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Variazione di bilancio per finanziare sociale e scuola ma anche investimenti e lavori

giovedì, settembre 5th, 2013
mercoledì
31 luglio 2013

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
I

 

Risorse a sociale e scuola ma anche investimenti

 

Pontedera, doppia variazione di bilancio coi finanziamenti da Roma e Firenze il sindaco Millozzì: «A breve partiranno i lavori di asfaltatura su viale America»
di Manolo Morandini

PONTEDERA
Doppia variazione di bilancio per navigare nell’incertezza del quadro normativo. La macchina comunale di Pontedera muove a vista, ma prova a tenere la barra dritta. Nelle casse entrano 800mila euro, restituiti da Roma per la partita dei soldi dell’Imu 2012, e altri 1,2 milioni di contributi erogati dalla Regione, a fronte del finanziamento da 10 milioni per il completamento del Polo tecnologico Valdera. Tutti soldi al centro di due operazioni per ridare incisività all’azione di governo.
La spesa corrente. Vale 800mila euro la partita dei soldi dell’Imu 2012 restituiti da Roma a Pontedera. Soldi che la giunta di Palazzo Stefanelli ha deciso di destinare alla spesa corrente per recuperare il terreno su due dei punti fermi dell’amministrazione Millozzi: il sociale e l’istruzione.
Nel dettaglio, oltre 300mila euro sono destinati a finanziare il sociale riportando la dotazione delle risorse in linea con l’anno scorso. Altri 200mila euro andranno per la refezione scolastica. E poi c’è la partita del trasporto pubblico locale: 200mila euro la spesa inserita a bilancio a fronte di un taglio che ammontava a 350mila euro. In parti colare, tra le cinque linee cittadine è in corso la sperimentazione sulla due, quella che dalla stazione ferroviaria passa dall’ospedale Lotti, da via Fantozzi, e poi va verso Santa Lucia e Gello, con le nuove fermate dei Villaggi, lungo la Tosco Romagnola, e quella nella zona industriale di Gello, di fronte al Dipartimento di prevenzione e medicina del lavoro.
Gli investimenti. Sul fronte delle spese in conto capitale a dare ossigeno ai conti di Palazzo Stefanelli è il contributo di 1,2 milioni di euro della Regione Toscana legato al finanziamento da dieci milioni per il completamento in cofinanziamento con il Comune del Polo tecnologico Valdera, che insiste nell’area del Dente Piaggio.
In particolare, per la realizzazione degli spazi destinati a Pont-Lab. «Il laboratorio di servizi alle imprese di cui il Comune ha scelto di essere azionista si trasferirà entro la fine di quest’anno nei nuovi spazi sull’asse del Dente Piaggio», dice il sindaco Millozzi.
I soldi in arrivo dalla Regione serviranno per 500mila euro a finanziare l’acquisto degli arredi della nuova biblioteca comunale, la cui apertura al pubblico è indicata per la fine dell’anno o al massimo nelle prime settimane del 2014. «Contiamo però di recuperare parte di questi soldi – sottolinea il sindaco -, con il contributo che potremmo spuntare attraverso il bando regionale sulla cultura, la domanda è partita in questi giorni e crediamo di avere buone chance di finanziamento per una struttura che ha un respiro sovracomunale». E se altri soldi da Firenze prenderanno la via di Pontedera potrebbero servire ad ampliare il ventaglio delle manutenzioni. «Ci sono situazioni oggettive che necessitano di una nuova asfaltatura – afferma Millozzi -. A breve partiranno i lavori su viale America ed è in corso la gara per l’affidamento dei lavori in via Dante». Poi ci sono i 170mila giuro destinati agli impianti sportivi, per l’adeguamento dello stadio Mannucci. E una cifra analoga sul fronte della viabilità, marciapiedi e altre asfaltature.

 

 

Sulla situazione dell’azienda CDC

martedì, settembre 25th, 2012

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata ” Il Tirreno Pontedera” e della “Nazione Pontedera” del 25/9/2012.

martedì
25 settembre 2012
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
«Diomelli ci ha abbandonati»

I lavoratori della Logistica Cdc portano la loro rabbia di fronte al sindaco Millozzi
di Manolo Morandini

