Pontedera continua a crescere: il bilancio di fine anno

Riproduciamo gli articoli giornalistici delle testate NAZIONE PONTEDERA VALDERA e TIRRENO PONTEDERA di venerdì 31 dicembre 2010

venerdì
31 dicembre 2010

Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA

Pagina:
2

«Pontedera continua a crescere E siamo pronti per il dopo crisi»


Lavoro, servizi sociali e cantieri: bilancio di fine anno del sindaco Millozzi

di MARIO MANNUCCI

PONTEDERA

IL BILANCIO anagrafico del 2010 si chiude con un + 136 (salvo qualche piccola variazione delle ultime 48 ore) che porta i cittadini pontederesi al numero di 28.334 abitanti. Ancora distante da quella quota 30mila che soprattutto una decina d’anni fa diventò un obiettivo fortemente dichiarato quanto mancato. Tuttavia non è trascurabile il dato della crescita, modesta quanto costante, degli ultimi anni per una città che pur piccola risente di tutti gli effetti della medie e grandi città. I cui abitanti spesso diminuiscono, come era successo anche qui fino qualche anno addietro, per i motivi che tutti conoscono. A cominciare dal costo superiore delle case rispetto all’hinterland. Ma qualcuno, e non solo gli immigrati, comincia a rendersi conto che i disagi di stare in città sono forse minori di quelli che comporta il pendolarismo. Per cui si ricomincia a guardare a Pontedera con interesse.

«STIAMO cercando di incentivare la vivibilità della città – dice il sindaco Simone Millozzi nel tradizionale incontro di fine anno con la stampa, nel quale manda anche un augurio a tutti i cittadini – mettendo a disposizione nuove aree e possibilità abitative ma stando attenti a che non affoghino la città e i quartieri. La scelta di non far costruire anche nella prossima futura area che si libererà con la dismissione dell’istituto professionale sia una delle più importanti della mia amministrazione nel 2010. Lì accanto, come è noto, sono in arrivo le lottizzazioni ex Automar e Crastan, ed è stata una scelta difficile ma coraggiosa cercar di trasferire fuori dal centro, vedremo dove, la potenzialità costruttiva dell’ex istituto scolastico. Con la speranza che questa operazione attiri imprese». Ma c’è nei piani di Pontedera la vendita di edifici e strutture comunali, arma che molte amministrazioni stanno seguendo per rimpinguare le casse? «Grandi cose non sono possibili. Vendere Palazzo Stefanelli o Palazzo Pretorio comporterebbe problemi forse insormontabili. Pensiamo però di vendere l’edificio della comunità teraupetica, dietro il piazzale della Fiera, non appena sarà realizzata quella nuova».

«La preoccupazione più grande con cui affrontiamo il nuovo anno? – risponde Millozzi – è legata all’occupazione, che per una realtà come la nostra vuol dire soprattutto Piaggio. Non possiamo risolvere noi un problema mondiale, però ci sentiamo la coscienza a posto perché ci siamo attrezzati per offrire alle industrie molte aree, servizi e supporti di studio e tecnologia. Arrivando a poter offrire un quadro di eccellenza regionale che tutti ci riconoscono. E se ora abbiamo poche richieste per altri insediamenti, la colpa non è certo del comune ma del quadro generale. Per capirsi, se Ikea volesse venire a Pontedera, troverebbe pronta accoglienza. In tutti i sensi… Ci sentiamo pronti per la ripresa, che prima o poi dovrà venire».

CAPITOLO (inevitabile) tagli, per Millozzi «scellerati». «Ci mancano più o meno 4 milioni – dice – ed è duro dover ripartire i sacrifici. Tanto più che sono cresciute e crescono le povertà e di conseguenza le richieste di aiuti sociali. Per l’affitto, per arrivare in fondo al mese, per assistere i malati. Abbiamo, è vero, un ospedale di eccellenza e buoni servizi sanitari, però dovremo eliminare qualcosa nei trasporti, a esempio le corse la domenica, e chiedere qualche contributo in più nei settore dello sport e della cultura. Bisognerà far pagare qualcosina di più per l’uso degli impianti sportivi. Lo so che non è mai bello chiedere queste cose, ma anche il nostro assessore allo sport, Matteo Franconi, si rende conto che è meglio questo sacrificio che togliere un aiuto a chi ne ha molto bisogno».

