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Sulla “guardia ecologica”

giovedì, ottobre 17th, 2013

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata “Nazione Pontedera Valdera” e “Il Tirreno Pontedera” del 10/10/2013

 

giovedì 10 ottobre 2013

Testata: NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina: 1

 

Rifiuti, ecco la “guardia ecologica”

 

L’ex vigilante del dismesso tribunale sorveglierà vie e piazze

di MARIO MANNUCCI

IN ATTESA che liberi anche i locali dai fascicoli, scaffali e e mobilia – per la cui presenza il sindaco chiede, “esige”, affitto e indennizzi – il Tribunale emigrato a Pisa ha liberato i due dipendenti del comune dislocati a Palazzo Pretorio con funzioni di sorveglianza. Una donna e un uomo. E se la prima è tornata a Palazzo Stefanelli, il secondo comincerà da lunedì la sorveglianza ecologica anti rifiuti abbandonati.

GIRERA’ per i quartieri, e soprattutto in quello della stazione e dei villaggi, inizialmente per dissuadere e richiamare all’ordine chi non usa correttamente o non usa per niente Igenio (o il porta a porta in centro) poi per multare chi persiste. In pratica, farà la guardia ecologica, la prima guardia ecologica di Pontedera e forse della Valdera. Non avrà la divisa di vigile urbano perché vigile urbano non è, «ma collaborerà strettamente con la polizia municipale – dice il comandante Michele Stefanelli – e anche con la Geofor».

IL SUO LAVORO sarà di farsi vedere, dissuasione passiva, e cogliere sul fatto chi infila nell’auto i sacchetti dell’immondizia per portarli da qualche altra parte – il famoso fenomeno dell’emigrazione del rifiuto – fino ad indagare dentro i sacchetti, con l’ausilio del personale Geofor, per verificare se il contenuto è in regola col cassonetto dove era destinato. IL SINDACO Simone Millozzi si dice fiducioso per i risultati che porterà la “guardia ecologica”: «Soprattutto dopo l’allungamento dei periodi di sosta e disponibilità di Igenio nelle strade e nelle piazze, l’elusione delle regole è scesa dal 20% al 10%. Ma resta ancora una fetta di elusione che vogliamo eliminare, per cui e in attesa di portare a Palazzo Pretorio i giudici di pace, abbiamo deciso di impiegare in questo compito l’ormai ex sorvegliante del Tribunale». Ma se ora ha un addetto ufficiale, la sorveglianza ecologica vanta già 35 multe per chi non ha smaltito la spazzatura come regola vuole.

«SONO MULTE da 100 euro – spiega il comandante Stefanelli – che aumentano in caso di recidività. La guardia ecologica avrà anche il potere di richiamare all’ordine, e magari rimandare a casa per mettersi in regola, chi non rispetta orari e corretto uso della chiavetta per aprire Igenio». Ma è vero che sono in tanti a non averla, questa chiavetta? «No, ora sono rimasti in pochi. E alcuni giorni fa – spiega il comandante – una famiglia di stranieri ci ha mostrato proprio la chiavetta che secondo qualcuno, invece, non aveva».

 

giovedì 10 ottobre 2013 Testata: TIRRENO PONTEDERA Pagina: I
Rifiuti abbandonati, il Comune al contrattacco

Rifiuti abbandonati,il Comune al contrattacco
Da lunedì farà l’esordio una guardia ambientale, perlustrerà i quartieri dove si verificano più episodi: darà informazioni, ma potrà anche multare

di Emilio Chiorazzo – PONTEDERA

Lo potremmo chiamare il vigile dei rifiuti, anche se non è un agente della polizia municipale. Ma ne svolgerà tutti i compiti o quasi. Da lunedì, il Comune, passa al contrattacco per combattere il fenomeno della spazzatura abbandonata per strada. Ci sarà un controllo costante. Che avrà un ruolo di deterrenza, ma anche di verifiche, ispezione e, alla fine, farà scattare le sanzioni. I cittadini incivili, sono informati.

La nuova figura. Si tratta di un dipendente del Comune di Pontedera che, fino al 14 di ottobre, era addetto -insieme con una collega – alla vigilanza all’interno del Tribunale di piazza Curtatone. Da quando gli uffici giudiziari si sono trasferiti a Pisa, quel ruolo, in pianta organica non c’è più: la dipendente donna è stata trasferita all’ufficio tributi, dove c’era carenza di personale. Al dipendente, invece, è stato assegnato il compito di “guardia ambientale”. Dovrà vigilare un’area della città, quella che va dalla stazione ai villaggi, dove si verifica il maggior numero di abbandoni. Lo farà a turno: qualche giorno al mattino, altri di pomeriggio. «E non è escluso – spiega il sindaco di Pontedera Simone Millozzi, nel presentare il nuovo servizio – che di tanto in tanto, la sorveglianza venga effettuata anche di sera».

I compiti a cui dovrà assolvere. Quello che parte da lunedì, nelle aree che sono servite con il servizio Igenio, sarà un presidio capillare. Gli “occhi” dell’amministrazione comunale si concentreranno soprattutto nell’area dove ci sono più casi di abbandoni di rifiuto. «L a guardia che svolgerà servizio nel quartiere – spiega Michele Stefanelli, comandante della polizia municipale unica dell’Unione – lo farà intanto a scopo deterrente. Girerà in divisa, sarà costantemente in contatto con la centrale operativa. Ma avrà anche una funzione educativa e formativa. Soprattutto i primi tempi, dovrà parlare con la gente, dare spiegazioni. Da lunedì lo affiancherò anch’io, per alcuni giorni. Avrà anche il supporto dell’ufficio ambiente». E poi ci sarà l’azione repressiva, quando si troverà davanti a situazioni insostenibili. «Se sarà necessario- continua il comandante Stefanelli – potrà chiedere l’ausilio degli operatori ecologici della Geofor, per ispezionare il contenuto dei sacchetti e per cercare elementi utili a risalire aglì autori degli abbandoni». Che, una volta individuati, saranno multati: cento euro per la sanzione, più un incremento nel caso in cui la persona scoperta e ritenuta responsabile sia anche recidiva. «Se però – spiega Stefanelli – ci troviamo davanti alla flagranza del fatto, spesso, costringiamo la persona a riprendersi il proprio rifiuto, a portarselo a casa e a conferirlo correttamente. Ma questo, ovviamente, non gli evita la sanzione».

Un fenomeno che sta calando. Quand’è partito il servizio di Igenio – i cassonetti mobili, che si spostano a orari stabiliti da una piazzola all’altra – di sacchetti abbandonati se ne trovavano a decine ogni mattina. Gli operatori della Geofor hanno dovuto fare gli straordinari, per recuperare i rifiuti lasciati fuori posto. «Ora questa tendenza è calata – spiega il sindaco Simone Millozzi – anche se i rifiuti ci sono ancora. A volte ingombranti. Un fenomeno legato all’inciviltà e a una cultura sbagliata. Che, con la presenza della uardia ambientale, vogliamo correggere. Sono diminuite anche le persone che, approfittando di situazioni anomale, non si sono provvisti della chiavetta elettronica per conferire i rifiuti nei cassonetti di Igenio. Geofor ha fatto una seconda distribuzione capillare, un porta a porta: siamo più o meno intorno al 10-15% di famiglie sprovviste di chiavetta». Geofor su richiesta del Comune ha annullato la pausa dalle 13 alle 16 (i cassonetti venivano non utilizzati in questa fascia oraria), ed ha allungato il tempo di permanenza in ogni piazzola.
In un anno una multa a settimana
Da quando tra il Centro storico (da via Saffi, perla precisione) a i Villaggi, è partito il servizio di raccolta con Igenio, i cassonetti mobili, alcuni controlli spradici sono stati fatti dagli agenti della polizia municipale. Il comandante della polizia dell’Unione, Michele Stefanelli, spiega che «abbiamo effettuato dei servizi anche con agenti in borghese, per cercare di capire i motivi di un fenomeno che, in alcuni momenti, ha assunto anche dimensioni preoccupanti. E alcuni “colpevoli”li abbiamo pure trovati». In un anno le multe elevate sono state circa 35: una ogni 10 giorni. Mentre, purtroppo, i sacchetti abbandonati, sono decine, ogni giorno, e nel fine settimana, aumentano anche. «Abbiamo chiesto la collaborazione sia a tutti i nostri dipendenti, che sono autorizzati dal regolamento a fare vigilanza e controlli che agli operatori ecologici della Geofor, per debel lare il fenomeno», spiega il sindaco.

