I fatti, le azioni e le parole sulla sicurezza urbana

Ieri nei pressi della stazione degli autobus è avvenuta una rissa che ha inevitabilmente sollecitato la pubblica attenzione e la conseguente discussione negli svariati ambienti dove oggi le discussioni avvengono. Mi è stato riferito, e ne ho preso cognizione diretta, che soprattutto nelle piazze virtuali il dibattito è stato aspro nei toni e polemico nei contenuti. L’assetata e scomposta ricerca di capri espiatori, tra cui in primis il sottoscritto e l’amministrazione comunale, è stata poi accompagnata dai soliti esperti che pure stavolta non hanno mancato di dispensare ricette e soluzioni talmente facili e semplici da sembrare quasi efficaci anziché, come invero sono, impossibili, inutili e pure controproducenti.
Ebbene, pur rispettando le opinioni di tutti, credo che fenomeni complessi come quelli della sicurezza urbana, un tema nazionale, un tema né di destra né di sinistra e che solo gli avvoltoi miopi o in malafede della politica locale ritengono presente a Pontedera più che altrove, possa esser affrontato seriamente con tutta la complessità che esso richiede.
Voglio ringraziare, ancora una volta, le forze dell’ordine e la polizia locale che sono prontamente intervenuti per sedare la rissa; la prontezza di intervento è anche il frutto della strada che abbiamo intrapreso per un presidio costante in funzione di controllo di quella zona.
Come già detto in altre occasioni mi rammarica piuttosto che questo lavoro sia stato mortificato dall’incertezza e dall’inefficacia del sistema della pena. I magistrati applicano le leggi e ad essi va il mio massimo rispetto e gratitudine. Evidentemente però il problema è proprio del sistema sanzionatorio se, una volta convalidato l’arresto, i quattro responsabili dell’accaduto sono stati rimessi subito in libertà. Ciò crea nel sentire comune impotenza e sfiducia anche verso le istituzioni; ciò alimenta un senso di insicurezza nei cittadini ed un senso di impunità per i delinquenti. La battaglia politica vera dovremmo farla, per il bene delle nostre comunità, cercando di modificare le leggi perché le pene comminate a chi compie reati, italiano o straniero che sia, siano certe ed efficaci.
Proverò a sperimentare gli strumenti nuovissimi che il decreto “Minniti” ha messo in campo su questa materia con una ordinanza di allontanamento per queste persone che, mi preme chiarire, non sono residenti in città, sono senza fissa dimora, non sono profughi né inseriti in progetti di accoglienza, conosciuti alle forze dell’ordine e con precedenti penali alle spalle per spaccio ed ubriachezza molesta.
Pontedera, la Toscana, l’Italia sono terre di democrazia, di accoglienza, di  integrazione; sono terre dove l’essere umano ed i suoi bisogni sono trattati secondo diritto ed umanità; non sono, e ci ostineremo con determinazione che non diventino, terre di discriminazione in ragione del colore della pelle, della religione, dell’etnia, della lingua, della condizione economica così come ci insegnano la costituzione più bella del mondo e le parole di Papa Francesco.
Pontedera, la Toscana e l’Italia però devono dire senza imbarazzo che non c’è spazio per chiunque delinque e non rispetta i diritti degli altri.
Il problema della sicurezza urbana, del controllo del territorio e del governo dei fenomeni migratori, è un argomento così complesso ed articolato che è prioritario nell’agenda dell’intero occidente.
A chi mi chiede cosa abbiamo fatto a Pontedera rispondo volentieri che su questo tema abbiamo dedicato ogni sforzo possibile, ogni attenzione e azione praticabile. A chi chiede al Sindaco o al comune che cosa si stia facendo sul tema rispondo elencando i fatti, le cose concrete, le attività che nel quadro delle leggi, delle risorse e degli strumenti a disposizione, è possibile mettere in campo.
Abbiamo richiesto la presenza del progetto strade sicure, organizzato una presenza costante ed alternata tra forze dell’ordine e polizia locale nelle zone più critiche; abbiamo ottenuto collaborazione dal Comune di Prato per l’impiego settimanale dell’unità cinofila; abbiamo istituito un controllo quotidiano del territorio attraverso le associazioni di volontariato (che non smetterò mai di ringraziare) con funzione di sensibilizzazione, informazione e segnalazione; abbiamo ampliato la strumentazione di videosorveglianza e potenziato l’illuminazione pubblica; abbiamo riqualificato piazze, arredi e giardini pubblici; abbiamo incentivato ed agevolato la rivitalizzazione dei locali dismessi e pertinenziali delle zone più critiche: in quei luoghi abbiamo sollecitato la permanenza ed il nuovo arrivo di attività commerciali, direzionali, associative e cooperative per garantire servizi ai cittadini ed un presidio civico; abbiamo creato momenti e canali di socializzazione, di aggregazione, di attività sociale, di mediazione culturale e di prevenzione del disagio, con progetti, manifestazioni, eventi, operatori qualificati.
C’è indubbiamente ancora molto da fare, altre energie e risorse da spendere, altre attività da progettare e realizzare.
Accolgo ed accoglierò con maniacale attenzione le legittime preoccupazioni dei cittadini che ci chiedono di fare ancora di più; ci stiamo impegnando e ci impegneremo per dare loro risposte. Non accetto però lezioni da chi millanta la capacità di risolvere problemi di questa portata con le solite tre o quattro frasi xenofobe, fasciste e per di più inutili.
La storia ed il presente Pontedera meritano registri, toni, contenuti, proposte e modi che non possono esaurirsi in strumentali battaglie politiche di retroguardia o dibattiti svolti nell’antro della sofferenza economica e nella pancia del disagio sociale.
Ci batteremo, soprattutto per le generazioni future, affinché il granaio che custodisce il futuro della città non venga bruciato.

Simone Millozzi Sindaco di Pontedera

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