venerdì
31 dicembre 2010

Testata:
TIRRENO PONTEDERA

Pagina:
I

Avremo 48 nuove case popolari


Ma i tagli alle entrate faranno lievitare le taríffeper sport e cultura

PONTEDERA. Se vogliamo vederlo attraverso la lente dell’ottimismo, il 2011 porterà 48 nuove case popolari. E, forse, non ci saranno aumenti per le tariffe che riguardano i servizi alla prima infanzia. Forse. Perché Simone Millozzi, sindaco da quasi 2 anni, non si nasconde: chiudere il bilancio non è impresa facile. Mancano oltre 4 milioni di euro e dovrà usare le forbici. Ma non sarà solo l’anno dei tagli. I temi che ruotano intorno alla città sono tanti: al centro, la questione dei rifiuti. Ma anche la trasformazione di una parte di città, il sociale. «Al primo posto – dice il sindaco – metto il lavoro. L’occupazione. La città è legata all’industria e il 2010 ha avuto effetti pesanti su alcune realtà. Anche in settori come commercio e servizi. Nonostante il territorio abbia messo in campo politiche per avere, ad esempio, zone industriali adeguate, una rete viaria che rende competitiva l’area. E sia dotata di strutture per ricerca e innovazione».

Sono queste le condizioni che dovrebbero aiutare a uscire dalla crisi?
«Ma non bastano da sole: dipende anche dalla volontà imprenditoriale, dal rapporto con la Piaggio. L’azienda ha preso degli impegni».

I problemi maggiori riguardano l’indotto e il loro legame con Piaggio.
«Ci sono aziende legate ai picchi produttivi della Piaggio. Stiamo parlando di un tessuto produttivo con oltre 6mila addetti: se nel 2011 non si dà una impostazione diversa al settore, ci saranno ricadute negative. L’auspicio è che il territorio possa riprendersi: è attrezzato per questa sfida. Siamo all’avanguardia grazie alla presenza di alcune eccellenze e di strutture di ricerca».

Ci sono decisioni che, invece, riguardano il lavoro della sua giunta.
«Sì, ma partono da una manovra scellerata del governo. Si dà addosso ai Comuni e non ci permettono di dare le risposte alla gente che si rivolge a noi, per primi, come istituzione più vicina. Abbiamo dato sostegno alle fasce più deboli, in diversi modi: aiuti per pagare l’affitto, sostegno agli indigenti, case popolari».

Significa che non darete più questi sostegni?
«I tagli del governo sono notevoli. Dei 4 milioni di euro che mancano per pareggiare il bilancio, oltre 1,3 milioni riguardano la spesa sociale. Tuttavia, faremo 48 alloggi di edilizia popolare: 24 destinati a canone agevolato, 24 utilizzati come case popolari, assegnati col bando. Nasceranno nel quartiere Oltrera, dietro quella che tutti conoscono come la Vela».

Come recupererete i soldi che mancano dal bilancio? Sono previsti aumenti?
«Per il sociale, abbiamo già avviato una serie di incontri, con la gente, per definire insieme un percorso di tagli, di riduzione dei servizi. Quelli che of friamo, in città, sono ritenuti di qualità: studi e sondaggi, ad esempio, dicono che l’ospedale Lotti è uno dei migliori della regione; per la Società della Salute abbiamo avuto di recente la certificazione, raggiunto livelli elevati. E adesso questi tagli rischiano di farci tornare indietro».

Non solo il governo taglia. Dalla Regione arriveranno meno soldi e si parla di una riduzione del trasporto pubblico locale.
«Ci sono state delle novità positive negli ultimi giorni. E, adesso, il taglio che dovremo affrontare sarà del 15%. Sarà ridotto il trasporto pubblico della domenica pomeriggio. Ma sappiamo che non basta, dovremo mettere le mani anche sul trasporto urbano, quello locale».

Quindi dobbiamo aspettarci nuovi aumenti delle tariffe?
«Non lo escludo. Ma con alcuni punti fermi: ad esempio, vorrei evitare di toccare tutte le tariffe che riguardano i servizi destinati alla prima infanzia come le rette, il trasporto, la mensa».