PONTEDERA
«Come il comandante Schettino ha abbandonato la sua nave con le persone ancora a bordo è vergognoso e da irresponsabile il comportamento di Giuseppe Diomelli. Deve guardarci negli occhi, perché non è solo colpa della crisi del mercato quello che sta accadendo alla Cdc». Danno voce alla loro rabbia i lavoratori della logistica, il reparto che l’azienda di Gello ha dismesso dallo scorso giugno. Toni forti e accuse dirette, inequivocabili. Di fronte a queste posizioni, Giuseppe Diomelli, che abbiamo contattato ieri sera, preferisce, per il momento, non replicare Quella dei lavoratori è una rabbia covata per mesi sotto la cenere del senso di responsabilità a cui hanno fatto appello sindacati, istituzioni e il management. Mala misura adesso è colma, da più di tre mesi sono senza un soldo. Niente stipendio e senza l’indennità per la cassa integrazione straordinaria. Durerà un anno, poi c’è la mobilità, ma la pratica si è incagliata a Roma. «Al Ministero a metà mese stavano verificando ancora le domande di indennità pervenute ad aprile – dice il segretario provinciale della Uilm, Marcello Casati, anche a nome della Fiom -. Forse riscuoteranno qualcosa dalla fine di ottobre».Non vogliono personalismi. Riuniti al tavolo della sala consiliare di Pontedera sono i volti a parlare più di tutto. «La dignità a noi non ce la toglie neppure questa situazione, ma a Diomelli sì. Non chiediamo i suoi soldi, ma solo la disponibilità ad anticipare le indennità per questi 3 mesi o a farsi garante presso le banche. Lo può fare senza alcun sacrificio». La Provincia ha messo in campo un ruolo di mediazione. L’azienda, infatti, si è dichiarata impossibilitata ad anticipare la cassa integrazione ai dipendenti e perciò i lavoratori devono attendere i tempi dell’Inps. Invece, in virtù di un accordo tra Provincia, Cr San Miniato e Bcc Fornacette è possibile bussare a uno dei due istituti e chiedere l’anticipo del trattamento per un periodo di massimo di sei mesi.
«Chi ha scelto questa strada ha dovuto attendere più di due mesi- prima di riscuotere – spiega Samuele Nacci, della Rsu Cdc -. Sono in 12 ma la maggioranza dei lavoratori non è nelle condizioni di rivolgersi alla banca: è sufficiente avere un mutuo o le rate della macchina perché la richiesta non venga accolta»
Come si sopravvive? «Chiedendo aiuto ai genitori per tirare avanti». «Grazie allo stipendio di mia moglie». Le storie si sovrappongono. «Tra noi e i colleghi in cassa a zero ore con il contratto del commercio siamo in settanta, tutti nella stessa situazione». In ballo ci sono circa 700 euro al mese, quelli stimati per l’indennità che tarda ad arrivare. Sfumano anche le prospettive di riassorbimento del personale. La cooperativa che ha in appalto la logistica della CDC vive di riflesso il passo rallentato del gruppo informatico. Le attività languono: restano sulla carta gli impegni di riassorbire parte dei dipendenti messi in cassa straordinaria, 25 in un anno. Arriva anche il Sindaco Simone Millozzi in sala. “Con i sindacati siamo impegnati a tenere alta l’attenzione sul caso, portandolo ai tavoli provinciale e regionale. E abbiamo richiamato la proprietà alla propria responsabilità sociale verso questo territorio».

 

martedì
25 settembre 2012
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
14
Cdc, senza stipendi né “cassa” Il dramma di 70 lavoratori

Critiche al presidente “Almeno ci aiuti con le banche”

SETTANTA lavoratori della Cdc in crisi e in amministrazione controllate non ricevono da tre mesi e mezzo né lo stipendio né la cassa integrazione. E qualcuno fra loro comincia a trovarsi in una situazione disperata. Il ritardo dell’indennità integrativa è fisiologico perché la cassa è stata chiesta fra maggio e giugno e la prima erogazione arriverà soltanto in ottobre. Ma nel frattempo alcune famiglie, magari con mutui da pagare, non sanno come arrivare in fondo al mese e come pagarlo. Per cui è partito ieri dalla sala del consiglio comunale – dove i lavoratori si sono riuniti col loro leader sindacale della Uilm, Marcello Casati e col rappresentante di fabbrica, Samuele Nacci, una forte richiesta alla proprietà affinché «se proprio non vuol anticipare le prime rate della cassa, come succede in altre situazioni, almeno il presidente Giuseppe Diomelli si faccia garante presso gli istituti bancari di anticipi ai lavoratori per coprire questi tre mesi «UN’OPERAZIONE – hanno detto Casati, Nacci e alcuni lavoratori – a costo zero per l’azienda che avrebbe un significato doppio. Aiutare concretamente i dipendenti e far loro capire che, pur nella crisi, l’azienda gli è vicina». Dalla sala consiliare è anche partito l’annuncio di prossime iniziative di protesta più “dure” rispetto a quelle già organizzate, «anche perché fino a ora si pensava che un clima non esasperato avrebbe favorito la soluzione della crisi». Infine, un grido unanime. «L’azienda alla quale abbiamo dato tanto deve salvare il nostro lavoro, che invece sta sempre più scemando, anche perché la ditta subentrata a Cdc nel settore logistica non sta assumendo quel numero di lavoratori che si pensava». L’incontro è stato a tratti molto teso, con qualche critica anche alle istituzioni, alle quali il sindaco Simone Millozzi ha risposto con fermezza ricordando tutti i suoi interventi per cercare una soluzione a questa vicenda. Nacci e altri hanno anche criticato aspramente sia il presidente che il managemant aziendale «per gli errori e per la scarsa sensibilità dimostrata nei confronti dei lavoratori».