 

 

I quattro progetti per la riqualificazione del dente piaggio ed il superamento della barriera ferroviaria

giovedì, settembre 19th, 2013

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata “Nazione Pontedera Valdera” e “Il Tirreno Pontedera” del 18/09/2013

 

mercoledì
18 settembre 2013

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
10

 

Robot, arredi-Vespa e maxiparcheggio Viale Piaggio: restyling da 16 milioni

 

Decolla il pro e o ex «Dente». Allo studio anche centro commerciale
di MARIO MANNUCCI

ENTRO due anni, viale Rinaldo Piaggio sarà abbellito da aiuole e panchine artistiche ispirate alla Vespa e all’Ape. Non avrà più l’attuale prospettiva piatta e diritta ma «un percorso sinuoso», così lo definisce il sindaco, e con una pista ciclabile sul lato Piaggio. Sarà aperto al traffico ma non alla sosta – ponendo dunque fine alla vecchia polemica delle auto lasciate sui marciapiedi – con l’arrivo però di 400 posti gratuiti sul costruendo piano superiore del parcheggio, ora blù, già realizzato nel magazzino ex Ape. Nell’area del viale si affacceranno anche un laboratorio-mostra di robot che secondo gli studi porterà 100mila persone all’anno a Pontedera, e uno spazio-laboratorio-biblioteca per ragazzi. Mentre sparirà progressivamente il depuratore che si affaccia, a volte pesantemente dal punto di vista dell’odore, sui Villaggi. Una nuova e grande fognatura di quasi tre chilometri porterà infatti gli scarichi a Gello, al depuratore di Acque spa.
E’ UN GRANDE progetto da 16 milioni – di cui 10 già stanziati dalla Regione e gli altri di quota parte comunale attraverso la proprietà dell’area – diviso in quattro parti e finalizzato a dare un look e una organizzazione al passo con i tempi alla strada “operaia” del secolo scorso ma ormai diventata, e destinata a crescere sempre più in questa direzione, la strada della cultura e dell’innovazione tecnologica. Senza ovviamente tralasciare la precedente funzione, visto che Pontedera non vuol certo perdere la Piaggio, il cui traffico merci si è però già spostato sul lato sud dello stabilimento, nell’ex aeroporto.I quattro progetti sono già operativi. Quelli della robotica e fognature sono stati elaborati dallo staff tecnico del comune, per la riqualificazione del viale è stato scelto il progetto spagnolo dello studio Tagliabue, che ha usato anche progettisti italiani, mentre per il parcheggio multipiano in materiale innovativo ed ecologico è stato scelto il progetto della studio Natalini di Firenze. «Gli appalti sranno assegnati nei prossimi mesi ed entro il 2014 – ha detto il sindaco e assessore all’urbanistica Simone Millozzi, che ieri ha presentato l’inrtera operazione – dovrebbero aprirsi i cantieri».Ma la riqualificazione della zona cittadina che sta tra il viale Piaggio e la stazione ferroviaria potrebbe avere anche un innovativo centro commerciale e direzionale sopra la stazione e la ferrovia, che perderebbe così il suo negativo ruolo si sbarramento tra la vecchia città e quella nuova, la città del viale Piaggio. Sarebbe un maxi e “vivo” soprapassaggio ferroviario, come nelle grandi città d’Europa e del mondo, che lo studio Archea ha immaginato e designato come un anello slanciato verso il cielo e capace di ospitare attività di ogni tipo, mentre sotto continuerebbero a transitare i treni. Ci vogliono 6-8 milioni, ma le Ferrovie potrebbero essere interessate. La trattativa comincia.

mercoledì
18 settembre 2013

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
1-III

 

Viale Piaggio cambia faccia

 

Piste ciclabili e pedonali, viale auto: arriva un multipiano
Un parcheggio multiplano, un laboratorio di robotica, un collettore fognario e viale Piaggio che sarà trasformato: un percorso sinuoso, senza auto e con spazi e installazioni che richiamano alla storia della città: i progetti ci sono. I soldi – 10 milioni della Regione – anche. 1 cantieri partiranno in tutto il 2014.
Dall’atelier della Robotica al viale senza auto: il futuro è qui
Scelti i quattro progetti che saranno proposti alla Regione perla riqualificazione del Dente Piaggio C’è già il finanziamento. a il sogno è un anello coi negozi per superare la barriera della ferrovia
di Emilio Chiorazzo

PONTEDERA
C’è una parte di città che cambierà volto nell’arco dei prossimi due anni. E una che al momento, rappresenta un sogno. É già disegnata, sulla carta. E piace, anche.
Ma sarà costretta a restare in un cassetto, fino a che non ci saranno i soldi perché da quel disegno possa trasformarsi in realtà.
I fondi, invece, ci sono per quattro progetti che serviranno a cambiare l’aspetto di buona parte del Dente Piaggio. Arrivano dalla Regione. Dieci milioni di euro, per i quali, il Comune di Pontedera aveva avviato una manifestazione di idee che è stata subito raccolta dai professionisti del settore.
Sono arrivati tredici progetti, sono stati scelti quelli che ora verranno sottoposti alla Regione, per proseguire l’iter che porterà, nel corso di tutto 1 2014, all’assegnazione delle gare d’appalto e all’apertura dei cantieri.
Gli altri, invece, diventeranno una grande mostra sull’urbanistica, con tanto di incontri
e di confronti con i professionisti che li hanno realizzati.

Quattro progetti. Due sono stati eseguiti dagli uffici interni all’amministrazione comunale; altri due arrivano da studi professionali privati, esterni. «Abbiamo rispettato i tempi che ci eravamo prefissati con la Regione Toscana – spiega il sindaco Simone Millozzi – Ci sono finanziamenti assegnati, ai lavori che riguardano il Dente Piaggio per dieci milioni, anche se complessivamente verranno attivate risorse per circa sedici milioni di euro».
Nel conto, infatti, vanno messe anche le aree e le strutture che il Comune cederà per la realizzazione dei progetti.
«Che rappresentano oltre un quarto dell’importo complessivo», sottolinea il primo cittadino. I progetti riguardano il collettore fognario, il parcheggio multipiano, la riqualificazione urbana di viale Rinaldo Piaggio e il laboratorio della Robotica.
Si potrà chiudere il depuratore di via Hangar. Il nuovo collettore fognario, che da viale Africa, davanti agli stabilimenti della Piaggio, con un percorso di poco meno di tre chilometri, andrà dritto a via dell’Industria, al depuratore di Valdera Acque, ha l’obiettivo di portare a dismissione l’impianto che si trova nel bel mezzo del Villaggio Piaggio. «L’unico – dice Millozzi – all’interno del centro della città».
Per raggiungere questi obiettivi, servono due fasi: la prima il collegamento con Piaggio, in modo da dirottare nell’impianto di Valdera Acque i materiali chimico-fisico, provenienti
dalla produzione dello stabilimento della Vespa. La seconda fase è successiva all’entrata in funzione del Tubone.
«In quell’occasione, il materiale biologico verrà convogliato nel nuovo condotto e noi potremo dire addio, definitivamente, all’impianto che ora è in funzione in via Hangar».
un polo espositivo per le aziende innovative. Un’altra fetta del passato che aiuta a guardare verso il futuro: questa è stata – e lo è ancora – la forza progettuale della città.
L’ex archivio Piaggio smetterà di essere uno scheletro industriale e si riproporrà – grazie al progetto realizzato, come quello del collettore fognario, dai tecnici interni al Comune – sotto un’altra veste. «Diventerà un laboratorio della Robotica, in collaborazione con la scuola Superiore Sant’Anna – spiega ancora il sindaco – e dovrà interagire con le aziende del territorio. Il laboratorio metterà a disposizione i suoi spazi, i suoi studi. E all’interno, nasceranno anche sale spazio di promozione per le aziende che potranno sviluppare qui, internamente, i loro processi».
Una trasformazione, quella della struttura che si trova lungo via Fosso Vecchio (traversa di via Roma) alle spalle della biblioteca comunale che sta per nascere, curata, tecnicamente, dagli studenti di architettura e dai professionisti che fanno parte dell’Urban center. L’atelier della robotica, così è stato battezzato, secondo studi e proiezioni, potrebbe avere uno spazio espositivo in grado di richiamare fino a centomila visitatori l’anno.
«Oltretutto – prosegue Millozzi – al suo interno stiamo pensando anche di attrezzare un angolo come laboratorio didattico. Approfittiamo del fatto che la biblioteca è proprio attigua: qui sposteremo la parte didattica e ludica della biblioteca dei ragazzi, oggi in via della Stazione Vecchia».
Un parcheggio tutto nuovo. Lo spazio al piano terra già c’è: è quello delle ex officine
dell’Ape. Rimarrà. Anche con le stesse modalità: cioè con la sosta a pagamento. Ma, verrà rialzato di un piano e, sopra, troveranno posto le vetture dei residenti, perché tutti i posti auto, oggi esistenti, lungo viale Piaggio, spariranno. E queste, potranno parcheggiare gratuitamente.
«Un parcheggio multipiano da quattrocento posti – sottolinea Millozzi – cioè un numero superiore all’attuale fabbisogno di quell’area».
Il progetto presenta una particolarità: un muro esterno con materiale riciclato e con fibre di vetro, che creano un gioco di luci, dando un’impronta diversa, all’intera area. L’idea prescelta, è dello studio professionale Natalini.
Il viale-immagine. Quella dell’impronta diversa, era una richiesta esplicita del bando. Soprattutto per la trasformazione di viale Piaggio. Il progetto che ha conquistato chi doveva scegliere è firmato dall’architetto Benedetta Tagliabue, studio professionale e sede a Barcellona, in Spagna.
Sarà un viale senza auto in sosta. Avrà piste ciclabili e pedonali. Soprattutto non avrà
più un percorso dritto come è adesso, ma un andamento sinuoso. A formare le curve, saranno degli spazi laterali, con pavimentazione che riprenderà la parete del parcheggio tnultipiano e attrezzate. Ognuna di queste aree, poi, avrà elementi artistici e installazioni che rimandano alla memoria storica e industriale di Pontedera.
Dalla realtà ai sogni… Il punto di incontro è una piazzetta che, nel progetto dell’architetto Tagliabue, nascerà dalla riqualificazione dello spazio davanti al Centrum Sete sois e Sete Luas; un open space che è stato già ribattezzato piazza dell’Arte e della Cultura.
E’ qui che si inserisce il progetto destinato a far sognare gli amministratori, ma a rimanere a lungo nel cassetto: un anello, sopraelevato – con il compito di superare la barriera della ferrovia che divide a metà la città – all’interno del quale dovrebbero essere ospitati negozi, uffici, altri servizi.
«Le idee che abbiamo lanciato per la realizzazione di un masterplan – conclude il primo cittadino di Pontedera
erano due: quella di avere alcuni suggerimenti per una progettazione futura della città e il superamento della barriera fisica che oggi rappresenta la ferrovia. Certo, potevamo fermarci a un semplice cavalcavia. Ma l’idea di dare, a quell’area, un’immagine che potesse immediatamente identificare quel posto, come il luogo della tecnologia, della ricerca, della sperimentazione, ci ha spinti a chiedere ai professionisti che avevano intenzione di partecipare al nostro bando, di proporre qualcosa di più… futuribile».
L’ostacolo principale, è legato ai costi: solo per il materiale servono quattro milioni di eure. Per tutta l’opera, il doppio.

