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Sul trasferimento della sede distaccata di Pontedera del Tribunale di Pisa e l’ipotesi alternativa dei giudici di pace

venerdì, settembre 6th, 2013

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata “Nazione Pontedera Valdera” e “Il Tirreno Pontedera” del 30/08/2013

venerdì
30 agosto 2013

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
1

 

«Il tribunale chiuso svuota il centro e le casse»

 

 «Per prima cosa trasferiremo a Palazzo Pretorio i giudici di pace»

IL SINDACO si è battuto come un leone per salvare il tribunale. Ma non ce l’ha fatta – così dicono gli ultimi avvenimenti, le ultime decisioni. Una speranzella, tuttavia, Simone Millozzi la conserva ancora, anche se a trasferimento in atto. «Vedremo… ». Però il sindaco ha anche un piano B, da attuare quando sarà inequivocabilmente sicuro che il tribunale non ci sarà più e non tornerà quantomeno in tempi brevi, mentre la storia insegna che in tempi lunghi le tendenze al decentramento o all’accentramento si alternano in corsie ricorsi.

«Il piano B – dice Millozzi prevede il trasferimento a Palazzo Pretorio dei giudici di pace e rispettive cancellerie. Lo faremo lasciando il palazzo di via Gotti che abbiamo preso in affitto, attrezzandolo, perché i giudici di pace non potevano stare a Palazzo Pretorio, già al completo». Però i giudici di pace non hanno bisogno di 40 stanze, articolate in 4 piani e mezzo: il seminterrato delle vecchissime carceri, un mezzanino, 2 piani efficienti e l’ultimo, con terrazza, dove ha funzionato il carcere, con appartamento per il custode, fino a trent’anni fa. Per i giudici di pace pontederesï basta però un piano. E allora? «Chiederemo alle amministrazioni comunali di San Miniato e Volterra se vogliono accorpare a Pontedera i loro giudici di pace – spiega Millozzi – visto che loro potranno averli ancora soltanto se pagano tutto loro. Altrimenti cercheremo altre soluzioni».

M.M.

venerdì
30 agosto 2013

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
III

 

Qui il giudice di pace l’ipotesi alternativa che piace in Comune

 

Qui il giudice di pace l’ipotesi alternativa che piace in Comune

La riforma delle circoscrizioni giudiziarie salva Pontedera dove traslocherebbero gli uffici di San Miniato e Volterra

PONTEDERA
Il futuro è ancora nel solco della giustizia. Nelle stanze di Palazzo Stefanelli l’ipotesi prende sempre più quota con l’avvicinarsi dell’addio al tribunalino. Restano la ferma posizione dell’arnministrazione comunale e l’appello al governo a ritornare sulle scelte fatte ma cresce anche la consapevolezza che i giochi sono ornai fatti. E così, a tempo quasi scaduto, all’ombra dell’Orologio potrebbero prendere posto gli uffici del Giudice di pace.

Un trasloco nel perimetro del centro cittadino, a qualche decina di metri dall’attuale sede, che si legherebbe a una doppia possibilità: chiudere la spesa per l’affitto in capo al Comune e non lasciare “vuoto” il Palazzo che affaccia su piazza Curtatone e Montanara.

A fare da sponda a Pontedera è la legge 156 del 2012 che ha disposto la soppressione di 674 uffici di pace su tutto il territorio nazionale, tra cui Volterra e San Miniato, offrendo però agli enti locali, anche consorziati tra loro, la possibilità di mantenere il presidio accollandosi tutte le spese di funzionamento del servizio e del personale amrninistrativo. E poiché a San Miniato l’amministrazione della Città della Rocca non ha trovato la disponibilità a partecipare alle spese delle altre amministrazioni del Valdarno, circa 140mila euro all’anno, l’accorpamento con Pontedera è pressoché scontato. Più incerto per Volterra, dove i Comuni dell’Alta Valdicecina sono pronti a fare squadra e si attende una risposta dal Ministero.

Con il trasloco a Pontedera degli uffici del giudice di pace di San Miniato e Volterra la città della Vespa si garantirebbe un giro di persone legate alle attività legali nel centro, anche a beneficio degli esercizi commerciali. A San Miniato, dove ci sono due giudici di pace, le cause civili trattate sono circa 1.400 all’anno e quelle penali un centinaio. A Volterra ogni anno sono iscritte circa 150 cause civili e meno di cento di natura penale. Numeri che si andrebbero a sommare a quelli dell’ufficio pontederese: 3mila cause civili e circa 200 penali. Un’ipotesi caldeggiata, in cui l’accorpamento dovuto alla riforma delle circoscrizioni giudiziarie premia Pontedera a discapito di altre realtà della provincia.

