune dalla metà del XIX secolo. Fino agli anni Venti ospitava l’ufficio delle poste, nel luogo dove invece ora sorge un bar. All’interno troviamo alcuni dipinti del secondo Novecento. Nella saletta d’accesso alla sala della Giunta tre grandi olii di Otello Cirri (“Paesaggio”, “Natura morta”, “Uomo seduto”) e, nell’atrio antistante la sala consiliare, la recente opera di R. Masoni “Cadute” (2002), in piombo e foglia d’oro, a ricordo delle vittime dell’11 Settembre 2001 negli attentati alle Twin Towers di New York).

Il Ponte Napoleonico

Costruito interamente in marmo bianco del Monte Pisano, su progetto dell’architetto Garella, fu eretto sotto la dominazione francese e per questo motivo venne chiamato “napoleonico”. La costruzione era molto diversa rispetto alla precedente. L’asse viario era in origine leggermente spostato verso sud e partiva dall’attuale Piazza del Ponte. Dalla nuova collocazione era possibile invece avere una visuale di tutto il Corso Matteotti. Per la sua costruzione fu necessario abbattere alcuni edifici e rialzare la strada contigua per rendere il ponte più pianeggiante. Fu distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruito fedelmente subito dopo.

Chiesa del Santissimo Crocifisso

Detta anche “chiesa vecchia” si trova in pieno centro a Pontedera, in piazza Curtatone. Verso la fine del XIII secolo gli abitanti del castello di Pontedera richiesero al Comune di Pisa la costruzione di una chiesa all’interno della cinta muraria. Fino ad allora esisteva solamente la Chiesa di San Martino, della quale oggi non ne rimane traccia, appena fuori le mura. Fu costruita fra il 1270 e il 1272 ma completamente trasformata nel corso dei secoli XVII e XVIII (a partire dal 1633). La chiesa ebbe il titolo di propositura posta fino agli inizi del XX secolo sotto il pievanato di Calcinaia ed era dotata di fonte battesimale e di un cimitero. La notte seguente il venerdì santo del 1612 si sviluppò un incendio, evidentemente per qualche cero lasciato inavvertitamente acceso, che distrusse parte della chiesa ma lasciò intatto il crocefisso ligneo. Da quel momento il crocefisso fu creduto miracoloso e oggetto di culto, soprattutto nel XVI secolo. Originariamente era intitolata ai Santi Filippo, Iacopo e Biagio, ma con l’elevazione a propositura del Duomo, pochi anni dopo la sua costruzione, nel 1936 alla chiesa fu cambiata la denominazione in quella attuale. L’incendio nel XVII secolo e i bombardamenti dell’ultima guerra l’hanno gravemente danneggiata e dell’aspetto originale adesso rimane ben poco. Sono stati effettuati dei restauri dal 1956 1959 curati da Renzo Bellucci e finanziati dal Ministero dei Lavori Pubblici. Parte dell’edificio fu destinato a cinema che rimase in attività fino al 2006. Nel 1992 con la ripavimentazione della piazza antistante sono riemersi le rovine del cimitero e dei resti umani. L’ultimo restauro è stato effettuato nel 2000 diretto dall’architetto Fabio Scarpetti. L’interno si presenta ad unica navata con sei altari laterali. Tra le opere che possiamo ammirare troviamo:

  • la scultura lignea dell'”Annunziata” della bottega di Nino Pisano (metà XIV secolo), figlio di Andrea da Pontedera;
  • un frammento di affresco del XIV secolo di scuola pisana, denominato “Madonna del Carmine”;
  • la “Madonna del Rosario tra i Santi Monica, Domenico e Agostino Vescovo” del Cigoli (1595);
  • un tabernacolo in marmo, attribuito agli scultori Riccomini e Gagini.
  • Sull’altare maggiore, un tabernacolo ottocentesco di Gaspare e Silvestro Mariotti, in argento sbalzato, commissionato per accogliere il “Crocifisso” ligneo del XVI secolo.
  • San Sebastiano in legno policromo, del XVIII secolo
  • Scena del battesimo di cristo, affresco del XVIII secolo, scoperto solo dopo i restauri del 2000

Oratorio di San Giuseppe al Ponte

L’Oratorio di San Giuseppe al Ponte era una chiesa di Pontedera. Oggi rimangono solo i resti di questa chiesa seicentesca, posta sulla salita del ponte napoleonico. L’oratorio è composto da un’aula centrale, con un altare tardo-barocco, e da una cappella sul lato est, insieme ad una piccola sacrestia. Sono sopravvissute solo le mura laterali ed il soffitto della piccola cappellina, intitolata alla Madonna del Divino Aiuto. oratorio san giuseppeI tetti vennero danneggiati gravemente durante l’ultima guerra mondiale, a seguito degli intensi cannoneggiamenti subiti nell’estate del 1944. Nel corso degli ultimi decenni le intemperie e l’incuria hanno fatto cadere ciò che restava della copertura. Nel 2007 la porta in legno è stata sostituita con una vetrata ed è ora possibile osservare l’interno della vecchia chiesa. Per l’occasione sono stati collocati al suo interno alcune opere dello scultore Nado Canuti.

Chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire

La Chiesa di Santa Lucia vergine e martire è una chiesa situata nella frazione di Montecastello. Fu edificata sulle strutture della preesistente rocca. Nel 1260 risulta suffraganea della pieve di San Gervasio e nel 1431 venne elevata a pieve. Il 13 luglio 1944 militari tedeschi minarono e abbatterono il campanile della chiesa e con questo la chiesa stessa. Rimase in piedi il muro perimetrale a nord e quello dell’abside. La nuova chiesa fu ricostruita nel dopoguerra e inaugurata il 14 luglio 1948. L’interno è diviso in tre navate e concluso da un’abside semicircolare al centro della quale è conservata una statua con le reliquie di “Santa Lucia”. Tra le opere d’arte, un artistico frontale di tabernacolo in marmo scolpito del XV sec. con lo stemma della famiglia Galletti, una pila per l’acqua santa, una statua in legno raffigurante “San Rocco”.

Chiesa di San Martino

La chiesa è attestata in una bolla di Celestino III del 1193. Questo documento è anche il primo che cita il toponimo di Pontedera. Non sappiamo esattamente se fosse all’interno o all’esterno delle mura del castello. Si presume però che fosse appena fuori ubicata dove fino a prima della seconda guerra mondiale esisteva piazza San Martino, tra l’attuale piazza Garibaldi e via della Misericordia. La chiesa era posta sotto la pieve di Calcinaia e risulta distrutta già nel XVI secolo.

Chiesa di San Lorenzo e San Bartolomeo

E’ una chiesa situata nella frazione di Treggiaia. Si presenta oggi con una semplice facciata in stile romanico, che i restauri del 1957 hanno riportato in luce riscoprendo il rosone centrale e tamponando le due finestre laterali. Il severo portone in arenaria (1720) testimonia degli interventi di ammodernamento che interessarono l’edificio nei primi decenni del XVIII sec., seguendo l’imperante gusto barocco. L’interno, a croce latina, è ad unica navata absidata e nei bracci del transetto si aprono due cappelle. La chiesa custodisce due importanti sculture lignee policromate: la prima, raffigurante “San Bartolomeo”, è attribuita a Francesco di Valdambrino; l’altra, una “Madonna con Bambino”, risale agli ultimi decenni del XVI secolo. A lato si erge il massiccio campanile, restaurato nel 1720.

Chiesa della Misericordia

Progettata dall’architetto pontederese Luigi Bellincioni, fu iniziata nel 1883 e conclusa nel 1892; è a pianta centrale polilobata, con copertura a cupola, e ai lati dell’unico ingresso sorgono due minuscole cappelle rettangolari. L’interno è articolato in cinque cappelle semicircolari; lungo le pareti delle prime sono disposte le stazioni della “Via Crucis”, mentre nelle successive sono collocati i due altari ottocenteschi, realizzati in legno dorato e dipinto, di chiaro stile rinascimentale. Sull’altare destro si conserva la venerata “Madonna della Misericordia” (XIX sec.). Sull’altare maggiore, un “Crocifisso” ligneo ottocentesco. Il tamburo della cupola è decorato con medaglioni di stucco contenenti le raffigurazioni delle virtù cardinali.

Chiesa della Madonna dei Braccini

La Chiesa della Madonna dei Braccini è una chiesa situata nella frazione de La Borra. A poca distanza dalla scomparsa chiesa di San Michele di Travalda (XI secolo), fra il 1651 e il 1652 fu eretta l’attuale chiesa in un podere della famiglia Braccini, col titolo di Santa Maria della Tosse, per ospitare un’immagine della Vergine venerata come miracolosa.

Chiesa del Sacro Cuore ai Villaggi

La Chiesa del Sacro Cuore ai Villaggi è una chiesa moderna, eretta nel secondo dopoguerra per rispondere alle rinnovate esigenze parrocchiali del Villaggio Piaggio, in sostituzione della vecchia chiesetta posta al centro del villaggio stesso. Dal precedente oratorio proviene la statua lignea del Sacro Cuore di Mario Bertini, del 1954.

Chiesa dei Padri Cappuccini

L’arrivo dei Cappuccini a Pontedera risale al 1639 e con la costruzione della Chiesa della Visitazione. Solo nel 1930 la comunità di frati si è trasferita in una proprietà vicina, dove negli anni 1954 è stata costruita l’attuale chiesa. L’edificio, preceduto da un portico, ha un’unica navata su cui si aprono le cappelle laterali e al suo interno conserva un prezioso “Crocifisso”, in legno policromato, del XIV secolo di ambito pisano; inoltre, nella cappella destra si trova un bel dipinto raffigurante la “Visitazione”, attribuito alla scuola del Cigoli.

Duomo

La “Propositura dei Santi Jacopo e Filippo” è anche chiamata la grande “chiesa nuova”. Venne eretta, in stile neoclassico, fra il 1840 e il 1864 su progetto dell’ingegnere fiorentino Giuseppe Michelacci. Solo successivamente fu aggiunto il porticato, i campanili e la fontana in mezzo alla piazza. I campanili furono minati e fatti saltare in aria durante la Seconda Guerra Mondiale, sostituiti poi da un enorme campanile in cemento armato. L’edificio conserva al suo interno molte opere d’arte, tra cui l’Annunciazione di Jacopo Chimenti e le reliquie di San Faustino martire.

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