Il Sindaco: «Potremmo coinvolgere nella realizzazione anche le Ferrovie»Lo aveva chiesto espressamente lui, come elemento essenziale da inserire nel bando. Un progetto avrebbe dovuto tener conto del passato, della cultura cittadina e delle radici. Ma avrebbe dovuto aprirsi al futuro e, soprattutto, essere capace di comunicare la valenza dell’area che si sviluppa intorno alla Piaggio, che prende vita dalle strutture che la Piaggio non utilizza più. «Potevano diventare ruderi insignificanti, contenitori abbandonati, invece, la strada della riqualificazione premia prima di tutto la città», ha più volte detto il sindaco Simone Millozzi.
L’anello che può ospitare negozi e altri servizi e che allo stesso tempo fa da passerella per superare l’ostacolo della ferrovia, unendo in maniera diversa viale Piaggio con la zona della piazza della Stazione ferroviaria, risponde proprio a questi requisiti. «Il costo è elevato spiega Millozzi – Ma pur ritenendolo, al momento, solo un sogno, proveremo a chiamare in causa anche le Ferrovie. Potrebbero partecipare alla realizzazione di un progetto che ci piace molto. D’altra parte quell’opera riqualificherebbe anche l’area della stazione».

 

Sul trasloco del Tribunale e sul “Tribunalino”

venerdì, settembre 6th, 2013

Riproduciamo l’articolo giornalistico pubblicato sulla testata “La Nazione Pontedera Valdera” del 31/08/2013

sabato
31 agosto 2013

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
20

 

Il tribunale inizia il trasloco Al suo posto il “tribunalino”

 

EFFETTO TAGLI CONTO ALLA ROVESCIA PER LA CHIUSURA
i giudici di pace prenderanno un piano del palazzo

E’ INIZIATO il conto alla rovescia, usiamo un paragone forte, per l’esecuzione del condannato. E come succede per gli ospiti delle celle della morte (per fortuna non Italia, dove la pena più tragica non c’è più) anche per il Tribunale di Pontedera l’ultimissima e remotissima speranza è l’appello alla sospensione o alla grazia. Presentata al governo dal sindaco Simone Millozzi. Ma, diciamoci la verità, c’è da sperarci poco, anche perché i giustiziandi sono ben 226, e fare un’eccezione aprirebbe una falla nella legge sulla chiusura di tutti i tribunali distaccati.

Ma se sperare non è una colpa, è un dovere puntare sul piano B. Sul “tribunalino”, chiamiamolo così anche in senso affettuoso, ovvero il trasferimento a palazzo Pretorio del Giudice di Pace. Anzi, dei Giudici di Pace. Sono infatti 3 e si occupano di 3mila cause civili e 300 penali ogni anno, il lavoro dunque non manca, fra le quali la prima voce è rappresentata dai ricorsi contro le multe, pur se calati dopo l’introduzione della “tassa” di servizio per ottenere la sentenza.

ATTUALMENTE operano nel palazzo Leoncini di via Gotti, preso in affitto dal comune perché Palazzo Pretorio era, e sarà ancora per 12 giorni “occupato”. Ma dal 13 settembre sarà vuoto. Il piano contempla anche l’ipotesi di accorpamento a Pontedera dei Giudici di Pace di Volterra e San Miniato, ma dai rispettivi sindaci è già arrivato il no. Per trattenere il servizio sui loro storici colli dovranno però pagarne tutte le spese, mentre a Pontedera sono e resteranno coperte dall’amministrazione della giustizia, per cui potrebbe esserci qualche ripensamento. Restando al concreto, i Giudici di Pace pontederesi e i loro 2 addetti alle cancellerie (il Tribunale ne aveva 27) potranno occupare uno dei 4 piani del grande palazzo. Ma degli altri 3, compreso il seminterrato e il 4° un tempo adibiti a carceri, cosa si potrà o dovrà fare? Vedremo.

Mario Mannucci

Gli interventi di restauro della scuola Curtatone e Montanara

venerdì, settembre 6th, 2013

Riproduciamo l’articolo giornalistico pubblicato sulla testata “Nazione Pontedera Valdera” del 27/08/2013

martedì
27 agosto 2013

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
12

 

Curtatone di nuovo in restauro

 

SCUOLE: COSTA 160 MILA EURO L’INTERVENTO 160 MILA EURO L’INTERVENTO PIÙ GROSSO DEL 2013` GROSSO DEL 2013

Guai per l’edificio didattico più storico e bello (ma fragile)

E’ LA SCUOLA più storica della città ma ancora una volta bisogna ripararla. Inaugurata nel 1887, è in stile neoclassico, come usava in quel secolo e all’inizio del seguente, con piccoli colonnati su entrambi gli ingressi. Il principale sulla via che allora portava dal piazzone alla stazione ferroviaria, l’altro sull’odierna piazza Garibaldi, elevata negli anni ’30 a piazza delle cerimonie, con tanto di monumento ai caduti trasferito da piazza Andrea Belfiore. E’ la scuola Curtatone e Montanara, orgoglio del comune risorgimentale e liberale di fine ‘800, poi sede del prestigioso ginnasio-liceo e quindi di scuole elementari e medie, oggi riunite nell’istituto onnicomprensivo. Un palazzo storico, il cui cortile ha anche ospitato il cinema sotto le stelle, concerti e rappresentazioni, che ha i problemi di tutti i palazzi storici. E’ fragile. «Purtroppo bisogna nuovamente intervenire – dice il sindaco Simone Millozzi – e abbiamo dovuto stanziare altri 160 mila euro. E’ l’intervento più grosso, a parte la nuova materna a Santa Lucia che stiamo costruendo ex novo – in vista della riapertura delle scuole». «Il cantiere si aprirà presto ma concorderemo con la ditta un piano di lavori che consenta di proseguire l’attività didattico durante tutto l’intervento». Uno dei problemi, e non da poco, della Curtatone e Montanara è rappresentato dai piccioni, che sui palazzi, tetti e cornicioni storici trovano il terreno ideale per crescere e moltiplicarsi.
«Avevano attuato un sistema protettivo – spiega il sindaco – con reti, ma i piccioni entrano sotto e a volte ci muoiono. E sempre sporcano cornicioni e cortile». Ma i piccioni non si possono decimare con le maniere, per così dire, forti, per cui bisogna intervenire con sistemi consentiti. Come i dissuasori elettromagnetici, per cui, e con spesa a parte istalleremo un impianto di questo tipo».
Mario Mannucci

