Archive for luglio, 2012

Considerazioni sulla chiusura della sede distaccata del Tribunale a Pontedera

venerdì, luglio 27th, 2012

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” e della “Nazione Pontedera” del 27/7/2012.

venerdì27 luglio 2012 Testata:TIRRENO PONTEDERA Pagina:I
«Chiudere il tribunale non farà risparmiare»

Comune e consiglio dell’ordine degli avvocati impegnati in una difficile battaglia per evitare la chiusura del palazzo di giustizia di Pontedera, cioè della sezione distaccata del tribunale di Pisa. Se infatti dovesse passare il testo presentato dal ministro della Giustizia Paola Severino per la revisione delle circoscrizioni giudiziarie Pontedera perderà il suo tribunale. Accadrà insieme al taglio e agli accorpamenti di quasi 300 uffici giudiziari. La scure si dovrebbe abbattere per l’esattezza 220 sezioni distaccate, oltre a tribunali e procure.
L’obiettivo sbandierato dal Governo a giustificazione dell’ operazione è l’efficienza. E il risparmio pubblicizzato – i conti sono stati fatti dal 2012 al 2014 ma è evidente che la nuova geografia non sarà attuata prima del2014 – è di 50 milioni di euro. Cifre tutte da dimostrare.
Per dire no all’ipotesi di chiusura della sede distaccata e al suo trasferimento a Pisa il sindaco, Simone Millozzi, ha organizzato una conferenza stampa insieme al presidente del consiglio dell’ordine degli avvocati di Pisa, Rosa Capria. Presenti il vicesindaco Massimiliano Sonetti, e avvocati che da tempo seguono le sorti degli uffici giudiziari cittadini. Prima ci sono state le battaglie per ottenere un numero sufficiente di giudici sia al civile che al penale. Poi le proteste per adeguare gli organici della cancelleria da molti anni in sofferenza. E ora la decisione di chiudere il tribunale che finora sembrava essere riuscito a schivare i tagli decisi in nome di un risparmio che non sembra reale e non va certo incontro ai diritti dei cittadini.«In tutta questa vicenda – ricorda l’avvocato Rosa Capria nessuno parla di diritto di accesso alla giustizia». Dati e l’esperienza del lavoro quotidiano stridono con i tagli. La logica quando si cancellano servizi è sempre quella del presunto risparmio. Alla fine però i conti non tornano. Lo dimostra il fatto che il Governo pensa di maturare la prima tranche di risparmi già nel 2012. Invece, con questa tabella di marcia, il decreto delegato diventerà una realtà nel 2014. L prevista anche l’eventuale sopravvivenza degli uffici che il Ministero indicherà per altri cinque anni con un risultato di grande confusione. Del tutto imprevisti sono gli oneri relativi agli accorpamenti. «Nessuno calcola i costi dei trasferimenti- ribadisce Capria – e poi in molti casi, conce per il tribunale di Pisa, non ci sono gli spazi per trasferire i vari uffici giudiziari». Così anche il recupero di efficienza, fermo restando che è necessario riorganizzare il sistema giustizia, è tutto da dimostrare. Alla fine tagliare non basta se non viene applicato il calcolo dei costi standard, della revisione della spesa, del taglio della sola spesa inefficiente. Infine, altro aspetto importante, nel ridisegnare la geografia giudiziaria – è stato detto in conferenza stampa – non si è tenuto conto della specificità territoriale e dei bacini di utenza (la sezione distaccata di Pontedera è di riferimento per circa 200mila abitanti). L’Avvocatura insieme con l’associazione nazionale dei Comuni italiani con la quale è in atto un protocollo di intesa metterà a disposizione del Governo e del Parlamento una banca dati inserendo voce per voce le spese sostenute dai Comuni per i tribunali destinati alla soppressione. Quelle che sosterrebbero i Comuni dei tribunali superstiti e i necessari studi sulla viabilità locale. L stato sottolineato poi che questa revisione dei tribunali potrebbe correre il rischio di essere dichiarata incostituzionale. Gli avvocati minacciano ulteriori scioperi che metterebbero ancora più in cri si i processi che già hanno tempi lunghi con cittadini costretti a attendere anche dieci anni per ottenere la sentenza di pri mo grado in un processo civile. La protesta è solo all’inizio. Si parte intanto da una denuncia alla Corte dei Conti per capire se dalla riorganizzazione invece di un risparmio potrebbe nascere un ulteriore spreco di denaro.

