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Sulla visita all’autodromo di Adria

mercoledì, giugno 8th, 2011

Riproduaciamo la rassegna stampa giornalistica pubblicata sui quotidiani IL TIRRENO PONTEDERA e NAZIONE PONTEDERA VALDERA del 8/6/2011

mercoledì
8 giugno 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
2
  «Niente rumore a 150 metri dalla pista»  

La ricognizione all’autodromo “gemello” di Adria ha dato il primo responso
di MARIO MANNUCCI

L’AUTODROMO progettato nella campagna fra Gello e Pardossi può piacere o non piacere, ma la visita a quello di Adria, in attività da 8 anni, ha dato una risposta al problema del rumore. E’ positiva perché a 150 metri di distanza dalla pista il rumore non si sente. E men che mai si sente sul lato opposto, a distanza di circa 500 metri. Lo hanno “detto” i 64 orecchi dei 32 “gitanti” – fra cui chi scrive – approdati in pullman all’autodromo di Adria, presentato come il gemello di quello progettato per Pontedera-Pardossi, mentre la testimonianza elettronica (necessaria solo nel caso che quasi tutti i gitanti, dal sindaco Millozzi in giù, soffrissero di problemi all’udito) ha poi fissato il rumore in 60-70 decibel. Quota normale.

IN PISTA, in quel momento mentre non pioveva – si alternavano in prove private una decina di centauri – il massimo previsto è 26 – E sulla tribuna il rumore dei loro motori si faceva ovviamente sentire, pur essendo sopportabile. Ma proprio la tribuna realizzata sul rettilineo (il punto di maggiore velocità delle moto) e sulla quale la comitiva pontederese si è piazzata come prima tappa del tour conoscitivo, è uno delle principali barriere anti rumore. E’ infatti di terra ricoperta da un tessuto speciale. Un sistema, è stato spiegato, capace di più altri di assorbire il rumore. Tanto più che sopra la tribuna c’è una barriera di alberi. Piazzati, con altri parapetti, lungo tutto il circuito.

LA ZONA è quella del Polesine. Adria, antica città (ora di 20 mila abitanti) costruita 6 secoli prima di Cristo sulle rive del Mincio (poi deviato) e nel cuore del grande delta del Po, dista dall’autodromo più di 10 chilometri. Ci sono però insediamenti agricoli, industriali, ristoranti, più vicini all’autodromo (che esiste da 8 anni) fino ad alcune case proprio a ridosso della pista. Le hanno comprate e vi risiedono i proprietari e i gestori dell’impianto. «Ormai i rumori non li sentiamo più, come chi abita vicino a una ferrovia, che fa più rumore», dicono.
L’impianto di Adria ha due grandi strutture di supporto alla pista lunga 2,7 km, mentre quella prevista a Pontedera-Pardossi è di 3,6 – dove vengono organizzati anche eventi mondani. Dai matrimoni alle feste al congresso della Confindustria dove venne eletta la presidente Marcegaglia. E è stato detto e ripetuto che l’intera economia della zona ne ha tratto gran giovamento, mentre gli addetti diretti all’autodromo vanno da 40 in giorni di bassa utenza a oltre 200 in giorni clou.

LE GIORNATE di gara sono pochissime. E a Pontedera ne sono previste solo 4 all’anno. Anche ad Adria ci furono polemiche, politiche e popolari, quando l’impianto venne progettato e realizzato. Ma ora, assicurano i gestori dell’impianto, è tutto tranquillo, mentre l’intera zona, assicurano, si è risvegliata da decenni di letargo.

 

mercoledì
8 giugno 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
  La pista? Un toccasana per l’economia  

In viaggio ad Adria per verificare l’impatto dell’impianto sportivo gemello a quello previsto a Pardossi

«I giovani che se n’erano andati sono tornati e hanno trovato un’occupazione»