Partiti i lavori di riqualificazione per l’ampliamento dell’Ospedale Lotti

venerdì, settembre 6th, 2013

Rproduciamo gli articoli giornalistici delle testate della Nazione e del Tirreno del 13/08/2013

martedì
13 agosto 2013

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
1

Nuovo ospedale, partiti i lavori Capannoni giù a colpi di ruspa

Demolite le strutture lato Sud del Lotti: una rivoluzione per la città

di MARIO MANNUCCI

IN TRE giorni di lavoro le ruspe hanno già abbattuto quasi interamente il vecchio e decrepito capannone sul lato sud dell’ospedale. E ora stanno recuperando e caricando sui camion le macerie. In questo capannone, antica proprietà Lotti, parenti dell’omonimo benefattore che fondò l’ospedale a fine’800, si sono alternate e succedute varie attività, commercio di legna, una fonderia, manifatture di ceramiche, una carrozzeria e altro ancora. Ma da vent’anni era soltanto un fabbrica di sporcizia e degrado, abbandonata a se stessa. Ma due anni fa, ecco la svolta, lo acquistò la Asl, insieme alla vecchia fabbrica dei Marconcini sul lato opposto dell’ospedale, operazione complessiva da 3 milioni, per farne zone d’espansione del Lotti. Ospedale cresciuto molto ma da sempre costretto a trovare nuovi spazi dentro sé stesso, compreso terrazze, perché il quartiere, un tempo di orti, gli era nel frattempo cresciuto attorno fino alla saturazione
NELL’AREA liberata dal capannone confinante con via Pascoli, probabilmente il luogo e l’edificio ormai più decrepito della città, ancor più fatiscente del capannone dietro il duomo che non si riesce a recuperare, non sorgeranno tuttavia altri reparti medici ne tecnico-sanitari. L’area sarà infatti lasciata “vuota”e fornita soltanto di verde e un po’ di viabilità e parcheggi. Un’operazione, dunque, più urbanistica che edilizia, visto anche le moderne necessità della medicina legate anche alle ambulanze, auto mediche, e così via. Le ruspe all’opera nel cantiere che sbocca fino su via Roma sud. sono della Pisana Costruzioni, che ha avuto l’appalto per la demolizione e la realizzazione del nuovo assetto d’area. (Dove, è meglio precisarlo subito, non saranno realizzati parcheggi aperti al pubblico). Entro domani, vigilia di ferragosto, la demolizione e lo sgombero saranno completate, anche perché l’edificio era così degradato, senza peraltro esser mai stato solido fin dalla costruzione, nel secondo dopoguerra, da non opporre “resistenza” alle ruspe.
SARÀ invece più difficile abbattere la Italtessil-Marconcini, già sgomberata da un anno e trasferita a Gello dopo un secolo di attività (è la ditta più storica di Pontedera fra quelle in attività) tra via Roma e Viale IV Novembre. E non solo e non tanto perché è più grande quanto per la sua ubicazione a stretto contatto non solo col l’ala nord dell’ospedale ma anche con le abitazione e i negozi di via Roma e del Viale. Anche qui sarà realizzata una zona di “respiro”, circolazione e parcheggio ospedaliero, ma, forse, in questo caso potrebbe sorgere anche un nuovo quanto piccolo edificio. L’abbattimento del capannone-sud significa comunque l’apertura di un nuovo cantiere pubblico. E anche questo può essere un segnale di risveglio, insieme ad altre iniziative private, a cominciare dal maxi cantiere per la lottizzazione del Gren Park alla navetta. Mentre partiranno presto i lavori per l’ammodernamento dell’intero viale Piaggio.

venerdì
23 agosto 2013

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
13

 

Ruspe anche di notte per il nuovo “quartiere”

 

Dalla lottizzazione in Oltrera ai capannoni demoliti al Lotti: ecco come cambia la città

ORE 23.30. Alla luce di grossi fari le ruspe sono a lavoro nei campi dell’ex podere La Scafa, tra lo stadio e il ponte alla navetta. Smetteranno alla mezzanotte in punto. Per riprendere la mattina. Nel quartiere e soprattutto nel dirimpettaio residence il Giardino, il rumore non concilia il sonno di chi va a letto presto. «Ma per qualche sera si può anche sopportare.
Quel che ci da un po’ di noia dice Roberto M, il nome completo non lo possiamo rivelare – è il polverone… ».
IN EFFETTI, dal lato opposto della vecchia strada 439, liberata da traffico pesante e di scorrimento dopo l’arrivo della circonvallazione della navetta, di polvere ne arriva tanta. Il movimento terra è grosso, come importante è il dispiegamento di uomini e mezzi. L’intera area è stata completamente recintata e chi torna ora dalle vacanze magari non sapeva del progetto di lottizzazione, in discussione da 40 anni e varato concretamente un anno e mezzo fa, si chiede, e chiede anche al giornale con telefonate e contatti diretti, «cosa mai si sta facendo in quei campi…».
La risposta è che si stanno preparando le strutture urbanistiche, viabilità d’accesso e interna, aree di sosta, verde, per costruire 250 unità abitative. Villette e piccoli condomini all’insegna del Green Park (parco verde). Forse la lottizzazione più corposa della storia cittadina, con paragoni quantitativi (sul piano della qualità si prospetta qualcosa di molto migliore) possibili solo con i palazzoni Rota realizzati negli anni ’70 in zona stazione.
SONO INVECE finiti i lavori di abbattimento del decrepito capannone sul lato sud dell’ospedale Lotti, cominciati subito prima di ferragosto e di facile realizzazione anche perchè l’edificio ha opposto poca resistenza. L’area liberata diventerà una valvola di sfogo, senza costruzioni, per l’ospedale da sempre in lotta col quartiere. Che lo soffoca da quasi un secolo, mentre quando il Lotti venne fondato (fine ‘800) aveva intorno poche costruzioni e tanti orti e giardini. Sarà abbattuta anche la storica fabbrica Marconcini, nata come cordificio, sul lato opposto dell’ospedale. Ma qui l’abbattimento sarà assai più difficoltoso perchè la fabbrica, ormai vuota e trasferita, è incuneata fra abitazioni e negozi, sia su via Roma che sul viale IV novembre.
In tema di città che cambia c’è anche il “reperimento” ufficiale da parte del comune delle disposizioni regionali per il via libera, già dato, all’autodromo dei Pardossi. Dovrà essere realizzato un parco attrezzato all’esterno dell’impianto, dovrà essere salvaguardata e potenziata la vasta rete dei fossi e fossetti e dovrà essere rafforzata la già prevista protezione arborea anti rumore. Come è noto, resta però il parere definitivo e vincolante del comune di Cascina, “promesso” per settembre-ottobre.
Mario Mannucci

 

 

 

 

 

 

Sulla raccolta dei rifiuti

venerdì, ottobre 28th, 2011

Riproduciamo la rassegna stampa giornalistica pubblicata sui quotidiani NAZIONE PONTEDERA VALDERA e IL TIRRENO PONTEDERA del 27/10/2011

giovedì
27 ottobre 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
2
«Porta a porta inutile senza nuovi impianti»

SINDACO: «IL RISCHIO E’ CHE SEMPRE PIÙ DIFFERENZIATA FINISCA IN DISCARICA»

Torna alla ribalta in consiglio comunale la polemica sulla spazzatura

PONTEDERA:

« È INUTILE che qualcuno si vanti del 90% di raccolta porta a porta e differenziata se poi non ci sono anche gli impianti e il mercato per il compost e per il resto… A chi si vanta di questi record, come a Capannori, e non vuole gli impianti nel suo territorio, vorrei chiedere se sa che una parte di quanto viene raccolto finisce anch’esso in discarica». Il sindaco Simone Millozzi ha dato l’impressione di essersi tolto il classico sassolino dalla scarpa quando, in consiglio comunale, sull’argomento dei rifiuti che dovranno avere un unico gestore per varie province (in questo caso sono Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara), ha detto che l’opzione dei rifiuti zero è per ora un’utopia e che ci vogliono impianti per il riciclaggio ma anche per lo smaltimento dei rifiuti. «Se non si vuole entrare in emergenza». Qua in provincia di Pisa la situazione è abbastanza buona rispetto ad altre parti della Toscana, «ma il futuro è oscuro se non si prendono provvedimenti».
«Anche ammettendo che la differenziata e il riciclaggio, cose positive, possano raddoppiare rispetto al 36% medio odierno – ha detto il sindaco, che è però sopra il 40% – e che tornino a funzionare a pieno ritmo i termovalorizzatori di Pisa e Livorno, non sarebbe possibile smaltire tutti gli attuali rifiuti, che sono nell’ordine di 1 milione e 350 mila tonnellate. Per cui ci vogliono impianti se davvero si vuole che le discariche diventino residuali. Come l’Europa ci impone. Noi a Pontedera stiamo facendo il nostro dovere, e presto avremo un nuovo grande e moderno impianti di compostaggio. Ma, ripeto, se anche altri, che pur vantano primati, non fanno così, ci troveremo davvero in grosse difficoltà».