venerdì27 luglio 2012 Testata:TIRRENO PONTEDERA Pagina:I
Congelato il progetto per la nuova sede

Il Sindaco: «Disagi per cittadini e aziende, non si tiene conto della specificità dei territorio»
La nostra non è una battaglia di campanili, questa è un’iniziativa che serve a sottolineare
l’importanza della nostra sezione distaccata del tribunale». Il sindaco Simone Millozzi, avvocato di professione, si dice pronto a impegnarsi in prima persona e a chiedere aiuto ai
parlamentari di zona di tutte le forze politiche nella speranza che questo possa evitare la chiusura degli uffici giudiziari cittadini.«I tagli non tengono conto – aggiunge il sindaco – della specificità territoriale. Nel primo provvedimento, quello che teneva conto di parametri oggettivi, la sezione distaccata di Pontedera era salva. Poi la novità della chiusura che non porterebbe ad alcun risparmio». Anzi, sarebbero sicuri i maggiori oneri per i trasferimenti con il rischio di caos al momento di spostare da una sede all’altra migliaia di fascicoli.Il sindaco ricorda il lavoro del Comune e gli investimenti sostenuti dalla città per la giustizia. A questo punto il progetto della nuova sede del palazzo di giustizia è congelato. Era già stato individuato il terreno ed erano stati fatti alcuni passaggi tecnici con il Ministero. Tutto azzerato. Per sopperire alla cronica carenza di organici del tribunalino l’amministrazione comunale negli ultimi anni ha messo a disposizione una persona che si occupa della vigilanza. «Noi crediamo nell’importanza di avere un presidio di giustizia sul territorio come è la sezione distaccata del tribunale. Faremo il possibile per mantenerlo e per garantire ai cittadini l’accesso alla giustizia». A pagare le spese della nuova organizzazione dei tribunali alla fine saranno cittadini e aziende. E la sede di Pontedera è un di riferimento sia per le imprese della Valdera che per quelle del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno.«Sono pronto ad essere parte attiva in una vertenza per impugnare il provvedimento che ridisegna la geografia dei tribunali» prosegue il sindaco sposando la tesi dell’Avvocatura che ha annunciato ricorsi alla Consulta contro il provvedimento di revisione della rete dei tribunali. Un disegno che “rischia” di salvare l’ufficio del giudice di pace di Pontedera ma non la sezione distaccata del tribunale. Quasi certa la fine delle sedi dei giudici di pace di Cascina, San Miniato e Volterra.

venerdì27 luglio 2012 Testata:NAZIONE PONTEDERA VALDERA Pagina:21
Addio al tribunale, ma avvocati e Comune promettono battaglia

