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Sull’articolo pubblicato da un quotidiano sui rifiuti e su Capannori

lunedì, novembre 7th, 2011

Sulla cronaca locale della Nazione del 4 novembre leggo una dichiarazione dell’assessore all’ambiente del Comune di Capannori (Lucca) relativo al riciclo dei rifiuti e nel quale ci sono delle considerazioni critiche sulla raccolta a Pontedera. In primo luogo invito l’assessore a rileggere le mie considerazioni senza estrapolarle dal contesto del consiglio comunale nelle quali sono state pronunciate. E’ difficile giudicare una frase senza contestualizzarla. Premesso questo vorrei invitare lo stesso che si vanta delle sue percentuali di raccolta differenziata, a riflettere sul ciclo della materia: differenziare non è fare riciclo! L’assessore vuole far credere che con una differenziazione dell’80% (dato che non contempla il fenomeno della trasmigrazione del rifiuto nei comuni limitrofi) tutto sia ritrasformato in materia prima secondaria. Sarebbe interessante conoscere i dati sulla percentuale effettiva di riciclo; solamente questo dato, se mi è consentito, ci può fornire una valutazione oggettiva sulla bontà dell’intero processo.
A Capannori il cittadino differenzia, il Comune raccoglie e trasporta nei centri di raccolta. Il Centro di raccolta smista e ri-cicla. Il rifiuto, una volta differenziato comunque non sparisce, ma occorrono impianti per la gestione. Capannori dove mette questi rifiuti pur differenziati? In quali impianti? Qual’è il costo reale complessivo di tale servizio considerando anche i costi del porta a porta? Dunque caro assessore non è solo l’ecotassa a pesare sulle tasche dei cittadini.

Inoltre il principio di autosufficienza e prossimità che tutti gli enti locali dovrebbero seguire indica la necessità di creare impianti il più possibile vicini. La Provincia di Lucca ha il compito di individuare un sito per la realizzazione di un impianto di compostaggio (dove vanno i rifiuti organici differenziati).

Credo infatti che sia inutile oltrechè gravoso per le tasche dei cittadini avere una alta percentuale di raccolta differenziata e non avere, al contempo, un impianto di compostaggio dove conferirla. Mi risulta che nella provincia di Lucca e a Capannori non stanno trovando al momento un luogo adatto per questo impianto e tutt’oggi i rifiuti organici emigrano. L’Assessore che si erge a maestro ed esempio di buona gestione dovrebbe preoccuparsi della incapacità delle forze politiche democratiche locali a chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti, almeno per quelli urbani.

Il Comune di Pontedera ha fatto scelte significative in termini di gestione dei rifiuti con grande senso di responsabilità. Infatti oltre ad avere un’area dedicata allo smaltimento e al riciclo dei rifiuti ha in corso la gara per l’aggiudicazione dei lavori necessari a realizzare un nuovo impianto di compostaggio anaerobico capace di conferire 44 mila tonnellate annue per un importo complessivo di 16 milioni di euro. Con questo investimento diamo una risposta a tutti quei comuni che giustamente decidono di investire per potenziare la raccolta diffrenziata. Diamo una risposta solidale e collettiva perché credo che questo rappresenti una scelta di buon governo del territorio.

Considerato che l’assessore dice di non voler insegnare niente agli altri e pur tuttavia cita Pontedera come città che non raggiungendo la percentuale del 65% di differenziata entro il 2012 dovrebbe mettere l’ecotassa regionale mi permetto allo stesso modo di far riflettere l’assessore sul fatto che a Capannori e nella zona alcuni industriali parlano di emergenza sullo smaltimento dei loro rifiuti non riciclabili (vedi Antonio Pasquini titolare della «Cartiera Lucchese spa» e vicepresidente di Assocarta in un articolo uscito su La Nazione il giorno 11 ottobre 2011 sulla Cronaca di Lucca). Pasquini infatti non vede alternative alla delocalizzazione delle aziende lucchesi se il problema dello smaltimento dei rifiuti non troverà rapide soluzioni. Perché l’assessore di Capannori non si preoccupa delle conseguenze che deriveranno sui posti di lavoro se quanto minacciato avvenisse? Forse dovrebbe preoccuparsi meno di Pontedera e invece cercare di trovare soluzioni veramente compatibili ecologicamente ed economicamente per la propria comunità.

Pontedera 4 novembre 2011