Mario Mannucci

giovedì
27 ottobre 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
V
Impianto di compostaggio, c’è la gara

Geofor ha attivato l’itera Il sindaco: ecco la nostra filosofia sulla raccolta dei rifiuti

PONTEDERA. Sul tema dei rifiuti, sui programmi futuri e sulla filosofia che il Comune di Pontedera vuol perseguire, si è parlato in consiglio comunale grazie al fatto che all’assemblea dei consiglieri è stato presentato il programma in fase di attuazione, per arrivare al gestore unico, per il cosiddetto Atone, vale a dire l’Ato (ambito territoriale ottimale) della Costa, che raggruppa quattro province. «Alla raccolta differenziata – ha spiegato il sindaco Simone Millozzi – crediamo. Però servono altri impianti». E usa i numeri, per dimostrare il suo pensiero. «Intanto – prosegue Millozzi – i prodotti realizzati con il materiale differenziato, dev’essere riusato. E, per questo, ci vuole una domanda del consumo, dal quale, ancora, siamo lontani. E poi servono impianti di compostaggio. Nel piano straordinario ne era previsto uno a Capannori, del quale, ancora non s’è deciso. Noi, a Pontedera, abbiamo già fatto passi avanti. Avremo un impianto di compostaggio nuovo, anaerobico, che eliminerà i cattivi odori che si sentono adesso. Già messi a disposizione 16 milioni di euro, siamo nella fase della gara. Potrà accogliere 21mila tonnellate l’anno e potrà essere ampliato». La scelta di Pontedera nasce dalla consapevolezza che qui, l’impianto di compostaggio, sarà baricentrico all’Ato Toscana Costa.
Prosegue il sindaco di Pontedera, a dimostrare che servono impianti, per i rifiuti. «In tutto l’Ato – spiega – vengono prodotti 1 milione e 350mila tonnellate l’anno di rifiuti. Se anche fossimo in grado di non far finire in discarica il 65% di questi, ma a oggi abbiamo raggiunto a malapena la metà, resterebbero 350mila tonnellate che devono essere smaltite».
Come? La geografia dello smaltimento, attuale, prevede 4 termovalorizzatori: due sono chiusi; gli altri, quello di Ospedaletto e di Picchianti, hanno la necessità di essere ammodernati. «Se lo fossero – prosegue il sindaco di Pontedera avremmo la possibilità di “bruciare” 170mila tonnellate l’anno. E rimarrebbero, ancora, altri 170mila. Risultato? Serve in termovalorizzatore di area vasta, l’area che lo dovrebbe accogliere è quella di Livorno. Se ne sta discutendo. Solo così le discariche diventano residuali».

Sottoscritto il protocollo d’intesa per l’innovazione e l’hight-tech

giovedì, luglio 7th, 2011

Riproduciamo gli articoli giornalistici delle testate NAZIONE PONTEDERA VALDERA e TIRRENO PONTEDERA di mercoledì 6 luglio 2011

mercoledì
6 luglio 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
3
«Cervelloni» uniti per non sprecare fondi e tempo prezioso

I POLI DELLA RICERCA DI PONTEDERA , PISA E GROSSETO COLLABORERANNO TRA LORO

PONTEDERA – ANCHE Grosseto si muove per fare qualcosa di simile a Pont-Tech, Pont-Lab, Polo tecnologico di Navacchio, del comprensorio del Cuoio e di Peccioli. Ovvero, i centri pisani di studio, ricerca, applicazione e sviluppo di aziende, enti dove il pubblico vuole incoraggiare il privato a realizzare nuove imprese. Da sindaco di Pontedera, il governatore Enrico Rossi dette il via all’operazione che ha portato nell’ex dente Piaggio laboratori e ricercatori, studiosi e giovani imprenditori, nuove aziende che nascono. E pur se le difficoltà non mancano e a volte gli ostacoli vincono la battaglia, Rossi ha programmato 12 poli toscani di questo tipo. Anche Grosseto si candida a ospitarne uno, rivolto soprattutto alla cantieristica navale.

Il rischio è però che da una parte all’altra della Toscana si studino più o meno le stesse cose, e si facciano ricerche già fatte o in azione da altre parti, con conseguente spreco di soldi. Insomma, si impongono sinergie. Proprio per questo, fra la Provincia di Pisa e quella di Grosseto è nato ufficialmente ieri, nell’aula nobile di Palazzo Stefanelli, un accordo con tanto di firme e protocolli. «L’idea -ha ammesso lo stesso assessore grossetano che ha firmato il protocollo, Gianfranco Chilini – è partita da Pisa, ed è scaturita anche da una delegazione pisana-pontederese che lo scorso agosto venne a Grosseto. Ma noi, questa idea, l’abbiamo subito fatta nostra perché questi non sono i tempi di sprecare tempo e denaro. Anzi, le esigenze sono opposte, come vuole il mondo ormai globalizzato e come chiede la regione Toscana».

IL PROTOCOLLO è stato firmato dal presidente della provincia di Grosseto, Leonardo Marras, dal presidente Andrea Pieroni per Pisa e dal sindaco di Pontedera, Simone Millozzi, che ha introdotto la conferenza di presentazione dell’iniziativa, con la partecipazione del dottor Lanzara, presidente di Pont tech. Millozzi ha fatto anche un esempio concreto dei risultati già ottenuti a Pontedera. E’ quello della plastica riciclata, «sulla quale – ha detto Millozzi – e per la quale si è studiato e ricercato a fondo, arrivando a creare un nuovo mercato e nuove aziende che stanno cominciando a rifornire anche la Piaggio». Fra Pisa e Grosseto, intese come province, c’è Livorno. Ma non è tagliata fuori perché Pont-Tech sta già collaborando col centro labronico di ricerca e applicazione, nel campo dei motori. Dunque, la rete di rapporti si sta infittendo.

M.M.

mercoledì
6 luglio 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
III
Un matrimonio tecnologico

Accordo con la provincia di Grosseto per mettere in rete i servizi

PONTEDERA. Le province di Grosseto e Pisa affiancate dal Comune di Pontedera fanno squadra nel nome dell’innovazione. Stipulano un accordo che varca i confini territoriali e apre nuove frontiere di collaborazione. All’insegna di generose opportunità per le imprese e auspicabili occasioni di mercato. Questo in sintesi il contenuto del protocollo d’intesa, valido 18 mesi e rinnovabile, siglato dal sindaco Simone Millozzi, dal presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni e da Leonardo Marras, presidente della Provincia di Grosseto. «Con questa convenzione – spiega Millozzi – si concretizza un percorso ambito e voluto che mette in rete diversi servizi, evita centri di studio e sviluppo doppioni ma offre possibilità di potenziamento alle filiere industriali, commerciali e tecnologiche puntando sul sostegno pubblico delle aziende private». E dove la ricerca si fa largo la Regione la premia, emanando un avviso di finanziamento finalizzato alla costituzione di 12 Poli di Innovazione. Così i 3 protagonisti del patto non hanno perso tempo, si sono rimboccati le maniche ed iniziato un sodalizio che passa da Pont-tech e Pont-Lab e arriva in quel di Grosseto per dar vita al Laboratorio Tecnologico Multimediale. «Il merito dell’iniziativa – precisa l’assessore grossetano Gianfranco Chelini – va alla provincia di Pisa che un anno fa ci è venuta a cercare. Per la realizzazione del nostro laboratorio prenderemo esempio e collaboreremo con l’esperienza pontederese, sicuri di garantire nuovi stimoli ai nostri comparti. Non solo non ci pesteremo i piedi ma ci tenderemo la mano, capaci di armonizzare i Poli d’Innovazione in fase di costituzione». Per crescere nell’high-tech non basta lo spontaneismo. Ci vuole un’azione combinata. Una sinergia di intenti. «Occorre trovare – ribadisce il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni – ambiti comuni da vagliare e con cui affrontare lo scenario del futuro. Pont-tech insieme al Polo di Navacchio, a quello conciario e agli incubatori di Peccioli consentono di colmare il fossato tra lo sviluppo tecnologico e l’universo della produzione». Il mondo è cambiato e nell’ottica della globalizzazione che soffoca le piccoli imprese, la parola d’ordine è complementarietà. «Che significa – spiega l’assessore Graziano Turini – accettare la sfida ed avere il coraggio di dare le gambe alle intuizioni». I settori interessati al momento sono 3: la meccanica, la nautica e l’Ict, le tecnologie delle telecomunicazioni e della robotica. Ma lo sguardo di Pont-tech guarda oltre. «Pont-lab è un centro d’eccellenza e ci sono tutte le premesse – aggiunge il presidente Riccardo Lanzara per essere ottimisti. 11 nostro laboratorio è collegato con Complab di Livorno e adesso, grazie a questa firma, con Grosseto. Da una parte ha l’appoggio delle amministrazioni pubbliche, dall’altro dell’Università. A chiudere il cerchio le ditte che operano in una dimensione integrata».