CONSIGLIO degli avvocati pisani e comune di Pontedera sono d’accordo: chiudere la sezione staccata del tribunale pontederese, che amministra la giustizia in 22 comuni per una popolazione di quasi 190mila abitanti e circa 50 mila aziende, e con un carico di cause superiore a 5000, non comporta nessun risparmio, aggrava i problemi della giustizia nella nostra provincia e probabilmente è anche anticostituzionale perché lede il diritto di accesso alla giustizia stessa. E se il consiglio nazionale forense ha già denunciato la decisione il progetto del governo Monti che fissa in 18 mesi la chiusura di alcuni tribunali (in Toscana quello di Montepulciano) e di tutte le 224 sezioni staccate (in Toscana sono a Pontedera, Empoli, Viareggio e Montevarchi), Comune e avvocati sono pronti a rivolgersi alle alte Corti di giustizia per impedire la chiusura della sezione pontederese. Il consiglio provinciale dell’ordine, con la presidente Rosa Capria, si è riunito ieri a Palazzo Stefanelli con il sindaco Millozzi eil vicesindaco Sonetti per manifestare pubblicamente l’unità di intenti.
INCONTRO che la presidente Capria ha aperto dicendo che «i 50 milioni di risparmio a livello nazionale sono un calcolo induttivo che non tiene conto, ad esempio, di quanto costerà trasferire da un’ altra parte così tante strutture giudiziarie. E il calcolo sul risparmio diventa ancor più ipotetico, e secondo noi irreale, per la situazione pisana. A partire dal fatto che per portare a Pisa i quattro giudici, gli impiegati, le due aule di udienze, l’archivio e così via, presenti a Pontedera,bisognerà liberare un’ala del palazzo di giustizia, sfrattando, si sente dire, la polizia giudiziaria. Per la quale bisognerebbe trovare un’altra sede, magari in affitto». «Ma in tema di affitti – sottolinea l’avvocato pontederese Sergio Giuntoli -, è bene ricordare che alti sei organi giudiziari pisani, a cominciare dalla Procura, non hanno sede nel palazzo di giustizia e operano già in altre sedi, in affitto». Il sindaco Simone Millozzi, avvocato prestato all’amministrazione pubblica, sottolinea le spese e il forte impegno finora profusi dal Comune per Palazzo Pretorio. «Anche perché dice – i rimborsi che arrivano da Roma coprono al massimo l’8O% delle reali spese. Pensavano anche a costruire un nuovo palazzo di giustizia attraverso un’operazione immobiliare che avrebbe coinvolto un imprenditore privato, ma a questo punto, col progetto di chiusura, salta, o comunque viene sospesa, anche questa possibilità». Il giudice di pace, sempre secondo il governo, può invece restare a Pontedera, mentre andrebbero chiuse le sedi di Cascina, Volterra e San Miniato..
M.M.

Le piazze per i cittadini

venerdì, luglio 27th, 2012

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” del 26/7/2012

Tutto cominciò con il Toro di Cascella

Tutto cominciò circa 11 anni addietro, nel marzo 2001, quando il Comune decise di installare in Piazza Curtatone davanti al Palazzo Pretorio una scultura di Pietro Cascella: “il Toro: il Peso della città”, su basamento in cotto e travertino, con ai lati due panche in stile,un simbolo della gravosità del lavoro.
L’amministrazione decise che ogni anno si sarebbe installata un’opera d’arte in città, in uno spazio pubblico. Ciò fece da volano anche alla riqualificazione degli stessi spazi. Piazza Garibaldi nel 2005 è stata oggetto di una ampio intervento di ristrutturazione e riqualificazione urbana. Il progetto “Sedili di Pietra” ha coinvolto 17 tra i più importanti artisti internazionali di arte contemporanea: Joe Tilson, Cordelia von den Steinen, Girolamo Ciulla, Pietro Cascella, Nado Canuti, Giò Pomodoro, Jean Paul Philippe, Rinaldo Bigi, Marcello Aitiani, Mirella Forlivesi, Yasuda Kan, Viliano Tarabella, Daniel Couvreur, Venturino Venturi, Mauro Berrettini, Daniel Milhaud e Manuele Giannetti.
Nel 2002 in Piazza Cavour, è stata collocata su un basamento in porfido una bella scultura in bronzo di Giuliano Vangi raffigurante una giovane donna nell’atto di muoversi, “Ragazza in piedi” a simboleggiare in modo evidente il valore della libertà. Nella stessa Piazza sono state installate delle panchine ed altre installazioni artistiche provvisorie.
Anche Piazza Unità d’Italia, più nota come Piazza Stazione è stata oggetto di una ampia ristrutturazione e riqualificazione urbana che ha ridotto lo spazio per il transito e la sosta delle auto. A rendere unico l’aspetto della piazza ha provveduto l’opera “Origine Vespa” del Maestro Mino Trafeli, collocata su un basamento in posizione centrale. Essa rappresenta una interpretazione artistica dello scooter Piaggio.
Nel 2009 Piazza Martiri della Libertà è stata parzialmente chiusa al traffico e una parte della grande piazza è stata pedonalizzata e dotata di panchine e di arredi.
Nell’area del Museo Piaggio è stata creata la Piazzetta Corradino D’Ascanio.
Piazza Duomo è stata recuperata ed abbellita con opere d’arte, riducendo gli spazi a disposizione delle auto. La Piazza vede la presenza delle opere dell’artista Adami: nove sculture in bronzo e pietra circondate da una serie di panchine dell’autore senese Riccardo Grazi.
Piazza Andrea da Pontedera è stata completamente restaurata ed impreziosita con le Sedute in Pietra di Canuti e con le opere del Maestro Simon Benetton. Molto importante è il recupero all’uso pedonale del lato sud della piazza. E’ un piccolo ma importante segnale della linea che ha ispirato tutta l’azione del Comune: recuperare qualità della vita attraverso maggiori spazi per la socializzazione e per tutti i cittadini, adulti ma anche bambini e anziani.
Piazza Trieste è stata inaugurata definitivamente venerdì scorso, dopo essere stata liberata dal parcheggio delle auto. E’ adornata di opere d’arte e di un fontanello.
Altri interventi hanno riguardato la creazione e il recupero di piazze più piccole come: Piazza Vittime dei Lager Nazisti, Piazza Luperini, la Piazzetta del Villaggio Martelli, Piazza Donna Paola Piaggio.
Anche nelle frazioni si è provveduto a recuperare molte piazze. Tra tutte vanno ricordate Piazza Garibaldi a la Rotta o Piazza Monti a Treggiaia
Infine l’ultimo spazio della città recuperato è Largo Pier Paolo Pasolini da vero e proprio parcheggio a spazio verde e vivibile, in parte pedonalizzato, da oggi.