C’è di più. Quell’edificio potrebbe essere uno spazio da reinventare. Un luogo su cui aprire un confronto e su cui innestare progetti capaci di dare un volto inedito a uno spicchio del cuore della città della Vespa. Il Palazzo dell’Orologio è un luogo molto bello, di valore storico, centrale, con antistante una piazza e di fronte la chiesa del Crocifisso. Un insieme che ne fa il punto nevralgico della cosiddetta “Pontedera bella”. Perciò, a chi si interroga su che cosa potrebbero ospitare quelle mura da più parti viene un monito: non servono idee bislacche per rendere importante questo spazio. (m.m.)

venerdì
30 agosto 2013

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
III

 

Caduta nel vuoto a richiesta corale inviata a Roma»

 

LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
«Caduta nel vuoto la richiesta corale inviata a Roma»

PONTEDERA

Dentro quel documento c’erano le firme di Confesercenti, Confcommercio, Comune e di tanti avvocati. L’intento comune è quello di bloccare il trasferimento del tribunale di Pontedera a Pisa: nel giugno scorso questa intesa tra enti arriva persino alla Presidenza della Repubblica. «Ma da Roma neppure un segno ci è arrivato, la risposta è quella che vediamo oggi, ovvero che questo trasferimento ci sarà e sarà un colpo risortale soprattutto per le attività commerciali di Pontedera», si sfoga il presidente di Confesercenti Luca Sardelli. Le associazioni di categoria sanno bene che intorno al mondo della giustizia made in Pontedera gravita tutto un indotto di personale, clienti, avvocati, giudici che vivono la città, consumano a bar e ristoranti, spendono nei negozi del centro. Un giro economico considerevole.

«E una decisione assurda rincara il numero uno di Confcommercio, Girnmy Scatassa. Da una parte si taglia una delle poche realtà di cui sono riconosciute la qualità e l’efficienza, ovvero il tribunale, andando a penalizzare il settore, e dall’altra con questa scelta praticamente si mettono in serio pericolo tante attività commerciali della città». Scatassa fa una riflessione pure sui costi maggiorati a cui andranno incontro gli stessi legali: «Ho parlato con alcuni avvocati della zona del Valdarno – continua – e ovviamente andare fino a Pisa comporterà un aggravio di costi anche per loro».

Che fare adesso? «Qualunque iniziativa adesso è tardiva – aggiunge -. Ma voglio sottolineare che tra aprile e giugno abbiamo fatto diversi incontri con Comune e avvocati per cercare iniziative comuni di protesta, ma sono naufragate. Più che dare il nostro sostegno a qualsiasi forma di protesta, noi come associazione non possiamo fare altro».

Amarezza anche nelle parole di Andrea Del Nista, presidente della Fit, la federazione italiana tabaccai, della provincia di Pisa: «Quella dei valori bollati – aggiunge – è sempre stata per la nostra categoria una sorta di bandiera: un modo per dare servizi in più ai cittadini e allo Stato: per questo tanti di noi si sono proprio specializzati in questo, soprattutto le attività vicine ai tribunali». E chiude: «Se viene a mancare tutto questo è un brutto colpo per il nostro settore».

Francesca Suggi

venerdì
30 agosto 2013

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
III

 

Millozzi: «Il ministro si prenda più tempo per riflettere»

 