(ps)

Sulla nuova struttura turistica-balneare dei laghi Braccini

giovedì, giugno 23rd, 2011

Riproduciamo la rassegna stampa giornalistica pubblicata sui quotidiani IL TIRRENO PONTEDERA e NAZIONE PONTEDERA VALDERA del 22/6/2011

 

mercoledì
22 giugno 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
3
  La città apre il suo primo ombrellone  

DOPO ANNI DI ATTESA PONTEDERA RITORNA AL PASSATO CON UN IMPIANTO ALL’AVANGUARDIA

Presentato lo stabilimento balneare sul lago: domani l’inaugurazione

MENTRE due bellezze prendevano il primo sole e un solitario nuotatore di lunga gittata, un habituè, faceva su e giù da una riva all’altra del lago (quasi 250 metri a volta) più grande e centrale (8 ettari di superficie; i due laterali sono invece di 2 e 1 ettaro, il primo adattato per la pesca) il sindaco Millozzi, il vice Sonetti e l’assessore Franconi hanno calcato per primi la spiaggia (120 metri) e il pontile (60 metri) intorno alla piscina naturale (un trapezio di 80 metri sul lato spiaggia e 60 su lato lago, profondità massima 1 metro e 60). Uno dei soli quattro spazi ufficialmente dichiarati balneabili dall’Arpat (ente regionale che cura l’ambienta e la salute dei cittadini) nelle tante acque interne – fiumi laghi e canali – toscane (gli altri tre sono sull’Ombrone a Grosseto, il parco dei renai a Signa e il lago-diga di Bilancino nel Mugello) dopo accurate analisi sia dell’acqua stessa che delle opere di protezione. Erano le 13 di ieri quando la delegazione del comune è arrivata al bagno Amalia per l’anteprima dell’inaugurazione che dopo una mezza dozzina d’anni d’attesa, e intensi lavori durati sei mesi, apre i battenti domani sera alle 18.30 con una festicciola per tutti e arricchita da in piccolo party

CE L’ABBIAMO fatta – ha detto il sindaco Millozzi, visibilmente soddisfatto – Avevano davanti a noi un parco lacustre che dovevamo rendere fruibile a tutti perché lo meritava e perché poteva e doveva al bagno diventare un’altra, nuova, risorsa per Pontedera. Ce l’abbiamo fatta perché due giovani imprenditori si sono gettati in questa impresa che coniuga ed esalta la bellezza naturale, alla quale nulla è stato tolto, con la fruibilità di un’oasi di verde, di svago, sport e relax. Chiunque potrà continuare a passeggiare e correre lungo il lago senza dover spendere e avendo a disposizione servizi igienici, mentre chi vorrà usufruire della balneazione troverà una spiaggia attrezzata e una piscina naturale davvero belli. Insieme a servizi di bar e ristorazione aperti, in questo caso, tutto l’anno. Anche in inverno».

I DUE GIOVANI imprenditori che hanno investito sul lago trasformandolo nel «mare di Pontedera», come tutti lo ormai lo chiamano, sono Daniele Bini e Danilo De Multas. L’investimento supera abbondantemente il milione, l’architetto è Giuseppe Colucci che in legno ha realizzato uno spazio bar-ristorante di classe, con una terrazza (110 metri) sul lago e ancor maggiore spazio interno, dove saranno possibili dalle 9 di mattina alle 1 di notte spuntini, aperitivi, pranzi e cene anche con insalate e frittura il giorno, e primi, pizza e filetteria (12 tipi di carne) per la cena. I servizi sono rappresentati da cabine –spogliatoi -docce, 80 ombrelloni, giochi per bambini e altro che verrà in seguito, come patini e barche. Gratis è invece il venticello, la brezza, che tutti i giorni si leva dalle 12 fino a sera, la passeggiata lunga più di un chilometro, il verde del lungo lago, il colore dell’acqua che ricorda quello del mare ma con l’orgoglio di essere acqua sorgiva (località Ponte Pollino) trasformatosi in «mare» per le escavazioni della fornace Braccini. La cui ciminiera sventa ancora sul tetto del condominio detto, appunto, La Fornace.
I prezzi dei bagni di lago: come ha sancito la convenzione (firmata per 25 anni) col comune, sono gli stessi della piscina comunale: 7,50 euro per l’ingresso alla spiaggia e piscina, 5 euro di media per ombrelloni con sdraio e lettini.

Mario Mannucci

 

mercoledì
22 giugno 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
I
  Il mare in città? Ora c’è  

Spiaggia, cabine, bare ristorante: ecco Amalia Laghi

PONTEDERA. Ancora poche ore e la spiaggia di Pontedera sarà realtà. Se ne parla da tempo ormai, ma domani sera ci sarà il taglio del nastro, mentre da venerdì mattina Amalia Laghi aprirà ufficialmente i battenti e sarà la vera e propria novità estiva della Valdera. Spiaggia e bagno nell’acqua del lago. Bar da una parte, pizzeria- filetterai dall’altra con vista sul tramonto. Difficile rimanere insensibili al fascino di uno stabilimento balneare tra la Tosco Romagnola e la Firenze-Pisa-Livorno, ma in un contesto naturalistico rigenerato e restituito alla città.

Lo stabilimento. Amalia bar e Amalia pizzeria- filetterai saranno gli elementi caratteristici di Amalia Laghi davanti all’acqua dell’invaso da 9 ettari, ma soprattutto alla spiaggia lunga 150 metri in cui troveranno posto fra i 70 e gli 80 ombrelloni, lasciando spazio anche per chi non vorrà ripararsi dal sole.

Ai lati della struttura principale completamente in legno, vetro e gesso, elementi caratteristici della bioarchitettura (realizzata da Colucci and partners), ci saranno i bagni, le docce e le cabine. Un vero e proprio stabilimento dove si potrà fare il bagno nel lago. Non ovunque, ma nei primi metri davanti alla spiaggia, grazie a una sorta di vasca (alta al massimo un metro e 60 centimetri) sul cui fondo è stata gettata sabbia. L’accesso al bar e alla pizzeria- filetterai sarà libero, così come tutto il perimetro del lago. Si pagherà solo l’ingresso alla spiaggia (7,50 euro nei festivi 5 nei feriali) e l’eventuale noleggio di ombrelloni e lettini.

Si potrà andare in spiaggia tutti i giorni dalle 9 alle 19, la pizzeria- filetteria rimarrà aperta finché ci sarà clientela, mentre il bar chiuderà all’una di notte. Dietro allo stabilimento un altro lago, più piccolo, destinato alla pesca sportiva, già attivo.

Investimento e lavoro. Ben oltre un milione di euro è stato investito dalla Film Caffe in questa operazione che ieri è stata presentata alla stampa dal sindaco Simone Millozzi, dall’assessore alle opere pubbliche Massimiliano Sonetti e da quello allo sport Matteo Franconi.

Amalia Laghi avrebbe dovuto aprire l’anno scorso con una specie di chiosco, per poi diventare un vero stabilimento nel 2011. Il maltempo, però, ha fatto slittare l’inaugurazione di 12 mesi e obbligato a racchiudere in un unico passaggio quel che era previsto in due step. Per portare avanti la struttura sono state assunte a vario titolo 15 persone, tra bagnini, addetti alla spiaggia, alla manutenzione del lago, al bar e personale per la pizzeria- filetteria.

«Un’operazione da applaudire – ha detto Millozzi – perché investimenti di questo tipo non sono semplici da effettuare in momenti come quelli attuali». In passato era già stato fatto il tentativo di unire la sabbia al divertimento. «Lo facemmo al bar del Cineplex – racconta Daniele Bini della Film Caffe insieme a Danilo Demurtas che gestiscono anche lo stesso locale del multisala, il ristorante giapponese Kaori, il Viola alle Tre Campane e la Patata Bollente a Fornacette – ma questo è sinceramente un’altra cosa. La vera scommessa è riuscire a sfruttare bene la spiaggia».

Obiettivi. «Avevamo la necessità di tenere in ordine quest’area – dice ancora il sindaco – in modo da restituirla alla cittadinanza. L’intervento dei privati tramite bando ci ha dato l’opportunità di riqualificare l’intera zona. Già adesso, nei weekend, ci sono intere famiglie che vengono qui a passeggiare e a passare una giornata all’aria aperta. Con l’apertura dello stabilimento ci sarà un luogo in più per i pontederesi per rilassarsi e godere di questo splendido posto».

Fin qui gli obiettivi dell’amministrazione comunale. Ma quelli degli imprenditori sono ovviamente anche economici, considerato l’ingente investimento. «Aspettiamo persone di tutte le età dalla Valdera – sottolinea ancora Bini – ma non solo. Questo potrebbe essere il luogo ideale anche per chi viene dalla Zona del Cuoio o dall’Empolese. E perché no, anche dal Fiorentino, visto che spesso e volentieri le spiagge sono affollate e le strade per raggiungerle lo sono forse ancora di più».