Quelle aree fatte per socializzare
Pontedera e le sue piazze. La Piazza è il luogo pubblico per antonomasia, quello dove i cittadini si incontrano e discutono, come nell’agorà dell’antica Grecia, è il luogo dell’identità di una comunità e anche quello dove nascono le rivoluzioni (si pensi a Piazza Tahir in Egitto o a Piazza Tienanmen, o a Place de la Bastille). I regimi odiano le piazze perché vi si possono scambiare concretamente opinioni e idee. Tornare a valorizzarle significa tornare a favorire il dialogo e la socializzazione dei cittadini.
E’ ciò che sta accadendo a Pontedera dove da un decennio sono sorte nuove Piazze e sono state rifatte, o addirittura, completamente ristrutturate praticamente gran parte delle piazze preesistenti. Un’operazione che ha visto anche la caratterizzazione artistica di questi spazi, come nella tradizione, secolare, della Toscana. E dell’Italia tutta visto che il nostro Paese è tra quelli che contano più piazze e fori storici perfettamente conservati ed integri, noti in tutti il mondo: da Piazza della Signoria a quella dei Miracoli, da Piazza San Marco a Piazza San Pietro, da Piazza del Campo a Piazza Plebiscito, e mille altre. A Pontedera non è stata una operazione breve e nemmeno di poco conto. Cominciò sostanzialmente con la collocazione nel 2001 della statua di Cascella, il Toro, in Piazza Curtatone e Montanara. Ci furono grandi polemiche e critiche ma anche un positivo dibattito in cui tanti davano conto del fatto che quello spazio aveva recuperato in vivibilità e non era più un anonimo angolo della città. Tutti sapevano dove si trovava la Piazzetta del Toro di Cascella. Ci furono poi altri interventi, in città e nelle frazioni.
Il filo conduttore di questo processo di valorizzazione è stato quello di un recupero delle funzioni di socializzazione e della bellezza degli spazi collettivi. Ovunque è stato possibile sono stati eliminati i posti auto. Sono state collocate opere d’arte o arredi artistici e lasciati spazi per il gioco dei bambini o spazi ampi e comodi dotati di panchine.
L’ultimo in ordine di tempo è il Largo Pier Paolo Pasolini, dove prima insisteva il vecchio Cinema Massimo, ora sede della Banca Popolare di Lajatico, che verrà inaugurata oggi. Grazie all’impegno dell’istituto di credito, e come per ogni intervento anche dei settori tecnici del Comune, il Largo è stato completamente ripensato e ha assunto un aspetto di un fresco angolo verde a disposizione di tutti i cittadini.
In questi anni l’esperimento pontederese ha richiamato l’attenzione anche dei media, come I Viaggi di Repubblica che gli dedicò un’importante servizio, e ha avuto riconoscimenti importanti sulla vivibilità (come lo Studio Sintesi di Mestre, pubblicato da Panorama, che ha messo Pontedera al primo posto per vivibilità, tra i comuni da 10 mila a centomila abitanti, nel centro-sud).
La scelta pontederese è stata poi esportata anche nei comuni limitrofi della Valdera.
Il costo complessivo delle opere e dei lavori a Pontedera è stato, in questi dieci anni, di circa tre milioni di euro: che rappresentano circa un decimo del bilancio complessivo dei lavori pubblici del Comune di Pontedera nell’ultimo decennio. I privati sono intervenuti con qualche centinaio di migliaia di euro.
Una sinergia importante che ha dato ottimi frutti.

