L’ultimo saluto a Daniela Donati

Daniela Donati

ho scritto queste parole immediatamente dopo aver saputo quello che temevamo e che non avremmo mai voluto affrontare.

E’ difficile in certi momenti trovare le parole adatte per esprimere i propri sentimenti, ciò che sentiamo davvero.

Soprattutto non si riesce ad essere adeguati al momento triste che si vive e si ha il timore di non essere in grado di esprimere in modo appropriato il sentimento diffuso di una comunità, quella che Daniela ha servito in questi anni, di sgomento per una scomparsa così prematura e di riconoscenza per tutto quello che ha fatto e rappresentato per la città e per molti di noi.

Timore in qualche modo anche del suo giudizio, un giudizio sempre vigile che con discrezione ma altrettanta fermezza ha accompagnato il suo lavoro alla guida dell’amministrazione comunale.

Un giudizio rispettato e spesso temuto, per la profondità dell’analisi e la capacità analitica che lo accompagnava.

La morte rende muti, dice un detto delle nostre zone. E il silenzio esprimerebbe bene la tristezza e il nostro stato d’animo. Ma in queste occasioni è necessario anche riflettere e ricordare ciò che è stato.

Ricordare la nostra Daniela Donati, il Direttore Generale del Comune di Pontedera.

Con la scomparsa di Daniela la nostra città perde una persona di elevata professionalità, grandissima competenza, straordinaria umanità: una figura di alto profilo istituzionale che, meglio di ogni altra, ha saputo interpretare il ruolo di classe dirigente di questa comunità e di questa società.

Una donna di grandi capacità e di straordinarie qualità. Ma anche una persona dotata di grandi sentimenti e di una forte personalità.

Tutti sappiamo quanto sia importante e difficile per le donne oggi, in Italia, riuscire a conciliare i tempi del lavoro e quelli della famiglia. Tutti sappiamo quanto sia irta la strada per le donne, quanto siano grandi le difficoltà, doppie di quelle che devono affrontare gli uomini, per ottenere le giuste soddisfazioni che i sacrifici dovrebbero dare.

Daniela era stata contenta quando una rivista nazionale dedicò un servizio speciale sulle “donne di Pontedera” dove si raccontavano le mille esperienze di donne che avevano raggiunto il loro personale traguardo. Quella rivista aveva voluto intervistare anche lei. Forse non si rendeva conto a volte di quanto importante fosse il suo ruolo. Che lei svolgeva con naturalezza.

Era contenta per lei ed era contenta anche per tutte le altre donne. Anche questa era una sua caratteristica: a volte le donne non amano la competizione di altre donne. Lei invece riusciva a valorizzare e promuovere la loro indole.

Forse non era una caso che, con grande orgoglio, questa città si era vantata, all’inizio di questa amministrazione, e si vanta ancora oggi, di avere ai vertici della macchina amministrativa delle donne. Se la città oggi è più “rosa” è anche grazie a lei.

E forse è anche grazie a queste sensibilità che il Comune ha raggiunto i suoi traguardi. Sarà un caso che la nostra città è stata considerata in uno studio di un grande centro di ricerca una delle città dove meglio si vive in Italia.

E’ casuale? A volte si pensa che sia solo la politica a determinare le scelte. Non è cosi. La macchina amministrativa, che Daniela così bene guidava, ha un ruolo importantissimo. Daniela lo sapeva e non ha fatto mai mancare il suo apporto.

I problemi esistono ovunque ma lavorare in questo Comune, amministrarlo da sindaco o da assessore, è un grande orgoglio. Penso di rappresentare la voce di tutti i dipendenti comunali, di tutti i colleghi di Daniela, se dico che questo è anche merito suo.

Questo Comune ha saputo plasmarsi un po’ a sua immagine: quella di una donna, sensibile e attenta, competente e decisa.

E il mio pensiero va in questo momento anche alla famiglia di Daniela, a tutti i suoi cari, a suo marito, Floriano, che con grande dedizione l’accompagnava e le stava vicino in ogni momento. Si suol dire che dietro ad ogni uomo che raggiunge grandi traguardi ci sia una grande donna. Senza nulla togliere alle capacità di Daniela credo che Lei abbia avuto alle spalle un grande uomo, che ha saputo sostenerla e aiutarla.

Mi ha colpito in questi mesi la vicinanza a Daniela anche di sua figlia, Paola, che con pazienza veniva ad attenderla al termine del lavoro mattutino. L’attesa si prolungava spesso fino a tardi, a causa dei numerosi impegni che Daniela aveva in Comune, costringendo madre e figlia a pranzare ad orari improbabili. Ma anche questo era un segno dell’affetto che Daniela riusciva a dare e non faceva mancare alla sua famiglia.

Ma la famiglia di Daniela è stata anche questo Comune, questa Giunta e questa città.