ADRIA (Ro). Era diventato un paese per vecchi. Ora, Adria, non lo è più. E, dicono gli abitanti del posto, che gran parte del merito è della pista, quell’autodromo il cui progetto “gemello” dovrebbe sorgere a Pontedera, all’interno della Tenuta Isabella. È questo il motivo per il quale l’altro giorno una delegazione è partita da Pontedera: andare a toccare con mano un impianto già funzionante, per verificarne l’impatto visivo, quello urbanistico e, soprattutto, quello ambientale, con il rumore in primo piano. Erano una quarantina le persone che, guidate dal sindaco Simone Millozzi e dall’assessore allo sport Matteo Franconi, hanno affrontato il viaggio. Un po’ timorosi per il maltempo che, pur avendo funestato gran parte della giornata, ha permesso lo stesso un’ispezione con tanto di misurazioni dei decibel. «E’ stato importante spiega il sindaco Millozzi aver fatto il giro esterno dell’impianto e poi quello alla struttura interna. Tanti dubbi, se c’erano, ma non da parte mia, sono stati fugati». A fare da cicerone alla comitiva (alla quale s’erano aggiunti abitanti di Pardossi, la frazione che più di altre teme l’impatto dell’impianto, membri del Comitato che non vuole la realizzazione del progetto, semplici cittadini, membri della consulta di quartiere e l’assessore calcinaiolo Francesco Sangiovanni) è stato uno dei progettisti dell’impianto, Jarno Zaffelli. Suo il disegno della pista di Adria, suo quello di Pontedera e di tanti altri. «Abbiamo visto la pista in un giorno di intensa attività – prosegue Millozzi – c’erano una ventina di motori che provavano, ne erano previsti 30 in tutto il giorno. Abbiamo misurato il rumore: nel punto di massima espressione, sul rettilineo dell’arrivo, era a 76 decibel, a centocinquanta metri era sceso a 65 decibel. tanto per intenderci è il livello di rumorosità di una strada mediamente trafficata. A quattrocento metri non si avvertiva niente. Si sentiva il passaggio delle auto della vicina strada e quello del treno poco distante. Se l’impianto di Pontedera sarà simile, con le arginature, con gli alberi, le curvature adeguate, non ci sono dubbi, l’impatto acustico sarà accettabile, quasi inesistente. I cittadini che sono venuti con noi lo hanno verificato di persona e hanno ricavato impressioni positive».

La pista si trova tra una zona industriale e alcune abitazioni (la più vicina, dicono i partecipanti al viaggio ad Adria, è a meno di un chilometro). A ridosso, però, c’è la casa del direttore dell’impianto. «Ci vive con la famiglia e due figli – specifica il sindaco – Dovrebbe essere il segno che il rumore è accettabile».

La cosa che più ha impressionato è che la pista ha rivitalizzato la città. C’erano solo vecchi, i giovani se n’erano andati. Aperto l’impianto, è stato un fiorire di attività economiche: case-vacanza, alberghetti, pizzerie, bar e ristoranti. Per non parlare dei 50 addetti che ha occupato l’impianto. «Pontedera non vive la stessa situazione – prosegue Millozzi – ma le ricadute sul piano economiche sono importanti. Da considerare».

Emilio Chiorazzo

mercoledì
8 giugno 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
II
  Faceva più rumore una fabbrica vicina  

La delegazione di Pontedera è partita armata di misuratori dei decibel

PARDOSSI. Divisi. C’è chi si è lasciato affascinare dall’impianto visitato ad Adria, chi, partico con dei giudizi negativi, li ha mantenuti anche dopo il viaggio.
La delegazione di abitanti di Pardossi ha visitato l’impianto motoristico: hanno toccato con mano la situazione che potrebbe verificarsi in città. Hanno potuto, soprattutto… sentire.
Sul pullman anche alcuni consiglieri di minoranza.
A sentire le impressioni estemporanee durante il viaggio di ritorno, sembrerebbe che gli ingegneri di Adria abbiano fatto davvero un lavoro egregio. «Il rumore è tenuto sotto controllo in maniera straordinaria» commenta a caldo Luigi Cecchini che presiede la consulta di frazione. Parole confermate dalle impressioni della consigliera del Pdl Federica Barabotti. «C’erano in tutto 16 moto che giravano sulla pista. A 1600 metri il rumore era quasi impercettibile. E a 500 metri più in là è sparito del tutto». I cittadini sono stati accompagnati in un giro di perlustrazione non solo della sonorità, ma anche dell’economia del posto. «L’autodromo è stato un toccasana per l’economia locale», continua la Barabotti. «Prima la zona stava morendo: i negozi chiudevano e l’imprenditoria stagnava. Ma adesso ci sono alberghi e ristoranti tutt’intorno». I membri del comitato hanno sviluppato invece una visione più critica. «Il giro economie creato lassù, sicuramente più che proficuo, va inquadrato in una viabilità più sviluppata. Capace di decongestionare eventi anche da 5000 persone», entra nel merito Samuele Orsini. Per quanto riguarda la sonorità, Orsini è categorico: «Non sarà un impianto a impatto zero. Anche se le normative saranno certamente rispettate, bisogna mettere in conto le differenze fra i due progetti. E quindi contestualizzare: lassù i centri abitati più vicini sono a 7 km, la pista è in una conca naturale e intorno sono stati edificati terrapieni. Qua, di terrapieni ce ne saranno pochi, e tutto sarà affidato ai pannelli fonoassorbenti. Inoltre a Pardossi correranno normalmente 35 moto». Alfredo Medici, tra gli investitori del progetto di Pardossi, tranquillizza: «A 180 metri dal circuito, l’ingegner Zaffelli ha misurato i decibel col fonografo: ce n’erano 70. Faceva più rumore la fabbrica alle nostre spalle».