Ma l’idea di fondo è quella di ricalcare in tutto e per tutto quel che sono diventati gli stabilimenti balneari al mare. «Che ormai sono attivi non solo per la tintarella e il bagno, ma anche per la ristorazione – dice di nuovo Daniele Bini – ed è per questo che bar e pizzeria -filetteria rimarranno aperti tutto l’anno, mentre lo stabilimento chiuderà a settembre».

Rispetto del contesto. Come da convenzione (che durerà 25 anni), non ci potranno essere rumori molesti notturni. Il vicinato non è distante e qualche polemica nel recente passato è già scoppiata. per questo, quindi, non si tratterà di un bar da feste e grandi affluenze di giovani. Sarà un luogo di relax così come impone il contesto dei laghi della Fornace Braccini.

Ci sarà posto per circa ottanta ombrelloni: una vasca alta un metro e sessanta con il fondo in sabbia assicura il bagno. Il progetto è costato oltre un milione di euro Sono state assunte quindici persone C’è anche una pizzeria

Andreas Quirici

 

Sulla visita all’autodromo di Adria

mercoledì, giugno 8th, 2011

Riproduaciamo la rassegna stampa giornalistica pubblicata sui quotidiani IL TIRRENO PONTEDERA e NAZIONE PONTEDERA VALDERA del 8/6/2011

mercoledì
8 giugno 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
2
  «Niente rumore a 150 metri dalla pista»  

La ricognizione all’autodromo “gemello” di Adria ha dato il primo responso
di MARIO MANNUCCI

L’AUTODROMO progettato nella campagna fra Gello e Pardossi può piacere o non piacere, ma la visita a quello di Adria, in attività da 8 anni, ha dato una risposta al problema del rumore. E’ positiva perché a 150 metri di distanza dalla pista il rumore non si sente. E men che mai si sente sul lato opposto, a distanza di circa 500 metri. Lo hanno “detto” i 64 orecchi dei 32 “gitanti” – fra cui chi scrive – approdati in pullman all’autodromo di Adria, presentato come il gemello di quello progettato per Pontedera-Pardossi, mentre la testimonianza elettronica (necessaria solo nel caso che quasi tutti i gitanti, dal sindaco Millozzi in giù, soffrissero di problemi all’udito) ha poi fissato il rumore in 60-70 decibel. Quota normale.

IN PISTA, in quel momento mentre non pioveva – si alternavano in prove private una decina di centauri – il massimo previsto è 26 – E sulla tribuna il rumore dei loro motori si faceva ovviamente sentire, pur essendo sopportabile. Ma proprio la tribuna realizzata sul rettilineo (il punto di maggiore velocità delle moto) e sulla quale la comitiva pontederese si è piazzata come prima tappa del tour conoscitivo, è uno delle principali barriere anti rumore. E’ infatti di terra ricoperta da un tessuto speciale. Un sistema, è stato spiegato, capace di più altri di assorbire il rumore. Tanto più che sopra la tribuna c’è una barriera di alberi. Piazzati, con altri parapetti, lungo tutto il circuito.

LA ZONA è quella del Polesine. Adria, antica città (ora di 20 mila abitanti) costruita 6 secoli prima di Cristo sulle rive del Mincio (poi deviato) e nel cuore del grande delta del Po, dista dall’autodromo più di 10 chilometri. Ci sono però insediamenti agricoli, industriali, ristoranti, più vicini all’autodromo (che esiste da 8 anni) fino ad alcune case proprio a ridosso della pista. Le hanno comprate e vi risiedono i proprietari e i gestori dell’impianto. «Ormai i rumori non li sentiamo più, come chi abita vicino a una ferrovia, che fa più rumore», dicono.
L’impianto di Adria ha due grandi strutture di supporto alla pista lunga 2,7 km, mentre quella prevista a Pontedera-Pardossi è di 3,6 – dove vengono organizzati anche eventi mondani. Dai matrimoni alle feste al congresso della Confindustria dove venne eletta la presidente Marcegaglia. E è stato detto e ripetuto che l’intera economia della zona ne ha tratto gran giovamento, mentre gli addetti diretti all’autodromo vanno da 40 in giorni di bassa utenza a oltre 200 in giorni clou.

LE GIORNATE di gara sono pochissime. E a Pontedera ne sono previste solo 4 all’anno. Anche ad Adria ci furono polemiche, politiche e popolari, quando l’impianto venne progettato e realizzato. Ma ora, assicurano i gestori dell’impianto, è tutto tranquillo, mentre l’intera zona, assicurano, si è risvegliata da decenni di letargo.

 

mercoledì
8 giugno 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
  La pista? Un toccasana per l’economia  

In viaggio ad Adria per verificare l’impatto dell’impianto sportivo gemello a quello previsto a Pardossi

«I giovani che se n’erano andati sono tornati e hanno trovato un’occupazione»

ADRIA (Ro). Era diventato un paese per vecchi. Ora, Adria, non lo è più. E, dicono gli abitanti del posto, che gran parte del merito è della pista, quell’autodromo il cui progetto “gemello” dovrebbe sorgere a Pontedera, all’interno della Tenuta Isabella. È questo il motivo per il quale l’altro giorno una delegazione è partita da Pontedera: andare a toccare con mano un impianto già funzionante, per verificarne l’impatto visivo, quello urbanistico e, soprattutto, quello ambientale, con il rumore in primo piano. Erano una quarantina le persone che, guidate dal sindaco Simone Millozzi e dall’assessore allo sport Matteo Franconi, hanno affrontato il viaggio. Un po’ timorosi per il maltempo che, pur avendo funestato gran parte della giornata, ha permesso lo stesso un’ispezione con tanto di misurazioni dei decibel. «E’ stato importante spiega il sindaco Millozzi aver fatto il giro esterno dell’impianto e poi quello alla struttura interna. Tanti dubbi, se c’erano, ma non da parte mia, sono stati fugati». A fare da cicerone alla comitiva (alla quale s’erano aggiunti abitanti di Pardossi, la frazione che più di altre teme l’impatto dell’impianto, membri del Comitato che non vuole la realizzazione del progetto, semplici cittadini, membri della consulta di quartiere e l’assessore calcinaiolo Francesco Sangiovanni) è stato uno dei progettisti dell’impianto, Jarno Zaffelli. Suo il disegno della pista di Adria, suo quello di Pontedera e di tanti altri. «Abbiamo visto la pista in un giorno di intensa attività – prosegue Millozzi – c’erano una ventina di motori che provavano, ne erano previsti 30 in tutto il giorno. Abbiamo misurato il rumore: nel punto di massima espressione, sul rettilineo dell’arrivo, era a 76 decibel, a centocinquanta metri era sceso a 65 decibel. tanto per intenderci è il livello di rumorosità di una strada mediamente trafficata. A quattrocento metri non si avvertiva niente. Si sentiva il passaggio delle auto della vicina strada e quello del treno poco distante. Se l’impianto di Pontedera sarà simile, con le arginature, con gli alberi, le curvature adeguate, non ci sono dubbi, l’impatto acustico sarà accettabile, quasi inesistente. I cittadini che sono venuti con noi lo hanno verificato di persona e hanno ricavato impressioni positive».

La pista si trova tra una zona industriale e alcune abitazioni (la più vicina, dicono i partecipanti al viaggio ad Adria, è a meno di un chilometro). A ridosso, però, c’è la casa del direttore dell’impianto. «Ci vive con la famiglia e due figli – specifica il sindaco – Dovrebbe essere il segno che il rumore è accettabile».

La cosa che più ha impressionato è che la pista ha rivitalizzato la città. C’erano solo vecchi, i giovani se n’erano andati. Aperto l’impianto, è stato un fiorire di attività economiche: case-vacanza, alberghetti, pizzerie, bar e ristoranti. Per non parlare dei 50 addetti che ha occupato l’impianto. «Pontedera non vive la stessa situazione – prosegue Millozzi – ma le ricadute sul piano economiche sono importanti. Da considerare».