Intervento del sindaco Simone Millozzi

Sindaco Simone Millozzi Pontedera continua a creare nuove piazze e a investire sulla vivibilità di quelle esistenti. Da dove nasce questa esigenza?
Innanzitutto negli ultimi anni Pontedera che, va detto, ha visto aumentare i propri residenti, non ha mai smesso di riqualificare gli spazi pubblici. Le Piazze sono diventate un po’ il simbolo di questo lavoro perché sono state riqualificate “contaminandole” con l’arte, grazie ad artisti di grande livello. Questo ha dato una forte identità e riconoscibilità agli spazi pubblici e una grande qualità. Abbiamo osservato in questi anni che dove installavamo opere d’arte la gente diventava più rispettosa di quegli spazi, nessuno buttava più le cartacce a terra. La bellezza, la cura, l’arte, rendono migliori i cittadini. Comunicano rispetto, senso di appartenenza, “autorevolezza” della cosa pubblica. Noi siamo un Paese, l’Italia, dove tutti in casa hanno quadri, soggiorni curati, ma poi eravamo abituati che in strada, dove cominciava lo spazio pubblico, la “res pubblica”, tutto era sciatto, trasandato, sporco. E’ un po’ la nostra vecchia mentalità dove c’era un forte senso del privato e uno scarso senso della cosa pubblica. Penso che a Pontedera in questi anni si sia fatto un’importante operazione culturale: la cosa pubblica, ciò che è di tutti, deve avere lo stesso peso, la stessa cura, di ciò che è privato. Se è possibile anche di più. Perché sempre di più passiamo il nostro tempo a contatto con gli altri, in spazi pubblici.
Come si concilia tutto ciò con le scarse risorse dei comuni?
Oggi, negli ultimi mesi, la nuova sfida è proprio quella delle risorse. Devo dire la verità: l’operazione di rifacimento delle Piazze e degli arredi urbani non è una voce di bilancio particolarmente onerosa ma comunque le difficoltà ci sono. Però a Pontedera i privati, dagli imprenditori alle banche, hanno capito il senso dell’operazione fatta in questi anni, e trovo ancora grande collaborazione. In piazza Andrea da Pontedera, in piazza Trieste, in Largo Pasolini, il contributo dei privati è stato determinante. Credo che questo rappresenti un doppio risultato per questa comunità e una strada da continuare a percorrere.
Come si evolverà questa operazione?
Credo che sulle piazze esistenti il grosso sia stato fatto. Sarebbe bello poter intervenire con una grande riorganizzazione di Piazza Martiri della Libertà. Vedremo. Di contro credo che occorra continuare a recuperare spazi per lo stare insieme. Non solo nuove piazze ma anche cortili, spazi verdi, centri di aggregazione. Penso solo a cosa rappresentano oggi per Pontedera il centro Poliedro o gli spazi del Centrum Sete Sois Sete Luas, oppure il Parco urbano de La Rotta. Questi spazi ridanno valore al senso di cittadinanza e di comunità. E’ nelle piazze che i bambini giocano. Ecco, l’immagine più bella del nostro successo è quando vedo giocare insieme tanti bambini nelle Piazze. Come dice Giovanni Bollea uno dei più grandi neuro-psichiatri infantili italiani, occorre recuperare il valore del cortile, degli spazi per i bambini nelle città. Per costruire un futuro migliore e migliori cittadini del domani, c’è bisogno di spazi oggi, liberi per tutti. Tornare ad una società dei rapporti umani superando la società del mero consumismo e della mercificazione di tutti i rapporti umani.