Jacopo Paganelli

Sull’autodronomo di Pontedera

giovedì, maggio 5th, 2011
mercoledì
4 maggio 2011
Testata:
NAZIONE PONTEDERA VALDERA
Pagina:
4
«Via libera» all’autodromo Pd e Pdl stavolta d’accordo

Contrari Rifondazione e Lista Civica mentre l’Idv sì e astenuto
di MARIO MANNUCCI – PONTEDERA

Sindaco e Zito: «Pontedera non può e non deve perdere questa grande occasione»

CON 17 VOTI favorevoli, due contrari e 1 astenuto, il consiglio comunale ha dato il primo ma fondamentale via libera all’autodromo della tenuta Isabella, che debutterà forse nel 2014 e probabilmente sarà intitolato a Giovanni Alberto Agnelli. Hanno votato a favore il Pd e il Pdl, ovvero il primo partito della maggioranza e il primo dell’opposizione. Hanno invece votato contro Puccinelli della Lista Civica e Carla Cocilova di Rifondazione, mentre Amidei dell’Idv, che è nella maggioranza, si è astenuto perché favorevole al progetto salvo che nella parte che riguarda la produzione di energia. L’autodromo di 3700 metri e il suo contorno di albergo da 100 camere, nuova discoteca e servizi, fra cui un impianto ad energia solare e un altro a biomasse che brucerà oli naturali, occuperà l’area della tenuta Isabella della famiglia Giannetta, dove da tempo si svolge anche attività ricreativa. Già 6 anni doveva ospitare un impianto di tiro a volo, mentre ora «si lancia» in questa avventura motoristica. E’ un investimento da 30 milioni con intervento di una società romana che costruisce autrodomi in tutta Italia, compreso quello di Adria (Rovigo) simile a quello progettato a Pontedera. (E il 16 maggio una delegazione pontederese andrà a visitarlo), Si prevede un fatturato di 10 milioni, più 9 di indotto, con 90 posti di lavoro.

IL SINDACO Millozzi, i membri della giunta e la capogruppo Pd, Curcio, hanno parlato di «occasione che Pontedera non può e non vuole perdere perché significa sviluppo nel campo turistico ricreativo e sportivo». Tesi sostenuta anche da Barabotti e Zito del Pdl, mentre critiche, per l’impatto ambientale, per problemi di acqua e di rumore, sono venute da Puccinelli e soprattutto dalla Cocilova, che ha accusato il sindaco di «parlar sempre di crescita sostenibile mentre un impianto come questo è una rovina per l’ambiente». Ma il sindaco ha ribattuto che «non si può fermarsi, che bisogna crescere senza rinunciare a nessun settore, da quello tradizionale delle industria e quelli della cultura e del turismo sportivo». Millozzi ha anche giudicato «una caduta di stile» l’affermazione della Cocilova che «si parla di posti di lavoro per scambiarli con un progetto negativo». Sui banchi di tutti i consiglieri c’era anche la petizione di protesta con 300 firme raccolte fra i cittadini di Pardossi, la frazione più vicina all’impianto, ma sopra il chilometro di distanza, mente il rumore previsto a 500 metri è soltanto « rumore di fondo». Saranno realizzate protezioni con barriere e alberi, mentre la convenzione firmata col comune prevede lo spostamento della pista più verso lo scolmatore rispetto al previsto, vieta l’attività notturna, ridice a sole 5 all’anno le competizioni, che porteranno grande pubblico, mette a disposizione del comune di Pontedera la pista per lezioni di guida e anche per lo sport del ciclismo. Infine: l’autodromo potrebbe diventare la pista-prova della Piaggio e altre aziende. «Sogno che su questa pista – ha detto la capogruppo Curcio – nascano nuovi motori, nuove vespe».

mercoledì
4 maggio 2011
Testata:
TIRRENO PONTEDERA
Pagina:
I
Via libera all’autodromo Valdera