L’APPELLO IN EXTREMIS

PONTEDERA
Il sindaco del Comune di Pontedera Simone Millozzi è infuriato e non si vuole arrendere. Fa appello a Parlamento e governo in cerca di un improbabilissimo dietrofront in extremis.
«Lontani da qualsiasi rivendicazione puramente campanilistica e territorialistica – afferma il primo cittadino – abbiamo da sempre combattuto per scongiurare una simile ipotesi. Il nostro “tribunale”, infatti, aveva ed ha i numeri (in termini di popolazione servita quasi 200.000 cittadini, di area socio-economica di grande estensione territoriale, di cause pendenti ecc.) per restare aperto. P. sufficiente pensare che tra le sezioni distaccate di tutta Italia, la nostra si “classificava” tra le prime 5 posizioni in termini di efficienza, di produttività e di organizzazione. È sufficiente evidenziare che l’imminente soppressione della nostra sede appare, alla luce dei dati alla mano, inadatta a ottenere risultati di risparmio e passibile addirittura di apportare l’aggravarsi delle condizioni di efficacia ed efficienza dell’amministrazione della giustizia sul territorio provinciale pisano. La struttura del Tribunale di Pisa, sempre dati alla mano, non appare in grado di assorbire il lavoro assegnato alla sezione distaccata di Pontedera, né quanto ad ambienti fisici, né quanto a risorse, né quanto a possibilità organizzative. Ancora una volta dunque una riforma miope, ottusa e sbagliata taglia tutto, in modo indistinto, trasversale senza alcun riguardo al merito, all’oggettività, all’efficienza penalizzando, oltre modo, un intero territorio».
Tuttavia, il sindaco dice di voler pensare ancora positivo.
«Mancano – spiega Millozzi -ancora circa due settimane. Credo che il Parlamento abbia votato all’unanimità per un rinvio della soppressione della chiusura dei “tribunalini”, il governo e il ministro Cancellieri si prendano dunque un maggior tempo per riflettere, valutare, approfondire, nel merito, i provvedimenti da adottare. Così facendo sarà semplice rendersi conto che il nostro “tribunale” non può chiudere».

Sulla tassa di soggiorno: i controlli per gli evasori

mercoledì, settembre 26th, 2012

Riproduciamo gli articoli giornalistici pubblicati sulla testata “Nazione Pontedera” e del ” Il Tirreno Pontedera” del 26/9/2012.

mercoledì
26 settembre 2012

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
13

 

Pochi pagano la tassa di soggiorno, il sindaco invoca i controlli

 
IL PUGNO DURO DI MILLOZZI: «QUALCOSA NON QUADRA NEI DATI FORNITI DAGLI ALBERGATORI, SUBITO LE VERIFICHE»

O QUESTE attività stanno chiudendo, oppure qui c’è qualcuno che fa il furbo». E’ arrabbiato il sindaco Simone Millozzi che nelle voci di bilancio ha dovuto rivedere in negativo le entrate previste per l’imposta di soggiorno. Colpa, secondo il primo cittadino, non solo del calo delle presenze in città causate dalla recessione e che hanno coinvolto tutto il comparto del turismo nazionale, ma anche di un “fronte del no” alla tassa di soggiorno che fa muro all’introduzione della tassa. Ma ripercorriamo la storia per capire cosa sta succedendo

IN PRIMAVERA il Comune annuncia l’introduzione della famigerata tassa di soggiorno per chi pernotta in una struttura della zona. Subito si scatena una furiosa polemica da parte degli albergatori che temono di perdere competitività nei confronti dei colleghi dei comuni limitrofi che non hanno introdotto questo balzello. Al loro fianco si uniscono il gruppo di opposizione e le associazioni di categoria. Ma il comune non desiste e rimanda l’introduzione della tassa di un mese per non “guastare la Pasqua”, come dissero alcuni albergatori Ora, a distanza di 4 mesi, sulla scrivania del sindaco sono arrivati i primi dati sulle presenze e «non tornano specifica il sindaco – Avevamo calcolato che le presenze in città fossero circa 50mila all’anno. Ma erano dati della Provincia del 2010 perché quelli del 2011 non erano ancora pronti. Ci siamo accorti che in un anno, le presenze sono scese a 42mila e prevediamo un trend negativo anche nel 2012. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di rivedere nel bilancio la voce dell’imposta di soggiorno che passa dai 75mila euro a 50». Ma ad allarmare il sindaco non c’è solo la crisi che ha ridotto il numero di pernottamenti in città, ma soprattutto un atteggiamento degli albergatori che potrebbe nascondere un’evasione.