Emilio Chiorazzo

mercoledì
8 giugno 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
  Faceva più rumore una fabbrica vicina  

La delegazione di Pontedera è partita armata di misuratori dei decibel

PARDOSSI. Divisi. C’è chi si è lasciato affascinare dall’impianto visitato ad Adria, chi, partico con dei giudizi negativi, li ha mantenuti anche dopo il viaggio.
La delegazione di abitanti di Pardossi ha visitato l’impianto motoristico: hanno toccato con mano la situazione che potrebbe verificarsi in città. Hanno potuto, soprattutto… sentire.
Sul pullman anche alcuni consiglieri di minoranza.
A sentire le impressioni estemporanee durante il viaggio di ritorno, sembrerebbe che gli ingegneri di Adria abbiano fatto davvero un lavoro egregio. «Il rumore è tenuto sotto controllo in maniera straordinaria» commenta a caldo Luigi Cecchini che presiede la consulta di frazione. Parole confermate dalle impressioni della consigliera del Pdl Federica Barabotti. «C’erano in tutto 16 moto che giravano sulla pista. A 1600 metri il rumore era quasi impercettibile. E a 500 metri più in là è sparito del tutto». I cittadini sono stati accompagnati in un giro di perlustrazione non solo della sonorità, ma anche dell’economia del posto. «L’autodromo è stato un toccasana per l’economia locale», continua la Barabotti. «Prima la zona stava morendo: i negozi chiudevano e l’imprenditoria stagnava. Ma adesso ci sono alberghi e ristoranti tutt’intorno». I membri del comitato hanno sviluppato invece una visione più critica. «Il giro economie creato lassù, sicuramente più che proficuo, va inquadrato in una viabilità più sviluppata. Capace di decongestionare eventi anche da 5000 persone», entra nel merito Samuele Orsini. Per quanto riguarda la sonorità, Orsini è categorico: «Non sarà un impianto a impatto zero. Anche se le normative saranno certamente rispettate, bisogna mettere in conto le differenze fra i due progetti. E quindi contestualizzare: lassù i centri abitati più vicini sono a 7 km, la pista è in una conca naturale e intorno sono stati edificati terrapieni. Qua, di terrapieni ce ne saranno pochi, e tutto sarà affidato ai pannelli fonoassorbenti. Inoltre a Pardossi correranno normalmente 35 moto». Alfredo Medici, tra gli investitori del progetto di Pardossi, tranquillizza: «A 180 metri dal circuito, l’ingegner Zaffelli ha misurato i decibel col fonografo: ce n’erano 70. Faceva più rumore la fabbrica alle nostre spalle».

Jacopo Paganelli

Le iniziative per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia

martedì, marzo 22nd, 2011

Riproduciamo gli articoli giornalistico delle testate NAZIONE PONTEDERA VALDERA e IL TIRRENO – PONTEDERA di venerdì 18 marzo 2011

venerdì
18 marzo 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
3
I consiglieri di due Comuni cantano l’inno a Villa Varramista

MONTOPOLI-
NEL GRANDE e storico salone di villa Varramista – ma, in questo caso, soprattutto villa Capponi – è risuonato l’inno di Mameli all’inizio alla conclusione della cerimonia con la quale i consigli comunali di Pontedera e Montopoli hanno festeggiato il 150° dell’Italia. Un’iniziativa pensata in quel luogo perché nella Varramista di Gino Capponi (ultimo della famiglia di quel «Pier» che disse ai francesi assedianti di Firenze «se voi suonerete le vostre trombe noi suoneremo le nostra campane») è passato una fetta non secondaria del movimento risorgimentale quantomeno toscano. Mentre la riunione di due consessi comunali (Varramista è nel territorio di Montopoli ma è legata a Pontedera da contiguità territoriale è dalla più recente dei Piaggio in quella villa) ha voluto essere un messaggio all’unità. «Al non restare ciascuno a casa sua, oggi pericolo grande».

Al tavolo della presidenza, i sindaci Vivaldi e Millozzi, il presidente della Provincia, Pieroni (montopolese di nascita e cittadino pontederese) e il professor Gabriele Paolini, dell’università di Firenze, che ha tenuto una bella «lezione» sulla centralità di Gino Capponi (patriota e moderato e amico di tutti i grandi personaggi del tempo, molti dei quali, come Manzini, Foscolo o Leopardi, Giuseppe Montanelli, ospiti a Varramista) nel processo che ha portato al risorgimento. Ma si è parlato anche del bel romanzo storico «Varramista» scritto a più mani da autori delle Capanne di Montopoli.

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venerdì
18 marzo 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
1-2
La marcia dei mille

Folla per la gara podistica e la cerimonia in piazza
Tutti coi tricolore, piazza Garibaldi invasa da podisti e cittadini
Il maltempo ha graziato in parte la festa per l’Unità d’Italia: cerimonie, discorsi musiche e la corsa tra i quartieri

– PONTEDERA –
LA PIAZZA che del primo eroe risorgimentale porta il nome – e che dopo la ex Piazza Belfiore, ora Andrea, è diventata il cuore delle cerimonie e della memoria di Pontedera – si è colorata ieri mattina di tricolore. Centinaia di persone, dai bambini agli anziani, dai podisti ai ciclisti in tenuta sportiva fine alle autorità civili e militari, hanno infatti accolto l’invito del comune a radunarsi in piazza Garibaldi per festeggiare l’unità d’Italia. E per salutare il tricolore che saliva sul pennone del monumento ai caduti di tutte le guerre. Nonostante l’ora insolita, le 9 del mattino (per legarla alla marcia sportiva) e il tempo quantomeno «traballante», la manifestazione è stata dunque un successo.

LA FILARMONICA Volere è Potere ha intonato più volte l’inno di Mameli, i tricolori sventolavano, le forze dell’ordine erano schierate con i loro ufficiali in città. Dal palco ha parlato il sindaco Simone Millozzi che nel sottolineare con soddisfazione il successo di questa di altre iniziative per l’unità d’Italia, ha detto che «chi non partecipa e alla festa e non nel vuol sapere dell’Italia unita, in senso culturale, storico ed economico, fa del male alla nostra nazione».

I PODISTI della «marcia del 150°» erano partiti dagli impianti sportivi della Bellaria-Cappuccini per convenire in piazza Garibaldi in tempo per la cerimonia e poi ripartite. Con loro, anche un gruppo di ciclisti dell’Associazione La Borra. Il tutto è durato non più di mezzora, graziata anche dalla pioggia, che soltanto poi è ripresa. Già durante il suo intervento, il sindaco aveva citato il presidente pontederese della Repubblica, Giovanni Gronchi, che nel 1961 presiedette alle manifestazioni per i 100 anni e pronunciò un discorso in cui sostenne, ha detto Millozzi, un concetto ancora valido. E cioè che l’unità d’Italia deve restare un processo costante, fatto anche e soprattutto di buon governo affinché le classi più deboli possano progredire. E dopo Piazza Garibaldi, le autorità si sono dirette proprio a rendere omaggio alla tomba di Gronchi, nella cappella di famiglia del camposanto della Misericordia. Una cerimonia che si ripete annualmente in novembre ma che ieri ha avuto un particolare risalto proprio nel quadro dell’Italia unita.
M.M.

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venerdì
18 marzo 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
VIII
Siamo tutti un po’ più italiani

Ricordata la figura di Giovanni Gronchi. Quasi mille podisti hanno partecipato alla marcia
Siamo tutti un po’ più italiani
Moltissimi cittadini hanno festeggiato sventolando il tricolore

PONTEDERA. Tante bandiere tricolori, tante persone di tutte le età e un clima di festa e partecipazione hanno fatto da cornice alla manifestazione organizzata ieri mattina in piazza Garibaldi a Pontedera per celebrare il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Tante le autorità presenti, compreso il sindacoSimone Millozzi, che dopo l’alzabandiera e l’inno nazionale eseguito dalla filarmonica “Volere è potere” ha parlato dell’importanza della ricorrenza celebrata in tutto il paese: «Si tratta di un appuntamento sentito dalla popolazione quanto dalle istituzioni. In giornate come questa dobbiamo unirci attorno ai valori che ci hanno trasmesso i nostri padri costituenti. Ed è proprio alla Costituzione e ai sentimenti che l’hanno ispirata, come la libertà, l’uguaglianza e la solidarietà, che dobbiamo rivolgerci se vogliamo superare le spinte individualiste e divisioniste di cui si sente parlare in questi tempi».

Il sindaco ha poi ricordato la figura di Giovanni Gronchi, illustre concittadino e presidente della Repubblica dal 1955 al 1962, quindi anche nell’anno del centenario, andando poi a deporre una corona di fiori e a rendere gli omaggi di tutti i pontederesi alla cappella privata della famiglia Gronchi nel cimitero della Misericordia. La manifestazione di piazza Garibaldi era anche il punto di partenza della marcia del centocinquantesimo, valida per 330 trofeo provinciale pisano di podismo, alle cui due versioni, da sei e da dodici chilometri, hanno partecipato quasi mille appassionati. La corsa non agonistica, organizzata dal Comitato provinciale pisano podismo e dal Comitato Stracittadina, non prevedeva vincitori o premiazioni, ma ha visto comunque tutte le associazioni sportive del territorio partecipare con passione ed entusiasmo.

A Cascina duecento copie della Costituzione sono state consegnate ai cittadini dai tesserati del Partito Democratico. Accanto al gazebo del Pd presente anche la Lega che distruibuiva il materiale per le elezioni amministrative.

A San Miniato in tanti si sono recati alla Rocca di Federico II per ammirare la maxi bandiera tricolore, di 35 metri per 9, che è stata srotolata lungo il versante ovest della torre da parte della 17a delegazione “Apuana” del Soccorso alpino e speleologico.

Infine, anche gli alunni della scuola primaria “Leonardo da Vinci” di Forcoli e le loro insegnanti hanno voluto fare gli auguri allo Stato italiano con il canto dell’inno, con coccarde tricolori e una grande bandiera di 15 metri.

Nicolò Colombini