Pontedera deve tantissimo a Daniela. Daniela amava moltissimo la sua città e credo che tante delle iniziative che Lei ha promosso fossero, in fondo, non solo le giuste procedure burocratiche e amministrative, ma in realtà erano gesti di affetto di un cittadino verso la propria comunità.

E tutto questo non si era fermato nemmeno durante l’inesorabile incedere della malattia.

La ricordo ancora gli scorsi inverni, durante le nevicate. Lei faticosamente, mentre il male la divorava crudelmente e la colpiva dolorosamente, di prima mattina, arrivava immancabilmente in Comune con il suo alto senso del dovere e con il suo sorriso che non ci ha mai fatto mancare.

Sempre disponibile ad ascoltare tutti e a cercare soluzioni. Mai sbrigativa, mai ostile. Sempre pronta al confronto, alla dialettica, anche aspra, ma costantemente rispettosa dell’interlocutore che aveva davanti.

Dirigente scrupolosa e sempre animata da un alto profilo istituzionale ha saputo, in tutti questi anni, coniugare, al meglio, grande professionalità e profonde doti umane, interprete e animatrice a pieno titolo dei progetti di cambiamento e trasformazione della città ha offerto ai cittadini, ai dipendenti e agli amministratori un punto di riferimento insostituibile nei momenti più delicati e difficili.

La passione per la cosa pubblica, un’intelligenza acuta e una grande determinazione erano i tratti essenziali della sua personalità. Caratteristiche che gli consentivano di trasmettere sicurezza e creare quel clima di fiducia e affidabilità dal quale tutti noi, amministratori e dipendenti, poter attingere nuovi stimoli e riprendere il filo di tanti progetti.

L’entusiasmo che la spingeva a partecipare, a dedicare il proprio tempo e le proprie energie a proporre soluzioni, senza orari e oltre le proprie responsabilità, è stato sempre qualcosa di palpabile e che tutti avvertivamo, e così la ricorderemo: accomodante e flessibile nelle discussioni e nella ricerca delle soluzioni, ferma e poco accondiscendente nel richiedere impegno, responsabilità, rispetto dei ruoli.

Del resto questa era la cosa che più la appassionava: dare concretezza e continuità alle incombenze che era chiamata a svolgere, mettere le proprie capacità operative al servizio di un’idea e vederne i risultati.

Questo lo ripeteva sempre, e quando ne stava troppo lontano, come purtroppo è accaduto in questi ultimi tempi, ne soffriva forse ancor più della malattia.

Non è un caso che ci abbia accompagnato fino all’ultimo. Non ha mai voluto interrompere il suo lavoro.

Ora, cara Daniela, sappiamo che ci mancherai. Sappiamo che in Comune perdiamo un grande punto di riferimento. Che il vuoto che hai lasciato è enorme.

Adesso è il momento di lasciare lo spazio al silenzio. Le parole non possono spiegare oltre ciò che sentiamo. E forse il silenzio può aiutarci a trovare dentro di noi i pensieri e i ricordi più belli che avremo di te.

Ciao Daniela, ci mancherai

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4 Risposte a “L’ultimo saluto a Daniela Donati”

  1. Roberta Casciano ha detto:

    In questa estate travagliata da un forte dolore ti sei affidato al tuo “sentire” ed hai scritto il saluto per Daniela più bello ed emozionale che si potesse immaginare
    Roberta Casciano

  2. “Un giudizio rispettato e spesso temuto, per la profondità dell’analisi e la capacità analitica che lo accompagnava”. Condivido quello che dice il Sindaco: ad una grande professionalita’ sapeva aggiungere quella giusta dose di rapporto umano che permetteva di raggiungere gli obiettivi preposti. Una grande e brava persona che sapeva fare bene il suo mestiere.

  3. Riccardo Fulvi ha detto:

    Non posso che associarmi alle splendide frasi che hai scritto in memoria del direttore generale che tanto ha fatto per la nostra comunità.
    La dottoressa Donati ,che ho conosciuto ai tempi del consiglio comunale nell’anno 1999 , si è sempre rivelata una persona squisita, capace e disponibile ; tanto che mi ha anche dato una mano a trovare il materiale per la mia tesi.
    Chiudo con le mie più sentite condoglianze alla famiglia.

  4. Filippo ha detto:

    Ho lavorato a Pontedera come Vigile dal 1998 al 2002 e la Dott. Donati era direttore generale quando per mobilità sono stato avvicinato a casa.
    Di lei ho uno splendido ricordo e sottoscrivo in pieno le parole del sindaco di Pontedera.
    Per quanto mi riguarda posso aggiungere che, nei miei confronti, si è dimostrata sempre molto disponibile e penso che mi abbia aiutato ad avvicinarmi a casa senza però mai ammetterlo come solo una persona corretta e onesta può fare.
    Per me è stata un “angelo custode” nell’inferno creato dal comandante di allora e sono sicuro che il signore l’accoglierà tra i suoi angeli.
    Addio Dottoressa.

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