M. M.

Sulla soluzione per la Tecnocontrol

giovedì, marzo 1st, 2012

Riproduciamo l’articolo giornalistico pubblicato nella cronaca locale del quotidiano TIRRENO PONTEDERA del 25 febbraio 2012

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Sindacati e sindaco, c’è soddisfazione per la Tecnocontrol

«Con questa soluzione viene garantita l’occupazione e dimostra il radicamento di Piaggio sul territorio»

PONTEDERA – La quadra per l’ex Tecnocontrol, passata sotto il cappello Piaggio, fa tirare il fiato a molti. Ai lavoratori, assunti dalla scorsa estate con contratto a termine dalla Casa della Vespa che in piena crisi aveva preso la gestione straordinaria dell’azienda, ai sindacati di categoria e al sindaco di Pontedera Simone Millozzi, in campo a nome della città per dare una svolta in positivo alla vicenda. I termini del sorriso sono un’azienda che si salva dal baratro del fallimento, competenze e konw how compresi, e i posti di lavoro, oltre cento. Se non un’operazione a crescere certo si è rivelata non a perdere.

«C’è soddisfazione perché il risultato va nella direzione che avevamo auspicato – afferma il segretario provinciale della Fiom Marcello Franchi –. C’è un tempo tecnico per chiudere la pratica dell’acquisizione, ma è certo che per quei lavoratori si apre una prospettiva di una certa sicurezza». Che aggiunge: «Dovremo concordare nei prossimi giorni un incontro con la proprietà per definire il passaggio dei lavoratori a tempo indeterminato».

La Casa della Vespa si è aggiudicata l’asta competitiva con cui la curatela ha messo in vendita la Tecnocontrol a fronte di un’offerta di poco superiore agli 11 milioni di euro. L’unica sul tavolo.

Una svolta auspicata e per certi versi anche attesa, dopo che dalla scorsa estate, l’azienda metalmeccanica marciava in esercizio provvisorio sotto la regia di Piaggio. Nei giorni scorsi la Corte d’appello di Firenze ha confermato la sentenza di fallimento, decretata dal tribunale di Pisa lo scorso agosto con ragioni d’urgenza. Un viatico per la messa all’asta dell’azienda che ha chiuso una pagina difficile anche per le ricadute sul principale committente, Piaggio, se la produzione fosse andata in tilt.

Si guarda alle lavorazioni dell’ex Tecnocontrol, legate ai motori della Piaggio, e al ruolo giocato nella vicenda dal Gruppo di Pontedera. «Non era affatto scontata come soluzione e soprattutto in tempi così rapidi», sottolinea il segretario provinciale della Uilm Marcello Casati. Che aggiunge: «I motori a Pontedera avranno ancora un futuro». Una prima fase l’acquisizione. «Adesso si tratterà di capire quale sarà la localizzazione dell’azienda, se si avvicinerà alla casa madre, e come verrà gestita. Ma è certo che è un patrimonio che resta in Valdera».

Nel solco della soddisfazione anche il commento di Maurizio Iacoponi, segretario della Uglm: «È una soluzione industriale, che garantisce occupazione e il mantenimento del lavoro in città». Aggiunge il segretario della Fim Cisl Marco Tesi: «Tecnocontrol sarà una risorsa importante per il Gruppo. Al di là delle necessità aziendali Piaggio ha dimostrato attenzione al territorio ed è un dato non scontato».