Alcune considerazioni del Sindaco Simone Millozzi e del Magistrato Dr. Angelo Perrone sulla soppressione della sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa

giovedì, luglio 19th, 2012

L’Amministrazione Comunale di Pontedera alla luce delle prime anticipazioni emerse in questi giorni sull’azione di spending review governativa in relazione alla soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali sul territorio nazionale, esprime la propria contrarietà e opposizione all’ipotesi che la razionalizzazione possa coinvolgere anche il Tribunale cittadino. Pur condividendo l’obiettivo di revisione della spesa pubblica e di riorganizzazione dei servizi il Comune ritiene che sia necessario procedere ad una valutazione attenta e precisa, caso per caso, dei costi – benefici di un’azione di soppressione di una sezione distaccata.
La soppressione tout-court di tutte le sezioni distaccate senza considerare quantità e qualità del lavoro assegnato e svolto, possibilità di garantire l’amministrazione della giustizia anche concentrando tutto sulla sede principale, condizioni particolari di necessità di presidi di un territorio o meno (si pensi ad es. a territori ad elevato tasso di delinquenza organizzata come alcune sezioni distaccate in territori di mafie o a sezioni distaccate su territori lontani dai capoluoghi o ancora a sezioni al servizio di territori uniformi e vitali come può essere il caso di Pontedera per l’intera area Valdera), è sicuramente un danno per l’esercizio della giustizia ed in taluni casi può portare addirittura ad un aggravio di costi. In particolare per quanto riguarda la sezione distaccata su Pontedera del Tribunale di Pisa evidenziamo che la sua eventuale soppressione appare, alla luce dei dati alla mano, inadatta a ottenere risultati di risparmio e passibile addirittura di apportare l’aggravarsi delle condizioni di efficacia ed efficienza dell’amministrazione della giustizia sul territorio provinciale pisano. La struttura del Tribunale di Pisa, sempre dati alla mano, non appare in grado di assorbire il lavoro assegnato alla sezione distaccata di Pontedera, né quanto ad ambienti fisici, né quanto a risorse, né quanto a possibilità organizzative. Lontano, pertanto, da qualsiasi rivendicazione puramente campanilistica e territorialistica, il Comune si oppone a questa misura e coinvolgerà i parlamentari della zona impegnandoli a contrastare le ipotesi di soppressione della sezione distaccata di Pontedera.

La giustizia decentrata, ancora una risorsa per il paese di Angelo Perrone Magistrato presso il Tribunale di Pisa Sezione distaccata di Pontedera

Pochi passi separano, ai due lati estremi del corridoio centrale, la stanza del giudice da quella dell’ultimo cancelliere. È il microcosmo del settore penale, nella sezione distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa. Non molto più ampio è lo spazio a disposizione del settore civile. In un palazzo d’altri tempi, al centro della piccola cittadina.
Stanze strapiene di fascicoli, ma il cumulo a volte si disperde miracolosamente in locali che diventano, da un giorno all’altro, più ampi solo per l’esodo del personale: chi va in pensione non viene più sostituito. Sono apparse, solo per brevi periodi, alcune stagiste (senza stipendio), venute “per imparare”. Il Comune ha messo a disposizione, con buona volontà, una sua dipendente part time.
Oggi, però, è ormai lontano l’eco delle lamentele che in passato animarono alcune assemblee indette dall’ordine forense, con la partecipazione di rappresentanti comunali e di magistrati, per denunciare lo stato di “abbandono” della sezione, priva di magistrati titolari e sottoposta alla rotazione dei giudici di Pisa. Allora, la giustizia, già affannata di suo, arrancava ancor di più in questa periferica cittadina.
Ora, i corridoi della sezione sono stracolmi di persone, tutti i giorni si celebrano udienze civili e penali sino a tarda ora, l’assegnazione in maniera stabile di diversi magistrati ha permesso di modificare la situazione del passato. Il numero dei fascicoli pendenti è di tutto rispetto anche nei confronti della sede centrale: nel penale, la sezione tratta un numero di fascicoli pari a due terzi di quelli pendenti a Pisa. I processi hanno tempi di trattazione piuttosto veloci. Sono all’ordine del giorno questioni delicate, in materia di sicurezza sul lavoro, di tutela dell’ambiente e del territorio, di garanzie per le persone. Gli adempimenti di cancelleria sono svolti con solerzia ed attenzione.
I giorni di lavoro trascorrono in modo intenso, ma non mancano episodi sorprendenti da ricordare, piccoli frammenti di vita lavorativa, che raccontano la diligenza degli operatori, la cura nello svolgimento delle mansioni, l’attenzione per le persone che frequentano il palazzo, la sensibilità umana verso gli utenti, la preparazione professionale in tutto ciò che viene fatto ogni giorno.
Pontedera? Potrebbe essere anche un’altra sezione distaccata del Paese. Potrebbe chiamarsi anche Pescia, o Empoli, o Viareggio, per non andare lontano. Sarebbe lo stesso.
Per quanti operano in una piccola realtà, “parcellizzazione della giustizia, spreco di risorse, inefficienza” sono concetti complicati e oscuri, forse troppo difficili da comprendere in un piccolo posto di provincia, in cui più che le parole contano i gesti. Così, tutte quelle persone sono rimaste sorprese quando un giorno hanno trovato il nome del loro ufficio inserito al rigo 3, della pagina 3 della Tabella A, art. 1, comma 1, di uno schema di decreto legislativo che prevede la soppressione della sede.
Piccolo è bello? Forse, di questi tempi, non nuoce rammentare che, anche nel piccolo, nella periferia del Paese, si trovano competenza, diligenza, senso di appartenenza. E poi si incontra qualcosa di speciale nelle persone e nel modo di lavorare. Lo avverti subito, percorrendo quel corridoio centrale del palazzo. Anche questo è un esempio di buona giustizia, e di buon vivere civile. E’ bello percepirlo e ti fa stare meglio, dando alla gente qualche speranza in più. Qualcosa che potrebbe ancora essere utile a questo paese.