«NON MI VOGLIO nascondere tuona il sindaco – Qui c’è molto che non quadra. Ho visto i dati presentati dalle strutture e, oltre ai documenti compilati male dagli albergatori, ma a questo provvederemo noi a cercare di capire come migliorare la comunicazione, ci sono situazioni incredibili. Strutture che per maggio e giugno non hanno dichiarato nessun pernottamento. Ci sono anche grandi alberghi che in due mesi hanno dichiarato solo l’8% delle camere occupate. Com’è possibile? Siamo costretti a rivolgerci alle autorità preposte per le verifiche e i controlli». E poi arriva un secondo monito sulle circa 30 strutture ricettive presenti a Pontedera: «Dobbiamo anche capire se ci sono strutture a noi sconosciute…». E infine la denuncia: «Su alcuni siti di queste strutture c’è addirittura scritto “no tassa di soggiorno”»Dunque il Comune annuncia il pugno duro contro una possibile evasione, non solo ai danni del Comune, ma anche al fisco.

Nicola Pasquinucci

mercoledì
26 settembre 2012

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
IV

 

Tassa di soggiorno, per gli evasori ci penserà il Fisco

 

I primi dati del comune rivelano strutture “fantasma” II sindaco: segnaleremo la situazione agli organi competenti
di Francesca Suggi

Che la tassa di soggiorno non piacesse agli albergatori è storia conosciuta. Ma che, dati alla mano, emergesse una sorta di sciopero dei pagamenti è una sorta di colpo di scena per il sindaco e la sua giunta comunale. «Rispetto ai riscontri di maggio e giugno salta fuori che su una media di cento posti letto, solo l’otto per cento risulta occupato e in regola con i pagamenti della tassa», premette il sindaco Simone Millozzi.

Affittacamere fantasma? Agriturismi prossimi alla chiusura? Così pare, spulciando il monitoraggio dei primi 60 giorni dall’introduzione del balzello. «Non c’è che dire – la butta là tra l’ironia e il disappunto – sono numeri da fame che fanno pensare o a strutture inesistenti, oppure che sono in procinto di chiudere. E quindi verificheremo».

In soldoni, il primo cittadino non ci sta a lasciar scivolare la questione. «Quando avremo completato il monitoraggio, e quindi ad ottobre, quando ci arrivano anche i dati di luglio, agosto e settembre faremo a tappeto i dovuti controlli e denunceremo le situazioni anomale alle autorità competenti». Che vuol dire Agenzia delle entrate.

Il contesto turistico ricettivo della città è noto: ci sono 5 strutture alberghiere, 15 tra bed and breakfast, affittacamere e case vacanza e 6 agriturismi, per un totale di 463 posti letto.

Si parte dallo stato dell’arte per fare i conti e restare a bocca aperta. Senza contare che il capo della giunta ha già provveduto a fare una variazione a bilancio e variare le entrate previste dalla tassa di soggiorno, da 75mila a 25mila.«Io non ho mai fatto una questione di incassi, ma i dati sono paradossali e bisogna andare a fondo».

Detto ciò Millozzi sa bene che il calo delle presenze che si registra a livello provinciale tocca, e non poco, anche Pontedera. «La previsione che avevamo fatto era basata su dati provinciali del 2010 e possiamo dire che, rispetto a quelle avute nel 2011, si è registrato un meno 16%, da 50mila a 42mila presenze. Ma questo, certo, non giustifica in toto i dati che abbiamo riscontrato».

Evasione, quindi. Tanti albergatori che non pagano quanto dovrebbero, a scapito dei colleghi che invece ottemperano al regolamento comunale. «Sicuramente proveremo a migliorare e a chiarire i moduli che consegnano, anche se c’è da dire che spesso ci vengono consegnati in maniera quasi incomprensibile».

Rispetto ai report salta fuori che sono i titolati di bed and breakfast e agriturismi «ad aver maggiori difficoltà di pagamento, mentre le strutture alberghiere diciamo che fanno più attenzione e pagano regolarmente la tassa di soggiorno».

“ Costretto a ridurre le entrate di bilancio”

«Vista la situazione sono costretto a fare una variazione di bilancio e ridurre di circa 5Omila euro l’entrata prevista rispetto alla tassa di soggiorno». L’annuncio ieri, nel corso del consiglio comunale, da parte del sindaco Simone Millozzi.

Da 75mila euro, l’entrata in previsione cala vertiginosamente a 25mila euro.

Calo di presenze, partenza ritardata di un mese del balzello turistico, ma in primis una tribù di evasori inaspettata obbligano l’amministrazione comunale a rivedere alcuni parametri.