E dove metterete le mani?
«Su cultura e sport. Ad esempio per l’uso degli impianti sportivi. Chiederò sacrifici agli assessori della mia giunta che si occupano di queste deleghe».

E inevitabile? Ci sono Comuni che, per far fronte a questo, hanno deciso di mettere in vendita i loro beni immobili.
«Una struttura che potremmo mettere in vendita è l’attuale comunità a La Bianca. A breve quel centro ospitato a La Bianca passerà nella nuova sede a Pardossi: e l’immobile, che è un ex casolare agricolo davanti al piazzale del mercato, potrebbe essere appetibile per il mercato immobiliare».

L’assetto urbanistico è un altro tema di cui si discute, da tempo.
«E che sto portando avanti con decisioni che, in qualche modo, sono in discontinuità con previsioni e progetti del passato».

Ad esempio?
«La questione dell’Ipsia è una delle scelte che mi rende felice: il progetto originario era urbanisticamente troppo pesante per il centro della città. Anche in vista di altre due lottizzazioni private, poco distanti, sulle quali stiamo ragionando, con le stesse motivazioni. Di questa scelta sono orgoglioso, la sento mia».

Tra i temi caldi c’è quello del dissociatore molecolare che la Ecofor vuol realizzare.
«Quel tipo di impianto è descritto nel programma elettorale per il quale sono stato scelto dai cittadini come sindaco. Lo stesso programma che hanno sottoscritto alcuni esponenti politici che, oggi, invece, ostacolano quel progetto. Ma su questo tema, l’ho detto fin dal primo giorno, voglio un confronto sereno con la città. Questo è il motivo per il quale ho chiesto di interrompere l’iter che avrebbe portato la Provincia a dare l’autorizzazione».

Così è partito il percorso partecipativo: chi deciderà, alla fine?
«Il confronto dev’essere fatto senza pregiudizi. Se ci andiamo prevenuti, è come se avessimo perso già la battaglia. Il percorso avviato serve a dialogare, confrontarci e poi trovare una sintesi. Alla fine mi prenderò io le responsabilità delle decisioni».

Il dialogo per arrivare alle scelte è un percorso fatto anche per altre questioni?
«Mi ritengo un interlocutore attento. Ascolto, discuto, mi confronto. Voglio evitare che le decisioni siano calate dall’alto. Alla fine prendo le decisioni che sono maturate nel territorio, tenendo sempre come riferimento il programma elettorale che ho presentato ai cittadini. Lo abbiamo fatto, nei mesi scorsi, per il nuovo piano della sosta; lo stiamo facendo per alcuni aspetti urbanistici».

Non vede una disaffezione per la politica in generale e per questo tipo di discussione?
«È un problema che vivo con preoccupazione, soprattutto durante gli incontri che programmiamo con la gente. La società che stiamo vivendo è diversa da quella del passato: c’era un reciproco sostegno che non c’è più. Oggi tutto è singolo, personale. Si perde di vista il concetto di comunità. La disaffezione si sente tanto tra i giovani. Sapete qual è il cruccio più grande? Quando incontro la gente, nei quartieri, nelle frazioni, non ci sono mai ragazzi».

Emilio Chiorazzo

I TEMI DEL 2011

Il lavoro: puntare sulla ricerca, l’innovazione tecnologica, la riconversione produttiva

II sociale: Mancheranno oltre un milione e 300 mila euro, ma non sarà ridotto il sostegno alle fasce deboli

Questione abitativa: Nasceranno 48 nuove case popolari: 24 assegnate con il bando, 24 a canone agevolato

Tariffe: Aumenti in vista peri servizi legati allo sport (affitto impianti sportivi) e alla cultura. Non saranno toccate le tariffe del servizi rivolti alla prima infanzia

Tagli: Il trasporto pubblico subirà tagli perle corse della domenica pomeriggio ?

Rifiuti: La discussione sul dissociatore molecolare andrà avanti fino a giugno: ma il confronto dovrà essere fatto senza pregiudizi

Le scelte urbanistiche: La città cresce: in un anno gli abitanti sono aumentati di 136 unità, raggiungendo 28.334.

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