Alla vicenda ha guardato con apprensione anche il sindaco Millozzi. «Ha coinvolto l’intero territorio e il finale pone legittimità al percorso che è stato seguito», dice il primo cittadino. Dal municipio lo sguardo punta su viale Rinaldo Piaggio. «Un plauso al Gruppo ma anche al territorio che ha accettato questa sfida. Tutti abbiamo remato dalla stessa parte». L’acquisto di Tecnocontrol dà a Millozzi anche la conferma degli impegni di Piaggio in città. «Dimostra il radicamento nel territorio, oltre agli investimenti messi in campo, e conferma in città una presenza industriale di rilievo».

Manolo Morandini

Sul progetto di linea ferrata, da Pontedera al mare

giovedì, gennaio 27th, 2011

Riproduciamo l’articolo giornalistico della testata IL TIRRENO – PONTEDERA di martedì 25 gennaio 2011

martedì
25 gennaio 2011

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
I

Il futuro correrà lungo i binari


Il sindaco: «È una prospettiva su cui puntare, servono 100 milioni di euro per collegarci al porto di Livorno»
La città si rilancia nella logistica con una via fermata parallela allo Scolmatore
di Manolo Morandini

PONTEDERA. La visione comincia a prendere forma. Ci sono realtà della logistica che da tempo hanno scelto Pontedera e altre in arrivo. E così, il progetto di una linea ferrata che dalla città corra al mare, fino a lambire lo scalo portuale di Livorno, trova nuove ragioni per provare a farsi concreta. Binari merci, lungo lo Scolmatore, per rilanciare il ruolo dell’area pontederese nell’economia costiera. Il tutto con una piattaforma per la gestione delle merci nella zona del Chiesino.

Sulla rampa c’è il centro mondiale dei ricambi Piaggio. All’ombra delle officine 2R presto prenderà vita il cantiere che darà forma all’investimento stimato in 40 milioni di euro. Mentre è prossimo all’entrata in esercizio il Centro carni di Unicoop Firenze, nell’area industriale di Gello. Due realtà che si affiancano alla piattaforma Artoni, al super magazzino della Pam, per lagestione delle merci non alimentari su scala nazionale, e al deposito della catena di discount Lidl.

Lo scalo merci, lontano dal centro c’è già nelle previsioni urbanistiche. «Si tratta di incasellare i soggetti che dovranno far parte del percorso per realizzarlo – sostiene il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi -. Sul tavolo ci sono proposte di soggetti interessati, che a breve presenterò all’attenzione della Regione». Che aggiunge: «È un’opportunità per il territorio su cui coinvolgere anche la Provincia, l’Autorità portuale di Livorno, le Ferrovie e il ministero dei Trasporti».

Il tragitto dei binari è segnato in parallelo al canale dello Scolmatore. «I primi studi di fattibilità stimano un fabbisogno di 100 milioni di euro per arrivare fino a Livorno», spiega Millozzi. Il tutto attraversando i Comuni di Calcinaia e Collesalvetti. Mentre per i soldi si potrebbe guardare a una quota di quelli indicati per la navigabilità dello Scolmatore.

La soluzione darebbe ossigeno alla Fi-Pi-Li. «La nostra città è baricentrica – sottolinea il sindaco -. Non si parla di domani ma è una prospettiva su cui lavorare con convinvinzione». E che ci sia una tendenza a fare di Pontedera e della Valdera un polo a vocazione logistica lo conferma il segretario provinciale di Filt Cgil, Goffredo Carrara: «Nei prossimi anni il settore porterà nuova occupazione in zona».

Per il responsabile di Legacoop Area vasta costiera, Antono Chelli, l’investimento Piaggio dà il segno dei tempi. «La logistica di una grande azienda riveste una importanza strategica sia per le attività che questa effettua che per tutte le imprese dell’indotto che con questa lavorano – afferma Chelli -. Non solo, ma la filiera logistica è uno degli elementi di competitività che rendono una impresa più forte delle altre nel mercato. Attualmente Piaggio manda i propri conteiner a La Spezia, se il sistema economico territoriale fosse in grado di fare alla Piaggio un’offerta competitiva che, a partire da Pontedera, orientasse verso il porto di Livorno il traffico ricambi dell’azienda, potrebbero apririsi una serie di opportunità anche di insediamento per nuove imprese dell’indotto che potrebbero trovare, nella nostra zona, interessanti incentivi alla localizzazione.

Sul tavolo della Regione a breve sarà illustrato il progetto di massima.