“Alla fine chi non paga fa un danno a tutte quelle strutture che sono in regola», non manca di sottolineare il primo cittadino. Che rincara: «E alla comunità tutta – e va nei dettagli – perché come dico da sempre, alla fine di ottobre, andremo a sederci al tavolo con le associazioni di categoria per trovare insieme quello o quei progetti turistici su cui destinare l’entrata della tassa di soggiorno».

In altri termini, meno soldi arrivano in cassa e minori saranno gli investimenti nel settore turistico cittadino nel quale investire. A discapito di tutto il settore e dell’intera città di Pontedera. “Considerati i dati emersi in questo primo monitoraggio di due mesi – conclude – devo assolvere al mio compito e certo non posso chiudere gli occhi. Al contrario farò di tutto per accertare situazione per situazione, capire se veramente ci sono strutture aperte che si fingono chiuse o sul procinto di chiudere i battenti, e segnalare il tutto alle autorità competenti».

«Ho rimborsato di tasca mia la tassa pagata per i terremotati»

«Ho mantenuto la promessa che avevo fatto. Ho preso 15 euro« di tasca mia e li ho spediti alla struttura che li aveva dovuti pagare, come tassa di soggiorno, per aver ospitato una famiglia delle zolle terremotate dell’Emilia. L’ho fitto« pur non avendo trovato riscontro, di quella cifra, nei resoconti che gli operatoti turistici hanno spedito ai nostri uffici».Simone Millozzi, sindaco di Pontedera, svela l’episodio a margine del consiglio comunale in cui si parla anche della riduzione dell’importo previsto, come entrate dalla tassa di soggiorno, da75mila a 25mila giuro. il fitto risale alla fine della passata primavera. ospite di un albergo della città, c’era un operaio emiliano. Quando la sua terra è stata martoriata dal terremoto (maggio scorso), lui avrebbe dovuto tornare a casi, per stare vicino alla sua famiglia. Invece, tutti i suoi Familiari furono ospitati dall’albergo pontederese. Ma, per questi ospiti, non essendoci apposito regolamento d’esenzione, l’operatore ha dovuto pagare la tassa di soggiorno. Che,adesso come svela il sindaco gli è stata restituita.

 

In giro per la città con le bici a nolo

giovedì, settembre 16th, 2010

Riproduciamo l’articolo pubblicato giovedì 16 settembre 2010 sulla testata giornalistica IL TIRRENO PONTEDERA a firma Francesca Suggi.

In giro per la città con le bici a nolo
Abbiamo testato il nuovo servizio: subito tanti consensi tra i cittadini

PONTEDERA. Guarda incuriosito le due ruote fiammanti, Mustafà. Sta vendendo fazzoletti al parcheggio dell’ospedale, accanto alla nuova ciclo postazione. «Faccio tanta strada io, quanto ci vuole?», poco italiano ma sufficiente a capire che quelle bici a noleggio, con le prime 2 ore gratuite, potrebbero fare al caso suo. Lo chiede a due amiche uscite dall’ufficio intente a passare la card e a staccare la bici dal posto.

