Sulla sanità, le Società della Salute e il territorio: la Regione dica qual è la nuova strada da seguire

Qualche mese addietro ero intervenuto in difesa della Società della Salute della Valdera che, sin dalla sua sperimentazione, si è dimostrata un valore aggiunto al nostro sistema territoriale. Il mio appello ha raccolto il consenso di pochi soggetti. Nell’appello sostenevo e ribadivo come la Società della Salute in Valdera, avesse cercato di attuare concretamente l’integrazione tra i servizi sociali (che erano di competenza dei Comuni) e quelli sanitari (che sono di competenza della Regione tramite le Aziende Sanitarie). Oggi infatti i cittadini accedono ai servizi attraverso un unico sistema e attraverso valutazioni integrate e condivise vengono presi in carico dal sistema dei servizi della Zona, sanitari e sociali. La Società della Salute ha omogeneizzato e uniformato, non solo su base zonale ma anche con le altre zone, i percorsi di accesso ai servizi. Così oggi esistono regolamenti di accesso alle prestazioni che garantiscono una continuità ospedale-territorio e una gestione unitaria del sociale. Questo ha consentito anche una ottimizzazione dei costi. Abbiamo messo in atto un processo di programmazione integrata e condivisa a livello istituzionale dell’Unione e l’Azienda Sanitaria creando quelle sinergie utili alla crescita del sistema con una forte attenzione ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni. E’ stato costruito negli anni un modo di operare in rete nel territorio tra i tutti i soggetti interessati (la cooperazione sociale, le associazioni di volontariato e l’utenza) che costituisce oggi una ricchezza e un patrimonio irrinunciabile di tutta la Valdera che ci ha permesso di affrontare la riduzione delle risorse del Fondo nazionale delle politiche sociali.

Si trattava di giudizi positivi suffragati da autorevoli studi. La Valdera, con l’Unione si è dimostrata una comunità capace di reggere la sfida e garantire i servizi essenziali, in presenza di una grave crisi economica e di una drastica riduzione delle risorse.

Ora c’è una novità. Nei giorni scorsi, in occasione della discussione in Consiglio Regionale sul Dpef e sulla Finanziaria 2013, è emerso che si andrà ad una revisione regionale che prevede il superamento delle Società della Salute. Poiché ritengo di dover confermare il mio giudizio positivo su questa esperienza e, soprattutto consapevole del buon lavoro svolto in questa direzione, occorre ora chiarezza su quali saranno le prospettive di questo modello organizzativo che, aldilà della forma giuridica, aveva ben risposto ai mutati bisogni della popolazione, alla frammentazione delle reti familiari, alla precarietà del lavoro e della casa. L’Unione della Valdera vuole essere attore fondamentale nella gestione di questo passaggio.

Per questo, raccogliendo anche la proposta di Giacomo Maccheroni, già sindaco della città e parlamentare, chiederemo un incontro all’assessore regionale alla Sanità Toscana affinché venga sul territorio a spiegarci quale sarà la strada che la Toscana percorrerà in futuro. La Valdera saprà sicuramente rispondere a qualsiasi innovazione con un’azione comune del territorio. Altrimenti il rischio è che a pagare siano i cittadini più deboli.

Pontedera, ottobre 2012

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