Bocciata l’ipotesi di allargare le aree utilizzate a Gello per il nuovo impianto di compostaggio. Il sindaco: no a nuove discariche.

martedì, aprile 6th, 2010

Millozzi chiude le porte a Geofor: «La città ha fatto la sua parte»

Riproduciamo l’articolo di Manolo Morandini pubblicato domenica 4.4.2010 sul quotidiano Il Tirreno
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PONTEDERA. «Pontedera è contraria al consumo di territorio per realizzare nuovi impianti di trattamento dei rifiuti e a un’altra discarica rispetto a quelle esistenti». C’è una lettera che scotta sul tavolo del presidente Geofor, Paolo Marconcini, e dell’Ato Toscana Costa, Marco Filippeschi. In calce porta la firma del sindaco di Pontedera Simone Millozzi, che ha sentito l’impulso di prendere carta e penna per ribadire che «la città ha già fatto la sua parte».
Una presa di posizione destinata a segnare un limite alle mire di Geofor. L’azienda di Gello, che gestisce il ciclo integrato dei rifiuti, sta definendo il piano industriale e tra le opzioni in campo legate all’impianto di compostaggio c’è quella di realizzare non solo questo ma tutte le strutture ex novo. Una possibilità accarezzata, in un primo tempo, dal presidente Marconcini e che incontra più i favori dei soci privati che di quelli pubblici della compagine Geofor, a fronte di un investimento di 45 milioni di euro. Troppi soldi e ambizioni che mal si conciliano con la realtà di una città che al trattamento dei rifiuti ha sacrificato spicchi importanti di territorio. Il piano, infatti, avrebbe messo in conto la creazione di una nuova discarica per rifiuti industriali, sulle ceneri delle aree attualmente occupate dai capannoni Geofor. Un business redditizio, che avrebbe messo l’azienda in competizione con Ecofor.
Due discariche per rifiuti industriali nella stessa città sono troppe. E l’ostacolo sembra insormontabile. Due le date destinate a chiudere gli spazi alle incertezze: il Cda Geofor del 12 aprile e l’assemblea dei soci del 7 maggio. «I terreni su cui dovrebbe insistere il progetto sono agricoli e per il Comune manterranno questa vocazione», dice Millozzi. Che aggiunge: «Il nuovo impianto di compostaggio dei rifiuti organici sarà ancora a Gello. Rimpiazzerà quello in uso, vecchio, maleodorante e inefficiente sul piano economico. Alla città sta a cuore evitare situazioni da “emergenza rifiuti” e fino ad oggi il sistema ha svolto la sua funzione. Il territorio è sede di impianti importanti e non ci sottraiamo certo alle responsabilità di farci carico del tema smaltimento ma in un quadro generale».
Non solo dei “no” da Pontedera ma anche l’impegno per nuovi investimenti. «Sul fronte della raccolta differenziata realizzeremo la stazione ecologica in località La Bianca e avvieremo il porta a porta nell’area industriale Pip 3 – sostiene Millozzi – È allo studio anche l’ipotesi di interramento dei cassonetti in città, nell’ottica di migliorare la qualità della vita nelle zone dove non è previsto il porta a porta».

I PROGETTI
Legati ai rifiuti milioni di euro di investimenti
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Valgono alcune decine di milioni di euro gli investimenti che nei prossimi anni interesseranno le aziende che a Gello, a diverso livello, gestiscono il ciclo dei rifiuti.
Geofor dal canto suo ha in ballo due opzioni. Una da 30 milioni, di cui 15 milioni destinati alla ristrutturazione del termovalorizzatore di Ospedaletto e i restanti per un impianto di compostaggio capace di trattare 40mila tonnellate di rifiuti organici, il doppio dell’attuale, da cui ricavare compost di qualità e biogas per produrre energia elettrica. L’altra soluzione, quella osteggiata dal sindaco Millozzi, prevede una spesa di 45 milioni di euro.
Ecofor Service ha in programma di installare un moderno dissociatore molecolare dei rifiuti, con tecnologia Bos, capace in un anno di rigenerare 60mila tonnellate di materiali altrimenti destinati a discarica. Un investimento da 45 milioni di euro che si accompagna alla coltivazione dei nuovi lotti di discarica già autorizzati e all’obiettivo di ridurre i materiali conferiti tal quali.
Sul piatto ci sono anche gli 11 milioni di euro che Revet ha in programma per dare nuova vita ai rifiuti della raccolta differenziata. Arredi per esterno, particolari per l’automotive, pavimenti e pallets tra i possibili riutilizzi in fase avanzata di studio.