Intervista di Mario Mannucci al Sindaco di Pontedera

Caro sindaco, tre mesi fa te lo saresti anche lontanamente immaginato che il Pd parla con i 5Stelle per eventualmente fare un governo insieme?

In politica le parole “sempre” e “mai” non possono esistere per definizione. Una classe dirigente preparata, seria e responsabile non può non sapere che i contesti e gli scenari sono mutevoli e che la Politica con la P maiuscola, quella al servizio dei bisogni del paese, non è uno stadio dove scagliare offese alla squadra avversaria e tifare la propria. Soprattutto all’interno di una legge proporzionale incardinata in un sistema parlamentare è chiaro che il dialogo, il compromesso, i programmi, gli obiettivi e le azioni possibili sono il perimetro in cui ogni forza politica finisce per muoversi. Ecco perché è sbagliato, prima che stupido, urlare e lanciare soltanto offese in campagna elettorale con parole e toni che lasciano ferite nella coscienza pubblica: sono difficili da suturare e impediscono la lucidità d’analisi che serve alla fase successiva. Se il M5S e la Lega avessero tenuto un registro ed uno stile diverso da quello tipico di un rodeo di periferia, probabilmente oggi l’Italia avrebbe un governo e non si troverebbe nella condizione di stallo in cui si trova e non può permettersi di essere.

A proposito, sei favorevole ad accordi di questo tipo, visto che nella politica pontederese i 5 Stelle e Forza Italia (la Lega non è presente in consiglio comunale) hanno fatto finora un’opposizione ferrea anche se con argomenti diversi un’opposizione ferrea?

Io sono favorevole agli accordi che partano da un presupposto condiviso ed abbiano un obiettivo compatibile e perseguibile.
Il presupposto è la consapevolezza che governare non è un fine ma soltanto un mezzo per dare forma e sostanza ai valori che si credono utili alle comunità ed ai bisogni della gente.
L’obiettivo perseguibile è la conseguenza di tale presupposto: mettersi insieme solamente per avere i numeri senza potere mettere al servizio della causa una visione comune è inutile e dannoso. Il confronto anche aspro sulle cose fare, sulle priorità da perseguire, sulle scelte da compiere può essere utile e fecondo se almeno vi è accordo condiviso sulla forma del tavolo di lavoro su cui aprire una discussione. Faccio un esempio legato a Pontedera. Se dovessi immaginare in astratto un percorso finalizzato ad accordo programmatico con qualcuna delle forze che in questi anni sono state all’opposizione lo immagino con la Lista Civica Indipendente di Puccinelli. Sebbene vi siano stati scontri anche forti ed aspri sul merito delle cose, è altrettanto vero che essi si sono consumati con un linguaggio, un tono ed all’interno di un orizzonte valoriale che non impedirebbe la costituzione di un tavolo di analisi, approfondimento e discussione finalizzato alla ricerca di convergenze utili alla città. Difficilmente potrei pensare, anche soltanto in ipotesi, un percorso simile con la destra locale che parla lingue incompatibili alla nostra e racconta contenuti su cui nessuna sintesi è possibile.

Simone Millozzi entra nell’ultimo anno di governo cittadino. Con quale animo?

Con tutta l’umiltà che mi ha accompagnato questi nove anni posso dire di aver dato tutto me stesso in quella che ritengo essere l’esperienza assieme più appassionante e più totalizzante per chi ama la propria città: esserne il Sindaco. Ed ho cercato di esserlo con tutta la dedizione, la passione e l’impegno che potevo mettere a disposizione sacrificando sia la vita professionale che familiare. L’ho fatto senza sentirne il peso con l’obiettivo di portare rispetto alla fiducia ed al mandato che i cittadini Pontederesi mi hanno dato nel 2009 e confermato nel 2014. Sono stati anni difficili, forse i più difficili dal dopoguerra ad oggi per l’Italia e per la nostra città.
Non è stato e non è facile cercare di dare risposte ai bisogni delle persone, delle famiglie, del tessuto economico, commerciale e produttivo. Ma lo abbiamo fatto con coraggio e responsabilità mettendo in campo tutto quel che potevamo fare. Senza mai rinnegare i valori che ci sono propri e sempre all’interno della strategia di sviluppo che avevamo proposto per Pontedera. Essa è stata la nostra stella polare e nonostante le difficoltà, non abbiamo mai rinunciato a perseguire. Il prossimo anno, l’ultimo del mio doppio mandato, spero che possano concretizzarsi una serie di azioni ed interventi che avevamo programmato e finanziato. Con la solita determinazione e tenacia mi adopererò perchè possano vedere la luce. Solo la superficialità degli sciocchi e la debolezza dei presuntuosi impediscono di affermare che si potesse senz’altro fare di più e di meglio. Ma allo stesso modo posso dire senza alcuna esitazione che in questi nove anni ho messo tutto il mio impegno, le competenze e le conoscenze per poter portare avanti il programma di mandato e cercare di mettere le basi per la Pontedera dei nostri figli.

Per la nuova amministrazione e per il suo sindaco _ il candidato dovrà esser scelto fra qualche mese _ stai lavorando in appoggio a un nome oppure stai alla finestra?

Sebbene per carattere e natura non sia mai stato alla finestra ritengo che la scelta per la candidatura al ruolo di Sindaco sia cosa troppo seria e delicata da poter esser raccontata nello spazio necessariamente breve di questa risposta. Posso però già dire che il PD, i partiti di centrosinistra ed ogni forza civica che vorrà star dentro un progetto unitario per il governo di Pontedera debbano curare con grande premura, “cum grano salis” ed in modo unitario sia il metodo che il merito di un percorso di individuazione di coloro che saranno chiamati ad interpretare ed attuare le azioni ed i programmi da condividere “con” e “per” la città.
In quella discussione darò come sempre il personale contributo. Chi ha vissuto da dentro e quotidianamente le problematiche ed i meccanismi di governo di una città complessa come la nostra non può che augurarsi che il prossimo candidato Sindaco di centrosinistra abbia consapevolezza profonda dei progetti, delle storie, dei modi, degli strumenti e dei linguaggi che servono a capitalizzare tutto quel lavoro che è stato fatto e che dovrà esser declinato secondo le proprie attitudini e competenze. Dovrà avere le caratteristiche, le energie, la passione e la visione prima per ascoltare la città e poi proporre ai cittadini un’idea di Pontedera proiettata nel medio e lungo termine. Deve amare Pontedera sapendo che questa città può trovare nelle radici della propria storia le ragioni e le rotte del proprio futuro. Dovrà conoscere bene il porto da cui salpare ed aver la lungimiranza delle rotte da percorrere. D’altronde non esiste vento favorevole per un marinaio che non sappia dove andare.

Condividi con gli altri!

Tags:

Lascia un commento

*