Considerazioni del Sindaco Millozzi sulle dichiarazioni del Presidente della Piaggio Roberto Colaninno

giovedì, luglio 19th, 2012

Ho letto stamani con grande preoccupazione le dichiarazioni di Roberto Colaninno, riportate dalla stampa, nelle quali il Presidente e Amministratore Delegato del gruppo Piaggio esprime una situazione di sofferenza dei mercati e annuncia misure negative per il territorio.
La mia preoccupazione è quella di tutta la nostra comunità. La Piaggio continua ad essere centrale per la vocazione industriale di questa parte della Toscana e per lo sviluppo economico.
Ci auguriamo che questa preoccupazione e le future decisioni vengano condivise con le Istituzioni locali, i sindacati, le forze sociali proseguendo quella strada di concertazione, di condivisione delle prospettive e delle difficoltà che negli ultimi anni ha permesso di ridurre i morsi di questa crisi.
Il Paese è oggi in difficoltà ma non è pensabile che queste difficoltà si affrontino con la riduzione della sua forza industriale, con lo smantellamento del patrimonio di conoscenza e di competenza oppure scaricando la crisi solo sui lavoratori. Per questo è importante avere un territorio ricco di imprese, di risorse, di capacità. L’indotto di questa area ha vissuto negli ultimi anni una forte contrazione e una forte selezione. E’ un indotto che vuole stare sul mercato e la cui tenuta è essenziale per scenari futuri di ripresa produttiva e di crescita, a cui questo Paese e le imprese devono comunque mirare.
Nei prossimi giorni incontrerò i sindacati per continuare un confronto che non si è mai interrotto. Siamo vicini ai lavoratori e al mondo del lavoro. Tenuta industriale del territorio, tenuta occupazionale futuro della nostra comunità sono intrinsecamente connessi. Mi auguro che la stessa azienda e il suo Presidente vorranno condividere e valutare con il territorio le future scelte.
Ripeto quello che ho sempre detto. Questo Paese e l’Occidente usciranno dalla crisi se sceglieranno di farlo tutti insieme – tenendo insieme comunità, storia, industrie e società -: non si può pensare che dalla crisi si uscirà distruggendo tutto quello che ha fatto crescere l’Italia e l’Europa negli ultimi decenni. La Piaggio è la principale fabbrica delle due ruote in Europa e una delle aziende leader nel mondo. Non si esce dalla crisi senza presidiare (o riducendo) i settori strategici rimasti in questo continente.