Destinazione: un semplice giro per sperimentare la volata – si fa per dire – nella downtown pontederese.
E via, dietro di loro sono tanti i curiosi che osano col bike sharing, in sella a quelle “scoraggia auto a pedali” che vanno a tessera ricaricabile.
«Mi sento un po’ nord europea», ci scherza su Delia Granfatti. Appena uscita dal Comune dove lavora, aggiusta il sellino, si lega i capelli e parte con il suo gilet a quadri e jeans.
Le postazioni dove poter lasciare le biciclette del nuovo servizio comunale sono 5: la sua meta si chiama Cineplex, al parcheggio scambiatore, dove ha lasciato l’auto alcune ore prima.
Cento metri, duecento, un chilometro tra piste ciclabili e strada.
«E’ un piacere pedalare, soprattutto con le belle giornate», commenta con il fiatone. «E poi fa bene alla salute».
Invece del bus navetta Delia ha preso sia all’andata che al ritorno la bici a noleggio. Dieci euro tra cauzione e ricarica di 5 euro – se non si spendono vengono restituite quando si riporta la tesserina – e il passepartout a due ruote è a portata di mano. Lei scende, Maria Cuomo riparte. Lei è un’ex maestra in pensione, abita in Val di Cava e questa trovata ecologica le toglie un gran peso.
«Sono sempre a Pontedera per visitare mia figlia e fare commissioni, mi muovo sempre a piedi ma spesso impiego troppo tempo», spiega gomito a gomito sulla pista ciclabile in zona ospedale.
Un occhio alla sua bici, è la numero 16 e il sellino è difettoso. Scende. Si abbassa mentre va e gira.
Poco male, alla postazione localizzata al posteggio dei cimiteri si cambia mezzo. In giro non c’è nessuno.
Alle colonnine sono “parcheggiate” 5 bici (ci sono dieci cicloposti), altrettante postazioni sono vuote, in attesa che qualche ciclo-curioso le posi. Sono tutte in fila. Rosse e grigie. Nuove e fiammanti. C’è il campanello, il cestino nero. E pure i para-forcelle ci sarebbero, anche se qualcuno è già sparito. «In questo modo posso anche andare al mercato e mettere quel che compro nel cestino», dice. Piace soprattutto l’idea di poter utilizzare il mezzo gratuitamente per le prime due ore. Successivamente dalla carta si scalano 0,50 euro all’ora.
Un saluto all’insegnante, vestita sprint per l’occasione. In direzione stazione, ai “box”, sono parcheggiate solo tre bici. «E’ un luogo che dovrebbe facilitare le persone e i pendolari che arrivano con il treno, l’idea è quella di dar loro un mezzo veloce per raggiungere il centro», fanno sapere dalla Siat.
Una perplessità arriva da un giovane ciclo-curioso pontederese, Andrea. Salta fuori lungo il tragitto, anche lui in giro a sperimentare: «Mi sembra un progetto fatto più per le persone che arrivano da fuori, piuttosto che per noi locali».
La riflessione dello studente universitario di Pisa si basa sulle location delle ciclo-postazioni: «Per esempio, per praticità servirebbe una colonnina anche nella zona delle scuole». Butta lì la sua proposta, mentre suona il campanello per invitare un’auto a fermarsi. Nel cestino ha la catena che gli uffici danno in dotazione, insieme alla carta.
Il day-after del bike sharing tutto pontederese sembra mettere d’accordo tutti. La due ruote a noleggio piace a stranieri e non, che subito si sono messi in fila negli uffici della Siat per prendere la propria card. La gente che ritira “viene schedata” dagli uffici. E mentre una mano frena e l’altra controlla il manubrio, i dubbi vengono pedalando. Tra tutti spicca un comune “e se me la rubano mentre la lego fuori dal supermercato?”, si chiede Maria Cuomo mentre parcheggia la bici di nuovo in piazza Cavour.
Punto primo, come da contratto, ogni persona è responsabile del mezzo dal momento in cui lo prende a quando lo riporta “ai box”. «Se si perde la bici l’utente deve fare una denuncia e portarla agli uffici, solo così si deresponsabilizza. In assenza di questo è prevista una sorta di sanzione di 250 euro, che è il valore stimato delle biciclette». Denuncia obbligatoria anche se si smarriscono le chiavi del lucchetto, la catena in dotazione, oppure la card.

POSTAZIONI BIKE SHARING
40 biciclette pubbliche sono disponibili nei seguenti cicloposteggi:
– CENTRO CITTA’ Piazza Cavour
– STAZIONE FF.SS. Piazza Unità d’Italia
– OSPEDALE Piazza della Solidarietà
– PARCHEGGIO SCAMBIATORE CINEPLEX
– PARCHEGGIO SCAMBIATORE CIMITERI

COSTI DEL SERVIZIO
– iscrizione al servizio: 5 euro di cauzione per rilascio della tessera
– importo minimo di credito: 5 euro
– costo di utilizzo:
a) prima e seconda ora: gratuito b)
b) ore successive: 0,50 euro cad.

ORARIO DEL SERVIZIO
Il servizio pubblico di Bike Sharing è attivo tutti i giorni con il seguente orario:
– dal 16 ottobre al 15 maggio: dalle ore 6,00 alle ore 22,00
– dal 16 maggio al 15 ottobre: dalle ore 6,00 alle ore 24,00

RITIRO DELLA TESSERA

S.I.A.T.
via Fili Marconcini 13/c, Pontedera, tel. 0587 59018, lunedì dalle 9,30 alle 12,30 e dal martedì al venerdì dalle 16 alle 18

SEGNALAZIONI E INFORMAZIONI
Comune di Pontedera (Ufficio Ambiente) tel. 0587 299649-299210