Il progetto passa: i lavori partono in autunno, a gennaio 2013 l’apertura

La pista cittadina potrebbe portare ricavi che vanno dai 15 ai ventimila euro per ogni giornata di utilizzo coi motori

PONTEDERA. Alla fine l’autodromo, sarà realtà. Col sindaco Millozzi che ha vinto la battaglia in consiglio comunale. «E’ un investimento che valorizzerà il nostro sistema turistico ricettivo e sportivo, già ampiamente competitivo con impianti come il centro ippico Lo Scoiattolo e la piscina comunale – afferma Millozzi – Si tratta, di un’opportunità imperdibile e che la nostra realtà non può perdere». Quello che il primo cittadino promette è un sistema di monitoraggio costante attraverso una serie di centraline elettroniche, i cui dati saranno a disposizione della cittadinanza sul web. Sul piatto c’è anche la rigida convenzione che il sindaco ha stretto coi gestori della pista. La quale prevede un orario esclusivamente diurno per l’attività motoristica, un massimo di 5 gare all’anno, 170 di prove libere e un bus navetta per portare i centauri a visitare la città. Oltre poi a 10 giorni all’anno in cui la pista sarà a disposizione della cittadinanza e alla costituzione di un comitato misto di amministratori e cittadini per la valutazione dell’impatto acustico. Il pullman per la promessa visita ad Adria sarà costituito lunedì 16 maggio. Alla fine 17 consiglieri hanno appoggiato la linea favorevole. Sul voto ha pesato di certo, come ha sostenuto la capogruppo Pd Lucia Curcio, la possibilità di poter vedere le vespe Piaggio girare nel circuito. Due invece i contrari: Cocilova (Rifondazione) e Puccinelli (Lista Civica). Dalle parole della Cocilova èchiaro il motivo «Non possiamo usare i posti di lavoro come ricatto e contropartita a politiche ambientali sbagliate, che di sicuro aumenteranno l’inquinamento», incalza. Mettendo in evidenza, come pure Puccinelli, il rischio idrogeologico della zona. «Abbiamo eseguito studi approfonditi coi nostri tecnici – ribatte il vicesindaco Sonetti – Il nostro comune è il più virtuoso nella gestione delle acque, con circa 7 milioni di euro stanziati per il rafforzamento idrico alla Borra e Santa Lucia». L’opposizione pidiellina, per bocca di Barabotti e Zito, accoglie con favore la proposta e vota il sì. Caldo anche il nodo della centrale a olio vegetale che produrrà 5 Mw di energia per alimentare l’autodromo. A causa della quale Amedei, dell’Idv, si è astenuto.

«Investiremo con cofinanziatori in un progetto che speriamo possa partire nel prossimo autunno e durare un anno – ha detto al termine della seduta del consiglio comunale Alfredo Medici, presidente della Pluris,

la società che ha presentato il progetto – Molto dipenderà dall’iter dell’amministrazione, ma contiamo di renderlo operativo nel 2013. L’impianto potrà guadagnare tra i 15 e i 20mila euro al giorno. Esistono aziende che gestiscono e organizzano questo genere di attività, con le quali siamo in contatto ormai da tempo».

Prius è al suo primo circuito motoristico, ma è proprietaria di un golf club e ne ha presentato un altro in Argentina in questi giorni. Quello dei Pardossi sarà fra i primi autodromi d’Italia (sono 14 attualmente, ma sopra i 3 chilometri sono sotto le dieci unità) e questo dovrebbe garantire un’ottima visibilità. Progettista della pista è stato Jarno Zaffelli, dello studio dromo di Reggio Emilia, i cui clienti sono il circuito del Mugello, di Imola e di Misano e di altre realtà della Moto Gp.

«Questa è una ulteriore garanzia per i cittadini – ha ripreso Medici – perché ci siamo rivolti ai migliori in questo campo, compreso Stefano Cannavà dello studio Mmppm, che ha fatto il planning del progetto».

Grande soddisfazione per i fratelli Giannetta, Gherardo e Antonio, proprietari della Tenuta Isabella dove sarà realizzato l’autodromo: «Abbiamo fatto solo il primo passo. Il bello e più difficile dell’operazione viene adesso. E un progetto che coviamo da più di 20 anni. Allora presentammo un piano per realizzare una cittadella turistico-ricettiva. L’amministrazione fece la scelta, condivisibile, di risolvere il problema dei rifiuti. Poi siamo andati avanti proponendo l’idea di un ippodromo, poi del tiro al piattello e di un kartodromo. Alla fine abbiamo partorito questo autodromo».

Jacopo Paganelli
Andreas Quirici