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Sull’annuncio delle ronde di Forza Nuova a Pisa

giovedì, settembre 7th, 2017

“Il movimento neofascista Forza Nuova di Pisa ha annunciato, in un comunicato aberrante nei toni e nei contenuti, di voler istituire delle ronde presso la stazione di Pisa reclutando sotto la propria guida ultras e pugili per riprendere il controllo dei propri quartieri.
Bene ha fatto il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi a condannare fermamente l’iniziativa informando Prefettura e Questura.  Il nostro è uno stato di diritto in cui il compito di garantire la sicurezza delle città e dei cittadini spetta alle forze dell’ordine e non certo a squadracce di energumeni che perpetrano nel perimetro dell’illegalità il più bieco ed abietto razzismo.
Si tratta peraltro e soltanto dell’ultima ed indecente manifestazione di una serie di inaccettabili rigurgiti di neofascismo che stanno attraversando il nostro paese. Per citare solo le più recenti mi riferisco, a livello nazionale, all’annunciata “marcia su Roma” che i neofascistici di Forza Nuova vogliono effettuare il 28 ottobre rimandando dichiaratamente a quella che portò al potere Benito Mussolini nel 1922. Mi riferisco al becero striscione affisso sotto il palazzo della Regione Toscana con cui veniva ingiuriato vergognosamente il Presidente Rossi per la proposta di costituzione di un Osservatorio contro episodi o manifestazioni sui media e sui social che  possano costituire reato di apologia del fascismo.  Agli inizi di Agosto avevo incontrato i vertici dell’Anpi provinciale e locale perchè si reagisse con fermezza a queste azioni di stampo xenofobo e razzista organizzando un tavolo di lavoro ed uno spazio di discussione aperto teso ad aggregare tutte le forze democratiche della società. Quel tavolo, che viste le recenti vicende ben potrebbe assumere rilevanza provinciale, si rende ancor più necessario per coordinare ed organizzare ogni reazione utile ed indispensabile ad arginare non solo le azioni illegali ed incostituzionali delle frange più estreme della destra quale è Forza Nuova, ma anche per arginare, sotto il profilo culturale e sociale, l’odio e l’intolleranza che svariate ed eterogenee fronde del mondo politico instillano nella pubblica opinione alla ricerca di un consenso avvelenato che specula sulle legittime preoccupazioni dei cittadini.
Il nostro territorio ha una consolidata storia antifascista e tutti gli anticorpi necessari per isolare queste provocazioni: è importante che tutti coloro che si riconoscono nei valori della nostra Costituzione trovino la forza, l’energia ed il coraggio per contrastarle ed espellerle dal patto sociale che regola la nostra libera convivenza democratica.”

Il sindaco di Pontedera Simone Millozzi

Sulla rottura delle trattative relative alla vertenza delle Officine Ristori

martedì, dicembre 27th, 2016

Apprendo che sulla vertenza Ristori è saltato l’accordo e sarà dato avvio al programma di licenziamenti annunciato. Ho seguito da vicino le vicende fin dall’inizio e posso affermare che mi pare evidente un profilo di irresponsabilità dell’azienda che si era peraltro manifestata nei giorni scorsi con l’ingiustificata assenza alle chiamate istituzionali di Prefettura e Regione Toscana organizzate per trovare una quadra alle diverse proposte avanzate dai sindacati al tavolo delle trattative. Si è trattato di un atteggiamento di chiusura sotto alcuni profili decisamente incomprensibile che ha finito per produrre la rottura e l’imminente perdita di circa cinquanta posti di lavoro. Le vicissitudini di questa crisi aziendale poteva e doveva trovare soluzioni meno impattanti e non far ricadere sui lavoratori scelte e strategie imprenditoriali sbagliate che la devastante situazione economica globale ha finito per ingigantire oltre misura.

Esprimo piena e totale vicinanza ai dipendenti ed alle loro famiglie che sono costretti a pagare per colpe non proprie il prezzo più caro da tutta questa vicenda. Ancora una volta, pur nel contesto (oggettivo) di una crisi che non ha ancora attenuato la propria morsa feroce sul sistema economico produttivo, viene scaricata sulla pelle e sulle spalle dei lavoratori il peso più grande: perdere il lavoro oggi (al pari di chi non riesce a trovarne uno), significa non soltanto non poter disporre di una fonte di reddito e di sostentamento ma anche, forse soprattutto, la mortificazione della propria dignità e del diritto di cittadinanza di una Repubblica che dovrebbe costituzionalmente fondarsi proprio sul lavoro. Nei limiti delle competenze e degli strumenti che ha un Sindaco in tale materia non smetterò di confrontarmi con i sindacati e tutti i soggetti pubblici affinchè siano poste in essere tutte le azioni per limitare al massimo di quanto possibile le sofferenze e le difficoltà a cui andranno incontro i lavoratori interessati da questa vicenda.

Pontedera, 22 dicembre 2016